L’intera questione Mps e la lista dei debitori emersa nelle ultime ore sono «lo specchio del fallimento italiano»: sono duri i toni che usa Konsumer Italia per commentare la vicenda Monte dei Paschi di Siena. Secondo il presidente Fabrizio Premuti e il vicepresidente vicario Raffaella Grisafi è stata così confermata «l’inefficienza e l’inaffidabilità del sistema di vigilanza italiano». Inoltre, parlano del sistema dei due pesi e due misure: i consumatori lievemente inadempienti subiscono importanti procedure, mentre «c’è chi può pregiudicare il destino di un’intera banca senza subire conseguenze degne di nota» aggiunge Raffaella Grisafi. Le figure apicali di alcune banche italiane sarebbero, dunque, inadeguate, ma per Konsumer Italia manca anche una seria politica di tutela della clientela. Nella nota pubblicata sul suo sito ufficiale, l’associazione che ha come scopo la tutela dei diritti dei consumatori ha chiesto severe sanzioni per i responsabili, a cui «deve essere interdetta la facoltà di continuare ad operare nel settore bancario e finanziario sotto nuove vesti», e soluzioni per proteggere i consumatori, che «non possono subire gli effetti di un sistema malato».



Mentre da più parti c’è una costante richiesta di conoscere la lunga lista di debitori della banca Monte dei Paschi di Siena, il Governo Gentiloni per bocca del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha voluto rassicurare tutti sulla bontà del piano messo in atto dallo stesso Governo per risanare la situazione economica della storica banca senese. Nello specifico, ai microfoni di RaiNews, ha sottolineato che l’intervento dello stato permetterà un risanamento definitivo della banca. Sulle sanzioni ai manager lo stesso Padoan si è augurato che la giustizia faccia rapidamente il proprio corso in maniera tale da individuare in tempi brevi eventuali responsabilità da parte dei singoli nei confronti della collettività. L’augurio di Padoan è che la giustizia possa individuare i responsabili e quindi emettere delle sanzioni adeguate.



Sulla vicenda di Mps è ormai certo che verrà creata una Commissione d’inchiesta parlamentare. Anche se ancora non è chiaro con quali tempistiche. La convergenza di tutti i principali partiti sul punto, infatti, ha reso possibile l’approvazione delle mozioni presentate in materia. Anche se servono dei tempi tecnici perché venga costituita. Forza Italia sembra però voler porre già una condizione: che non sia presieduta da un parlamentare del Partito democratico. Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione del partito di Silvio Berlusconi, ha infatti detto “è di tutta evidenza che la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano, che dovrà indagare innanzitutto sul Monte dei Paschi di Siena e sulle 4 banche salvate dal Governo Renzi, non potrà essere guidata da un esponente del Pd perché controllore e controllato non possono coincidere, non possono essere la stessa persona”. Secondo quanto riporta agenziaimpress.it, per la Bergamini si tratta di una questione di credibilità del Parlamento e della politica e non di spartizione delle poltrone. “Le commissioni di inchiesta sono per prassi affidate all’opposizione proprio per non avere condizionamenti dal potere ed essere libere di agire”, ha aggiunto. Resta da capire se tali dichiarazioni possano essere interpretate come una sorta di “richiesta” di avere la Presidenza della commissione da parte di Forza Italia. Anche perché potrebbe cominciare ad aprirsi una sorta di “corsa” tra le varie forze parlamentari di opposizione per accaparrarsi uno scranno che in questo momento sembra davvero importante e capace di garantire anche “popolarità” nei confronti dei cittadini-elettori.



