Complice il ribasso di Wall Street, Piazza Affari chiude con un ribasso dell’1,69%, sul quale sicuramente pesa il -16,14% di Fca. La casa automobilistica italoamericana è finita infatti sotto accusa da parte dell’Epa, l’agenzia per la tutela dell’ambiente americana, per aver falsato i dati sulle emissioni di alcuni suoi veicoli. Male di conseguenze anche Exor, che cede il 9,36%. Sul listino principale troviamo in rialzo solamente A2A (+1,35%), Ferragamo (+0,04%), Italgas (+0,32%), Moncler (+0,23%), Snam (+0,11%), Terna (+0,42%) e Ubi Banca (+9,12%). A parte quanto detto su Fca ed Exor, i ribassi più ampi sono quelli di Azimut (-2,19%), Banca Mediolanum (-2,22%), Banco Bpm (-2,79%), Buzzi (-2,02%), Ferrari (-2,22%), Fineco (-2,26%), Leonardo (-3,32%), Mediaset (-3,99%), Mediobanca (-2,34%), Saipem (-2,78%), Unipol (-2,13%) e UnipolSai (-2,96%). Fuori dal listino principale Biodue chiude a +21,38%, Sintesi a +13,33%. Il cambio euro/dollaro resta a quota 1,065, mentre lo spread tra Btp e Bund si attesta a 157 punti base.
Piazza Affari cede lo 0,4% e sul listino principale troviamo in rialzo solamente A2A (+0,8%), Bper (+0,9%), Eni (+0,4%), Exor (+0,6%), Ferragamo (+0,1%), Ferrari (+0,5%), Italgas (+0,4%), Luxottica (+0,1%), Moncler (+0,2%), Snam (+0,1%), Terna (+0,4%), Ubi Banca (+8,5%) e Yoox (+0,6%). I ribassi più ampi sono quelli di Atlantia (-1,2%), Azimut (-1,1%), Banca Mediolanum (-1,5%), Banco Bpm (-0,8%), Buzzi (-0,8%), Fineco (-0,8%), Generali (-0,6%), Leonardo (-3,3%), Mediaset (-3,7%), Mediobanca (-1,3%), Prysmian (-1,5%), Recordati (-2%), Saipem (-1,2%), Stm (-1,2%), Tenaris (-0,9%), Unicredit (-0,9%), Unipol (-0,8%) e UnipolSai (-1,7%). Fuori dal listino principale Biodue sale del 16,8%, mentre Premuda cede il 4,5%. Il cambio euro/dollaro si attesta a quota 1,065, mentre lo spread tra Btp e Bund scende a 155 punti base.
Piazza Affari si muove in rosso, cedendo lo 0,5%. Sul listino principale troviamo in rialzo solamente A2A (+0,7%), Bper (+2%), Snam (+0,6%), Terna (+0,6%) e Ubi Banca (+7,6%). I ribassi più ampi sono quelli di Atlantia (-0,7%), Banca Mediolanum (-0,9%), Banco Bpm (-1%), Buzzi (-1,1%), Campari (-1%), Ferragamo (-0,7%), Fineco (-0,7%), Generali (-0,8%), Intesa Sanpaolo (-0,8%), Leonardo (-2%), Mediaset (-3,2%), Mediobanca (-1,6%), Prysmian (-0,7%), Recordati (-1,8%), Saipem (-1,2%), Stm (-1,4%), Telecom Italia (-0,8%), Unicredit (-0,9%),UnipolSai (-0,9%) e Yoox (-1,3%). Fuori dal listino principale Fullsix sale del 7,9%, mentre Tas cede l’8,6%. Il cambio euro/dollaro sale sopra quota 1,065, mentre lo spread tra Btp e Bund scende a 157 punti base.
Diversi dati macroeconomici sono in uscita oggi e potrebbero portare a movimenti decisi nel trend dei listini europei e americani. Per il nostro Paese alle ore 10:00 è atteso il dato relativo alla produzione industriale annuale. Si attende un piccolo miglioramento dopo il timido risveglio economico certificato negli ultimi mesi. Nemmeno un’ora dopo toccherà a quello dell’intera eurozona. Oltreoceano, invece, sono attesi i numeri sui prezzi delle esportazioni del mese di dicembre che mostreranno quanto l’economia americana sia ancora solida. Dalle 18:30, inoltre, sono attesi diversi discorsi di alcuni membri chiave della Fed: gli investitori saranno molto attenti nell’ascoltare ogni singola parola pronunciata per cercare di comprendere se e come sarà modificata la strategia dell’aumento dei tassi d’interesse.
Dopo un inizio difficile, il Ftse Mib ieri ha chiuso con un rialzo dello 0,32% a quota 19.486,88 punti. Il titolo con il maggior rialzo è stato Mediaset che ha chiuso con un guadagno di quasi sei punti percentuali: secondo alcune indiscrezioni, Vivendi sarebbe pronto a rivendere gran parte delle azioni acquistate a Berlusconi, mossa che piacerebbe agli investitori. Di riflesso, viste le vicende connesse, chiude molto bene anche Telecom Italia con un guadagno di oltre due punti percentuali. Soffre di più, invece, il comparto bancario: Intesa Sanpaolo perde lo 0,16%, Banco Bpm il 2,16% e Unicredit oltre il 2%, in attesa della maxi-ricapitalizzazione da 13 miliardi che dovrebbe iniziare nel mese di febbraio. Nel frattempo i manager si sono tagliati lo stipendio di oltre il 40% e sono pronti oltre tre mila esuberi. Continua, infine, la corsa di Fca (+3,4%) e che in meno di tre mesi ha quasi raddoppiato la sua quotazione.
Particolare calma sul mercato dei titoli di Stato. Nulla da segnalare, in particolare, circa lo spread fra Btp e Bund che ha chiuso praticamente in parità a 163 punti base e il rendimento del Btp decennale è stabile all’1,87%.