Sono giorni molto importanti per la sorte della storica banca italiana dei Monte dei Paschi di Siena. Lo Stato Italiano ha fatto un importante passo immettendo un cospicua somma di denaro che di fatto permetterà di acquisire il 70% delle azioni della banca divenendo pubblica. Tuttavia, come ha spiegato più volte in queste ore l’amministratore delegato Marco Morelli, si tratta di una fase transitoria. Inoltre, Morelli ha sottolineato come il principale obiettivo sia quello di minimizzare quanto più possibile questa fase per accelerare l’uscita dello Stato. Morelli ha voluto anche rimarcare come in queste settimane nonostante la forte pressione mediatica a cui l’istituto di credito toscano è stato sottoposto, i dipendenti sono riusciti ad andare avanti con grande professionalità. Ha infine chiosato evidenziando la convinzione che questa situazione, una volta terminato questo processo di ‘trasformazione’, possa lasciare spazio alla normalità per un “percorso operativo, commerciale e ambientale di maggiore tranquillità”.
Renato Brunetta dichiara “guerra” Pier Carlo Padoan per quanto riguarda il provvedimento per Monte dei Paschi di Siena: il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati ha chiesto al Ministro dell’Economia e delle Finanze di cambiare il provvedimento che ora è in discussione al Senato, lanciando un segno di discontinuità con la politica economica dell’ex premier Matteo Renzi. Brunetta nell’intervista rilasciata a Maria Latella su SkyTg24 ha spiegato perché Forza Italia ha votato a favore del provvedimento iniziale: «Non potevamo consentire che, a causa della cattiva gestione dell’intera vicenda bancaria da parte di Renzi, crollasse l’intero sistema bancario italiano». Il capogruppo alla Camera di Forza Italia ha poi spiegato la linea del partito: «Noi abbiamo un atteggiamento di grande responsabilità, se però ci sarà il “continuismo” nella politica economica di Gentiloni-Padoan simile a quella di Renzi-Padoan noi continueremo decisamente a votare contro».
Le vicende di Mps tornano a mischiarsi con quelle del terremoto in Centro Italia in un turbine destinato a generare nuove polemiche. Se sul web ha già raccolto diverse adesioni la petizione che chiede di destinare i 20 miliardi stanziati per Montepaschi e il sistema bancario alle popolazioni che stanno passando un momento difficilissimo specie in Abruzzo, Lazio e Marche, Giorgia Meloni ha invece fatto notare che il Governo era stato molto solerte a predisporre un fondo per gli istituti di credito, mentre un’uguale velocità non si è vista nel far pervenire ai terremotati le donazioni raccolte negli ultimi mesi o ad anticipare nuove risorse. E a proposito proprio delle donazioni degli italiani, emerge ora un particolare che certamente farà discutere. Il giornalista Franco Bechis ha fatto infatti notare che per l’emergenza terremoto in Centro Italia, da alcuni mesi era possibile mandare il proprio aiuto tramite bonifico a un conto corrente aperto presso Monte dei Paschi di Siena. Un conto che quindi rischiava di finire nella morsa del bail-in. Considerando che erano stati inviati più di otto milioni di bonifici, è difficile immaginare che il saldo fosse inferiore ai 100.000 euro. Quindi, stante la normativa sui salvataggi bancari, le donazioni degli italiani sarebbero andate perse se non ci fosse stato l’intervento pubblico a scongiurare il fallimento di Mps. Bechis ricorda che è stata la Protezione civile a scegliere di aprire il conto proprio presso la banca toscana. E l’intestazione stessa del conto fa riferimento alla Presidenza del Consiglio, Dipartimento Protezione civile. Ovviamente al momento dell’apertura del conto, a palazzo Chigi c’era ancora Matteo Renzi. Per fortuna il peggio è stato evitato.