Mentre sta mettendo a punto il nuovo piano industriale da presentare alla Banca centrale europea, Mps, attraverso le sue divisioni Capital Service ed ex Banca Antonveneta, ha chiesto un risarcimento di circa 48 milioni di euro a Riccardo Fusi, Roberto Bartolomei e ad altri co-imputati nel processo sul crac dell’ex Credito Cooperativo Fiorentino, nel quale è coinvolto anche Denis Verdini. Secondo quanto riporta l’Ansa, tra le accuse “c’è quella di mendacio bancario contro Fusi, Bartolomei e collaboratori del loro gruppo, in merito ai finanziamenti ricevuti a suo tempo da un pool di banche per ristrutturare una esposizione complessiva di circa 150 milioni di euro”. Monte dei Paschi di Siena si era già costituita parte civile nel processo in cui si è parlato anche della ristrutturazione del debito dell’ex gruppo Btp di Fusi e Bartolomei. I legali della banca toscana ha chiesto provvisionali immediatamente esecutive per oltre 22 milioni di euro.

Corrado Passera pone delle domande non da poco sull’intervento dello Stato in Mps. Intervistato da Repubblica l’ex ministro dice infatti che “l’intervento dello Stato in Mps è una sconfitta per l’intero sistema: che almeno porti più trasparenza. Quali sono gli esiti dell’ispezione Bce sui crediti? Quali tutele per i veri piccoli risparmiatori? Sarà lo Stato a dover cartolarizzare le sofferenze? Come si procederà a riprivatizzare Mps?”. L’ex numero uno di Intesa Sanpaolo spiega anche che le colpe della situazione di Montepaschi sono da attribuire a chi ha gestito la banca, prestando i soldi con criteri non bancari e senza intervenire con determinazione quando i problemi emergevano. Senza dimenticare che qualcuno ha consentito alla Fondazione Mps di non ridurre la sua quota di capitale in Rocca Salimbeni. Inoltre ha spiegato che Tesoro, Jp Morgan e Mediobanca non sono immuni da colpe per il mancato aumento di capitale, che non si può imputare all’esito del referendum costituzionale. “La struttura dell’operazione e il piano Mps erano poco interessanti per chi investe, molto complicati e molto onerosi”, aggiunge Passera.

Per il futuro di Mps sarà importante non solo il giudizio della Banca centrale europea sul nuovo piano industriale che Rocca Salimbeni sta mettendo a punto di concerto con il Tesoro, ma anche il parere della Commissione europea sugli strumenti operativi che il Governo metterà in campo e su cui continua a lavorare in questi giorni. In tal senso Reuters, citando un funzionario Ue, scrive che il 26 gennaio i ministri delle Finanze europei discuteranno la “compatibilità” dell’operazione italiana rispetto alle regole dell’Unione. Ovviamente l’Eurogruppo non si riunirà formalmente per questa ragione, ma il vertice servirà comunque a fare un punto della situazione e fornirà anche un importante riscontro su come Bruxelles vede la manovra italiana su Montepaschi. Resta da vedere se per quella data ci sarà già il testo del decreto attuativo del Tesoro o se si aspetterà proprio l’esito dell’Eurogruppo per apportare eventuali modifiche.

Mentre ancora il Tesoro lavora a mettere a punto il decreto attuativo per l’intervento in Mps e la stessa banca studia il piano industriale da presentare alla Bce, il Procuratore generale di Milano, Felice Isnardi, ha chiesto al Nucleo di polizia valutaria “ulteriori accertamenti istruttori” nell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. Lo scrive Repubblica, spiegando che il fascicolo riguarda la posizione della banca nel periodo 2011-2014. Come riporta l’articolo, “Profumo e Viola, subentrati alla gestione Mussari e Baldassarri, avevano ereditato i passivi nei bilanci, ma secondo la procura milanese le loro condotte non avevano comportato alcun reato e non vi erano prove di falso in bilancio, ostacolo agli organi di vigilanza o di aggiotaggio”. Tuttavia la richiesta di Isnardi potrebbe cambiare la situazione.

