L’avvio delle Olimpiadi di Rio è un’occasione per valutare sul piano economico se sia vantaggioso o meno per l’Italia impegnarsi per ospitare i giochi nel 2024. Tale valutazione deve essere rapida perché, in caso d’ingaggio, il processo politico per ottenere la nomina ha un’enorme complessità diplomatica, è già iniziato e richiede una convinta compattezza della nazione per sostenere il progetto. Al momento tale compattezza non c’è. Molte le voci critiche.
Quelle tecniche enfatizzano che i costi (diretti) di organizzazione di tali eventi globali tendono a superare i ricavi. Altre, politiche, ritengono che gli investimenti pubblici per attrezzare un sito olimpico toglierebbero denari a impieghi più urgenti e utili. Molti, poi, riflettendo sulla candidatura di Roma esprimono la preoccupazione per la corruzione in un sistema che non è ancora in grado di contenerla e che comunque non mostra le capacità di efficienza organizzativa necessarie. Pochi, invece, studiano i vantaggi economici per calibrare il rapporto costi/benefici e, soprattutto, le condizioni per massimizzare i benefici stessi.
Incuriosito, ho provato ad abbozzare con i miei ricercatori uno scenario che cerca di individuare quali condizioni possano rendere vantaggiose le Olimpiadi italiane. In effetti, le analisi storiche confermano che i costi diretti dell’organizzazione tendono a superare i ricavi e ciò disincentiva gli investitori privati e mette in difficoltà i governi. Infatti, le Olimpiadi mostrano un chiaro vantaggio economico indiretto solo per quelle nazioni che vogliono comunicare lo status di potenza emergente (Cina, Brasile, ecc.) per rafforzare i loro marchi territoriali e industriali. Ma ciò è anche interessante per un’Italia che recentemente ha perso status e ha bisogno di riaffermarsi come nazione forte con capacità d’avanguardia.
Un sito olimpico, poi, è una vetrina globale. Se lo si costruisse con innovazioni tecnologiche sorprendenti, dalle architetture ai servizi, le aziende coinvolte potrebbero bilanciare i costi dell’investimento diretto con i vantaggi indiretti della pubblicità.
In sintesi, se il modello di sito olimpico italiano avesse una forte vocazione sperimentale e futurizzante sarebbero molto probabili vantaggi economici sia indiretti che diretti, considerando che in Italia le capacità innovative, pur poco conosciute nel mondo, ci sono.
In conclusione, con questa formula l’ingaggio sarebbe razionale. Resta la debolezza di Roma, anche perché già luogo olimpico nel passato. Candidare Venezia o Milano sarebbe più vincente.