“L’indice di fiducia delle imprese (Bci) e dei consumatori (Esi) della zona euro e dell’Ue ha segnato un nuovo calo. Il Bci nella zona dell’euro è sceso a 0,78 punti dallo 0,89 precedente, mentre l’Esi è sceso sia nella zona dell’euro che nell’Unione, passando in Eurolandia da 2,6 punti a 1,7 punti”. Lo ha reso noto la direzione Affari economici e finanziari della Commissione europea.
Secondo la Commissione, “il calo di fiducia delle imprese è dovuto soprattutto, stando alla valutazione dei manager, all’andamento degli ordinativi negli ultimi mesi e agli stock dei prodotti finiti che restano invariati. Il calo della fiducia dei consumatori riguarda in particolare il settore dei servizi, del commercio al dettaglio e delle costruzioni”.



Non è finita qui. C’è anche il restringimento del credito: per l’industria finanziaria più che sfiducia, depressione. Si sfiduciano tra loro, non si fidano a prestarsi reciprocamente il danaro. E allora siamo alla frutta? No, ma…. Noi consumatori una soluzione ce l’avremmo. Scambiamoci i ruoli e vediamo cosa succede. Noi vendiamo le nostre risorse: tempo, attenzione, passioni, ecc. I produttori le acquistano. Noi rifocilliamo i portafogli. Ripaghiamo il debito. Quelli del credito rifocillano le loro finanze. Noi riprendiamo a consumare. I produttori smaltiscono gli stock invenduti.



Sarà una pezza, ma anche una possibilità. Così si rabbercia la barca e si può tornare a navigare. Un navigare però sempre più periglioso che consiglia di cambiare registro prima del naufragio. Si dice in giro che i consumatori professionisti stiano mettendo a punto una risoluzione che indica la svolta.

Sbirciando tra le bozze si legge: dalla Ricchezza al Benessere, dalla Quantità alla Qualità, dalla Ingordigia alla Temperanza fino alla Responsabilità. C’era scritto anche Rinuncia, ma è stato cancellato. Obiettivo: il bene comune. Proprio quello invocato di tanto in tanto da Confindustria.
Si intravvede la luce in fondo al tunnel?