Se il Comune di Roma dovesse rifiutare la candidatura italiana per le Olimpiadi 2024, il governo potrebbe dirottare il progetto su Milano. Non è solo una mosconata estiva se a lanciare l’indiscrezione – ieri mattina – è stato Il Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone: cioè il “re di Roma” passato all’opposizione dopo il trionfale arrivo al Campidoglio della grillina Virginia Raggi. Nulla di sorprendente, anzi. Già a fine luglio Caltagirone aveva esibito coi fatti la sua nuova postura sullo scacchiere politico-finanziario. Il concambio della maggior parte del suo pacchetto nell’ Acea con Suez – grande holding francese che ha così rafforzato la sua partnership con la multiutility capitolina – ha dato concretezza a una linea di tendenziale disimpegno da Roma e lo spostamento delle attenzioni verso nord: Parigi, Milano (UniCredit), Trieste, dove il finanziere romano rafforza la sua partecipazione a ritmo quasi quotidiano. Ora un nuovo rilancio: il piano Cinque Cerchi – sembra dire il Messaggero – è troppo importante per lasciarlo in balia dei Cinque Stelle e della loro “sindaca per caso” a Roma.
È noto che il primo e più importante a pensarlo è il premier Matteo Renzi. Così come è un fatto che – mentre il Pd perdeva Roma e Roma entrava in stallo sulla chance olimpica – a Milano Giuseppe Sala ha evitato al Pd di Renzi una rotta completa alle ultime municipali. E Sala è stato il commissario dell’Expo: grande evento paragonabile a un’Olimpiade, che Renzi ha potuto iscrivere nel proprio palmarès nonostante una popolarità non ancora caldissima al Nord e in particolare sotto la Madonnina. Già, l’Expo: cosa meglio di un’Olimpiade per rinnovare in tempi relativamente brevi il dream italo-meneghino del 2015, per riusare la piattaforma, per allargare la rete infrastrutturale?
Caltagirone, certamente, al Nord sa di potersi proporre senza esitazioni: è perfino azionista rilevante di UniCredit, dove fra l’altro è vicepresidente Luca di Montezemolo, veterano di Italia 90 e di Torino 2006 e già al lavoro sui Roma 2024. E le Generali “immobiliariste” non sono state forse protagoniste del ridisegno urbanistico a Fieramilanocity? E gli amministratori delegati di UniCredit e Generali non sono forse francesi come Suez, un gigante europeo delle gestioni infrastrutturali? Il gioco del “Milano olimpica, perche no?” potrebbe continuare all’infinito: e chissà se Caltagirone sta solo premendo tatticamente sulla Raggi perché scenda a patti sul 2024 o se veramente, a questo punto, sta cavalcando a briglia sciolta nel suo auto-esilio nell’Italia più vicina all’Europa?
Sullo sfondo – ma neppure troppo – sono comunque leggibili sommovimenti e manovre di una grande ristrutturazione politico-finanziaria nel Paese. Perché Renzi e Caltagirone che “ripartono da Milano” – la città/regione di Silvio Berlusconi – a cavallo di una candidatura olimpica vinta e di un’affermazione al referendum non sarebbero certo lo spettacolo di un giorno solo nell’attesa di due settimane di show fra otto anni.