Di oggi la notizia della scoperta di un pozzo di petrolio e gas nell’offshore della Norvegia, per Eni l’ultimo periodo sorride con l’altra novità del 2017: si rinnova la collaborazione tra l’Eni ed il Mit per potenziare la ricerca e l’innovazione tecnologica nel settore energetico. Dopo i notevoli successi raggiunti grazie al sodalizio. Il presidente del Massachusetts Institute of Technology, Rafael Reif, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, si sono incontrati a Roma per consolidare la loro pluriennale collaborazione di ricerca, continuandola nei prossimi quattro anni. Secondo il report Eni, d’ora in poi ci sarà la partecipazione di Eni ad alcuni dei Low-Carbon Energy Center promossi dal Mit Energy Initiative, iniziativa di cui Eni è membro fondatore. Grandi investimenti per l’innovazione con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico come l’energia solare e la Carbon Capture Use and Sequestration. I Low-Carbon Energy Center “sono un elemento fondamentale”, come li definisce l’Ad di Eni, Claudio Descalzi.



È importante la scoperta fatta da Eni nel Mar di Norvegia con almeno 200 milioni di barili di petrolio che si potranno ricavare dai nuovi pozzi di petroli e gas trovati al largo di Norne, nella parte settentrionale del Mar di Norvegia. Come giustamente nota Milano Finanza e molti altri analisti nel ramo finanziario, per Eni ora si potrebbero aprire strade intriganti qualora dovesse di nuovo salire il prezzo del greggio, alla luce del capitale investito circa l’80% di Eni sulle attività upstream. «Se la guidance sulla produzione 2016 di Eni  implica un aumento trimestre su trimestre dell’8% dei volumi nel solo quarto trimestre 2016, questo dovrebbe sostenere un significativo aumento del flusso di cassa operativo», riporta Milano Finanza nel commentare la scoperta del colosso di energia italiano. Non solo, gli analisti di MedioBanca hanno anche sottolineato come «il management del colosso oil ha indicato che la perdita operativa della divisione Gas&Power sarà decisamente più bassa nel quarto trimestre e ha confermato il pareggio nel 2017, che rappresenta un miglioramento di 400 milioni di euro anno su anno. Questo dovrebbe tradursi in una significativa ripresa degli utili a partire dal quarto trimestre 2016, quando prevediamo un utile operativo a 1,2 miliardi di euro, quattro volte superiore rispetto a quello del terzo trimestre».



Buone notizie per Eni dalla Norvegia, dove il cane a sei zampe ha scoperto un giacimento di olio e gas nelle licenze PL128/128D nel Mare di Norvegia. Ad annunciarlo in un comunicato è la stessa azienda di San Donato Milanese, secondo cui la scoperta è stata effettuata mediante il pozzo 6608/10-17S, perforato in 374 metri d’acqua, situato a circa 5 chilometri a nord della FPSO (Floating Production, Storage and Offloading) di Norne, nella parte settentrionale del Mar di Norvegia, 170 km a largo dalla costa. Il pozzo, prosegue la nota, “ha incontrato 28 metri di sabbie cretaciche mineralizzate a olio e gas con buone proprietà sul prospetto esplorativo denominato Cape Vulture”. La scoperta è il frutto della strategia messa in campo da Eni e denominata near field per la possibilità di procedere a veloci messe in produzione delle riserve grazie agli accordi siglati con le infrastrutture già esistenti nelle vicinanze. Si stima che dalla scoperta si riusciranno a ricavare dai 70 ai 200 milioni di barili in posto. Il pozzo verrà abbandonato una volta effettuata un’attenta attività di acquisizione dati e di campionamento dei fluidi. 

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