Piazza Affari chiude la giornata a -1,21% e Mps termina la seduta con un -0,96% che porta il titolo sotto i 25 centesimi ad azione. La Banca centrale europea ha fatto sapere che alla data del 12 agosto i suoi attivi di bilancio ammontavano a 3.296,57 miliardi di euro, in rialzo di 10,43 miliardi rispetto alla settimana precedente. I bon del settore pubblico acquistati nell’ambito del Quantitative easing ammontano a 968,6 miliardi di euro, mentre i corporate bond hanno raggiunto i 16,2 miliardi– La banca Monte dei Paschi di Siena si appresta a superare un passaggio fondamentale per la propria sopravvivenza con il previsto aumento di capitale. In tal senso continuano a rincorrersi le voci di un ampliamento ad undici banche del consorzio di garanzia ed in particolare ci dovrebbero essere Mediobanca, Jp Morgan, la spagnola Santander, Bofa-Merrill Lynch, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Commerzbank, Bbva e Jefferies. Intanto, la giornata di contrattazione a Piazza Affari propone una certa flessione del titolo Mps che a pochi minuti dalla chiusura, si attesta intorno allo 0,249 per una perdita di circa lo 0,72% rispetto all’ultimo prezzo.
Piazza Affari riduce le perdite, ma Mps vede scendere il proprio rialzo al +0,1%, rimanendo comunque sopra la soglia dei 25 centesimi ad azione. Le prove per le banche italiane dopo gli stress testi dell’Eba non sono finite. Lo scrive Milano Finanza, ricordando come nei prossimi mesi Montepaschi e Unicredit saranno chiamate a un rafforzamento patrimoniale, mentre le grandi banche popolari dovranno completare la loro trasformazione in Spa. Piazza Affari si muove in rosso, ma Mps sale dello 0,5%, restando sopra i 25 centesimi ad azione. Banca Marche ha deciso di concedere della facilitazioni ai produttori di grano che decidono di stoccare il raccolto nel rimborso dei prestiti loro concessi. L’iniziativa cerca di aiutare un settore che sta vivendo un momento non facile, dato che il prezzo del grano è in notevole calo e sta mettendo in difficoltà diverse piccole e medie imprese agricole che se vendessero il grano oggi rischierebbero di non coprire nemmeno i costi di produzione. Da qui la scelta di aiutare chi deciderà di stoccarlo. La proroga è riservata ai prestiti di conduzione in scadenza entro il prossimo 31 dicembre.