Il Movimento 5 Stelle pone delle condizioni perché lo Stato intervenga in soccorso di Monte dei Paschi di Siena, come effettivamente ha promesso di fare dopo il fallimento dell’aumento di capitale a fine dicembre. In questi giorni il decreto salva-banche ha iniziato il suo iter parlamentare e dunque i partiti stanno prendendo posizione in materia. I parlamentari pentastellati delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, dopo aver ascoltato in audizione Pier Carlo Padoan, fanno sapere di non ritenere possibile “accettare un aiuto di Stato a Monte dei Paschi senza una chiara due diligence sui crediti deteriorati e senza che si mettano in evidenza e si puniscano le responsabilità del management”. E ricordano anche che poiché Montepaschi intende ridurre le sofferenze bancarie da 11,5 a 7,5 miliardi di euro, ci saranno una perdita da 4 miliardi, “da sommare al deficit di 2 miliardi per adeguare le coperture delle inadempienze probabili. Dunque Padoan sa già che ci saranno altri buchi generati dalla svalutazione delle sofferenze. Però fa finta di niente. Come garantirà all’Europa che i soldi pubblici non andranno a tappare nuove falle?”. Il giudizio sull’esecutivo è quindi duro, poiché i parlamentare del Movimento 5 Stelle ritengono probabile che “i soldi pubblici vengano usati per coprire perdite attuali e imminenti. Ciò in barba alle regole Ue sulla ricapitalizzazione precauzionale e straordinaria che il ministro Padoan” si è impegnato a rispettare. Un altro aspetto che non condividono della linea del ministro dell’Economia è che i rimborsi per le obbligazioni subordinate dovrebbero essere al 100% e al 75% del valore nominale, venendo erogati anche a chi magari le ha comprate negli ultimi giorni approfittando del loro basso costo.

La lista dei principale debitori di Mps viene chiesta da più parti e su alcuni quotidiani sono comparsi i nomi di chi avrebbe avuto dei finanziamenti dalla banca toscana senza poi restituire nulla o facendo sorgere degli ammanchi. In questi senso Grandi Navi Veloci ha voluto con una nota spiegare che “i recenti articoli di stampa relativi a rapporti di finanziamento tra B.Mps e Grandi Navi Veloci contengono affermazioni non vere e fuorvianti”. Nello specifico, la compagnia di navigazione italiana fa sapere di avere “attualmente in essere un contratto di finanziamento con un pool di istituti finanziatori al quale partecipa Mps per la sola quota del 5,51%” e di essere totalmente adempiente. “Si precisa inoltre che l’originario rapporto di finanziamento tra il pool e Grandi Navi Veloci risale a un’epoca in cui la compagine azionaria di quest’ultima era integralmente differente da quella attuale”.

Il Servizio Bilancio del Senato ha preparato un dossier relativo al decreto salva-banche in cui chiede che “laddove sono sin d’ora stabiliti i parametri di valorizzazione delle passività finanziarie emesse dal Monte dei Paschi di Siena, ai fini dell’accesso alla procedura di intervento erariale prevista dal Capo II (ricapitalizzazione “precauzionale”), andrebbe certificato l’ammontare dell’intervento erariale conseguentemente previsto a fronte dell’importo sommariamente dichiarato il 29 dicembre scorso dall’istituto di emissione”. Per i tecnici del Senato sarebbe altresì utile capire “l’adeguatezza dell’ammontare delle garanzie erariali complessivamente stanziate per l’attivazione delle garanzie” rispetto alle banche che potrebbero essere “potenzialmente” interessate da una crisi di solvibilità.

Pier Carlo Padoan ha tenuto un’audizione alle commissioni Finanze di Camera e Senato relativamente al decreto salva-banche varato per mettere in sicurezza Mps dopo il fallimento dell’aumento di capitale di dicembre. Con l’occasione il ministero dell’Economia ha ribadito che l’attuale management gode della fiducia del Governo, ma che nel “momento dell’effettiva entrata dello Stato nel capitale della banca, si procederà alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione”. Padoan ha anche detto che l’esecutivo “auspica che la giustizia faccia rapidamente il proprio corso e tutti coloro che hanno provocato danni alla collettività, alle comunità locali, ai risparmiatori e agli investitori vengano sanzionati”.