La decisione di Poste italiane di procedere alla consegna di lettere, pacchi e raccomandate a giorni alterni, sta scatenando un’ondata di proteste che vedono protagonisti soprattutto i piccoli Comuni. Inizialmente Poste italiane aveva deciso di applicare questa nuova regola in 5mila 296 Comuni – diminuiti poi dall’Agcom fino a 4mila 721. La decisione è stata presa per ridurre i costi in quei Comuni in cui la consegna della posta è considerata troppo onerosa ma subito si è alzata la protesta di politici e associazioni che vedono in questa decisione di Poste italiane un ingente danno economico per i loro territori. “Ciò che sta accadendo negli ultimi anni in diverse aree della nostra Isola è dannoso e deleterio per la stessa sopravvivenza dei Comuni e mina alla radice tutte quelle azioni messe in atto per contrastare il progressivo fenomeno dello spopolamento – ha dichiarato Eugenio Lai, vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna – La politica di tagli portata avanti da Poste Italiane e dall’Inps, compromette decisamente servizi essenziali in territori già fortemente in crisi. È indispensabile che l’intero Consiglio regionale, la Giunta e i parlamentari sardi alzino la voce nei confronti del Governo nazionale per tutelare servizi fondamentali a cui non si può rinunciare, più in generale è da ripensare l’applicazione rigida del principio del pareggio di bilancio con la conseguente contrazione della spesa il tutto a discapito della vita reale di migliaia e migliaia di uomini e donne”.
Un caso che rischia di ripercuotersi nelle prossime settimane per Poste Italiane: della serie, “quando le novità non piacciono”… Succede anche questo in queste prime settimane di novità dopo lo sbarco della nuova App di Poste Italiane che tra i vari servizi appronta la grande innovazione de “salta-fila” con cui si può comodamente prenotare da casa, attraverso lo smartphone, il ticket per lo sportello e anche l’orario in cui si vuole accedere ai servizi. Ecco, se questo filamento accontenta lavoratori e più giovani che non sono più costretti a perdere tempo con file chilometriche in Posta, non viene altrettanto salutato con affetto da altri utenti, ad esempio i pensionati: in questi giorni di pagamento delle pensioni, rischia dunque di ripetersi il problema evidenziato lo scorso novembre nel Lazio, precisamente allo sportello di Terracina-Lido. Pensionati infuriati, mentre aspettavamo come di consueto il loro turno utilizzando il classico numerino, avendo visto altri clienti arrivare e passare prima di loro, grazie all’uso della tecnologia. Come riporta Qui Finanza, «Quando i clienti giovani hanno iniziato ad arrivare, saltando la fila grazie all’applicazione delle Poste, i pensionati hanno cominciato ad innervosirsi. Dopo l’ennesimo ragazzo che parlava di “app delle poste” e di “priorità”, affermando di aver “prenotato il posto”, gli anziani hanno deciso di ribellarsi». Rissa praticamente sfiorata solo per poco, visto l’intervento dei carabinieri che ha evitato altri problemi. Succede anche questo, ormai nel 2017, con l’avvenire della tecnologia che ancora non viene accettata con grande favore da tutti…