I vertici di Monte dei Paschi di Siena saranno ascoltati al dibattimento della Commissione bicamerale di inchiesta sule banche, che dovrebbe avere inizio il 31 gennaio. Il countdown è partito e nel frattempo trapelano le prime indiscrezioni sul lavoro che verrà svolto. Si svilupperà su due canali: da una parte verrà affrontata la questione delle sofferenze, il cui peso verrà trasferito sui contribuenti con l’intervento pubblico, e dall’altra l’emissione delle obbligazioni subordinate. Andranno quindi scandagliati i problemi di Mps, accertando i responsabili del crac che hanno portato a far entrare lo Stato nel capitale. «È chiaro che dovremo capire cosa faceva la Vigilanza della Banca d’Italia mentre le banche accumulavano debiti su debiti» il commento di Lucio Malan, senatore di Forza Italia, il quale vuole capire anche i meccanismi in base ai quali sono stati erogati prestiti oggi in sofferenza e quindi quali garanzie venivano fornite. «Ci sono state pressioni politiche? Quali azioni sono state compiute per rientrare del debito?» sono alcuni degli interrogativi di Malan. Per il senatore Renzi ha delle responsabilità: «Nei primi 9 mesi del 2016 14 miliardi di depositi hanno lasciato Mps. Appare evidente che se il suo governo fosse intervenuto prima il decreto fatto ora da Gentiloni sarebbe costato molto di meno» riporta Wall Street Italia.
Per i lavoratori di Mps non arrivano parole rassicuranti dall’amministratore delegato. Marco Morelli, durante la sua audizione alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato, ha infatti detto che il nuovo piano industriale della banca toscana ripartirà dai 2.450 esuberi già individuati alla fine dello scorso ottobre e dal taglio di 500 sportelli. “È evidente che nella trattativa che faremo con la Commissione Ue partiremo sicuramente da questa assunzione con l’obiettivo di fare in modo che la banca possa ripartire senza una penalizzazione della sua forza lavoro”, ha detto Morelli. Che ha però aggiunto: “Noi presentiamo un piano che deve essere condiviso da chi ha il potere di dare indicazioni che magari divergeranno da questo nostro punto di partenza”. Dunque non è affatto scontato che non ci saranno altri tagli, tanto più che il potere negoziale di una banca che deve farsi salvare non può essere considerato molto alto. Non sarà quindi facile raggiungere l’obiettivo che Morelli ha indicato.
Durante l’audizione alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato, il capo della vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, ha smentito di aver inviato una mail alla Banca centrale europea per contestare le valutazioni fatte sui crediti deteriorati di Mps. L’indiscrezione era stata riportata dalla stampa e Barbagallo ha solamente detto che probabilmente si voleva far riferimento “a mail scambiate all’interno del gruppo che sta conducendo l’ispezione sul rischio creditizio del Monte dei Paschi. È uno scambio di opinioni assolutamente legittimo e positivo ed è giusto che ci sia perché porta in molti casi a un miglioramento”. Oggi davanti ai parlamentari parlerà Marco Morelli, amministratore delegato di Mps, e dunque le sue parole saranno sicuramente seguite con molto interesse, perché potrebbero fornire anche qualche elemento in più sulle mosse che Rocca Salimbeni intende intraprendere per mettere a punto il suo piano industriale da presentare alla Bce.
Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, nei prossimi giorni dovrebbe essere emesso un nuovo bond di Monte dei Paschi con la garanzia dello Stato. Il taglio dovrebbe essere di 1-1,5 miliardi di euro, a seconda dell’interesse dei mercati, e l’emissione dovrebbe essere indirizzata agli investitori istituzionali. Dovrebbe anche trattarsi del primo di una serie di collocamenti per riportare la liquidità di Montepaschi verso condizioni ottimali. L’obiettivo è infatti riuscire a recuperare 15 miliardi di euro entro la fine dell’anno, così da compensare anche le ultime “fughe” di depositi che si sono registrate nel periodo che ha preceduto il fallimento ufficiale dell’aumento di capitale di dicembre. Un passo importante per questo bond resta comunque quello della garanzia dello Stato e in questo senso, secondo il quotidiano milanese, il Tesoro dovrebbe completare il decreto attuativo del provvedimento salva-risparmio nelle prossime ore. Forse qualche notizia in più rispetto all’emissione di questo bond si avrà oggi, quando Marco Morelli verrà ascoltato dalle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. Dove tuttavia non mancheranno altre questioni da affrontare: dal piano industriale da presentare alla Bce, alla richiesta di stilare e rendere pubblica la lista dei principali debitori insolventi delle banca. Senza dimenticare che da alcuni esponenti politici era arrivata la richiesta che l’amministratore delegato di Montepaschi si facesse da parte. Morelli potrebbe quindi anche dire quali sono i suoi programmi rispetto al futuro della banca e se vorrà rimanerne a capo anche quando lo Stato ne sarà azionista fino al 70%. In quel caso pare anche che dovrebbe essere costretto a tagliarsi drasticamente lo stipendio per rispettare dei dettati europei.
Da Davos, dove sta partecipando per la prima volta al World economic forum, Carlo Cimbri ha rilasciato un’intervista a Radiocor, in cui ha parlato anche di Mps. Ha infatti detto che dopo l’intervento dello stato il problema principale del sistema bancario italiano “è stato messo in sicurezza”. L’amministratore delegato di Unipol ha anche detto che era inevitabile arrivare a stanziare capitale pubblico per la banca toscana visto il punto in cui si era arrivati. “Non c’erano più le condizioni per un intervento privato, considerando anche gli esiti del referendum e la situazione di instabilità, risolta per altro rapidamente”, ha sottolineato. Cimbri ha poi parlato di Unipol Banca, spiegando che “stiamo attenti a quello che succede quanto a possibili aggregazioni”. Non è però detto che si arrivi a un’aggregazione con Bper, nonostante la partecipazione del 5% che Unipol ha nella banca emiliana.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, ci sono dei “dissidi” tra la Banca centrale europea e la Banca d’Italia circa la valutazione dei crediti deteriorati di Mps. Pare infatti che durante le ispezioni sugli Npl della banca toscana, gli italiani abbiano fatto notare che il sistema di analisi degli uomini di Francoforte è piuttosto penalizzante. Carmelo Barbagallo, responsabile della vigilanza di Bankitalia, avrebbe quindi inviato una mail all’Eurotower, formalizzando questa diversa visione sui crediti in sofferenza di Monte dei Paschi di Siena. Difficile dire quale epilogo avrà questa “divergenza”. Anche se occorre ricordare che la vigilanza è in capo a Francoforte e dunque l’ultima parola dovrebbe essere la sua. Si tratterà, nel caso, per gli uomini di Bankitalia di dimostrare la bontà e l’inconfutabilità delle proprie tesi. Tecnicismi che potrebbero comunque essere importanti per il futuro della banca toscana.