A margine del G-20 andato di scena a Hangzou è stato trovato tra Russia ed Arabia Saudita un accordo per quanto concerne i livelli di produzione di petrolio allo scopo di stabilizzare il mercato internazionale che negli ultimi mesi ha visto pesanti oscillazioni per quanto concerne il prezzo a barile del greggio arrivato a scende anche sotto i 30 dollari. Un accordo che ha sorpreso tutti gli osservatori internazionali soprattutto se si considera che fino a poche settimane fa le relazioni tra Mosca e Riad non erano certamente delle migliori basti pensare alle diverse posizioni prese in merito a questioni molto importanti quali il conflitto in Siria ed i rapporti con l’Iran. Entrando maggiormente nel merito, l’accordo è stato sottoscritto dal ministro saudita dell’Energia Khalid Al Falih e dal ministro russo Alexander Novak dopo che erano giunti ad un’intesa in merito il presidente Putin e il principe Mohammed Bin Salman. Nella nota diffusa si apprende che è stata costituita una task force bilaterale con l’obiettivo di “rivedere con continuità i fondamentale di mercato e raccomandare misure ed azioni comuni mirate ad assicurare la stabilità e la predicibilità dei mercati petroliferi”. C’è la sensazione che il patto possa dar vita ad un asse alternativo all’Opec anche se per il momento non ci sono dichiarazioni in tal senso. Infatti, il ministro russo Novak ha voluto soltanto sottolineare come: “abbiamo diversi strumenti a disposizione per azioni congiunte” tra cui anche quella del taglio del livello di produzione giornaliero del greggio. Un’opzione confermata anche dal ministro saudita che ha rimarcato: “Congelare la produzione è una delle possibilità preferite ma non deve per forza accadere oggi. Il mercato va meglio e ci siamo resi conto che i prezzi riflettono questo miglioramento”.



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