Non si conoscono ancora i dettagli dell’intervento pubblico in Mps. Si sa solo che il Governo con il decreto di dicembre ha di fatto reso disponibili fino a 20 miliardi di euro per mettere in sicurezza tutto il sistema bancario italiano. E che non saranno sufficienti i 5 miliardi che la banca toscana pensava di raccogliere sul mercato alla fine del 2016. Infatti, la Banca centrale europea ha indicato in 8,8 miliardi di euro la cifra della ricapitalizzazione necessaria per Montepaschi. Non si capisce però se tale cifra basterà. Perché secondo Franco Bechis, che su Libero ha scritto un articolo, di miliardi potrebbero volercene anche 30. Una cifra davvero importante, superiore persino a quella che il Governo ha stanziato per tutto il sistema bancario. Naturale quindi una reazione come quella di Augusto Minzolini, che su Twitter scrive: “Leggi che il conto del salvataggio di Mps potrebbe salire da 8 a 30 miliardi.Ma siamo pazzi!Ma qualcuno dei responsabili pagherà mai?!”.



L’operazione per il salvataggio pubblico di Monte dei Paschi di Siena sta per entrare nel vivo, ma sono ancora molti i dettagli su cui le parti stanno continuando a trattare. Intanto dopo aver ricevuto il via libera dal Ministero dell’Economia alla procedura per l’emissione dei bond con le garanzie pubbliche, Mps ha annunciato l’avvio delle pratiche per tornare sul mercato con un primo bond garantito entro la fine del mese. In parallelo si continua a lavorare al piano industriale che dovrà ricevere il via libera dalla Bce, con cui tra l’altro si lavora per ridimensionare l’importo dell’aumento di capitale richiesto. Per quanto riguarda la cessione delle sofferenze, il piano di JP Morgan e Mediobanca prevedenza la cessione di oltre 27 miliardi di sofferenze lorde, ma ad oggi non è chiaro a quanto ammonti questo pacchetto di cui Mps si vuole liberare. Sembrava probabile, l’intervento del fondo Atlante per l’operazione di cartolarizzazione dei crediti deteriorati, ma come vi abbiamo spiegato in basso l’ipotesi starebbe tramontando. L’ultima operazione di successo di Monte dei Paschi di Siena comunque risale al 2015, quando furono collocati facilmente due bond in un mese. Da allora, però, è cambiato tutto e, infatti, ad oggi la situazione è complessa.



Il ministero dell’Economia e delle Finanze è chiamato a mettere a punto il decreto attuativo per l’intervento pubblico in Mps, mentre il Parlamento dovrà proseguire l’esame e l’approvazione del decreto salva-banche con cui sono stati stanziati 20 miliardi di euro. Secondo quanto riportato dalla Banca d’Italia nel suo bollettino economico, la ricapitalizzazione di Montepaschi avverrà “nel rispetto del quadro normativo europeo in tema di risanamento e risoluzione delle crisi bancarie, nonché di aiuti di Stato”. In questo senso sarà importante il giudizio che verrà dato dalle autorità europee, che hanno tra l’altro già sollecitato Monte dei Paschi di Siena a fornire al più presto il nuovo piano industriale, su cui dovrà pronunciarsi anche la Banca centrale europea, cui spetta la vigilanza sui principali istituti di credito europei. Rocca Salimbeni dovrebbe predisporre il tutto entro i primi giorni di febbraio.



Presto il Tesoro definirà i dettagli dell’intervento pubblico a sostegno di Mps. Un intervento che anche Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, giudica in maniera positiva. Il quale è però dubbioso sul fatto che il Fondo Atlante possa avere un ruolo nella messa in sicurezza della banca toscana. “Ben venga Mps, ben venga l’accordo sulle tre banche, anche se si poteva  fare prima e meglio, non so se ben venga il Fondo Atlante, se è la strada  giusta”, ha detto Castagna. Non resta che vedere quali saranno gli eventi significativi di questa settimana per Montepaschi, che dovrà ultimare il piano industriale che le autorità europee attendono e che in alcuni casi anche hanno “sollecitato”. Nulla potrà essere lasciato al caso vista la delicatezza dell’operazione.

Un messaggio di allerta, non di minaccia, ma comunque di urgenza: sul caso Mps e sul salvataggio della Banca Monte dei Paschi di Siena è intervenuto ieri mattina con una intervista a La Stampa di Torino il vicepresidente della Commissione Ue, nonché ex premier della Lettonia, Valdis Dombrovskis. Il senso del messaggio è chiaro, «Italia, sveglia! Adesso dovete ridurre davvero il debito pubblico, superando i problemi Manovra e Mps». L’ex premier lettone spiega la situazione con pazienza e spirito costruttivo. Come si evince dall’intervista di stamane, Dombrovskis è ottimista sul negoziato con il ministro Padoan, «registro una precisa volontà di procedere nella direzione del rispetto del Patto». Tratta con serenità, ma resta l’urgenza del messaggio d’allerta: «In generale il sistema si sta riprendendo. È meglio capitalizzato e ha un tasso di liquidità migliore. Allo stesso tempo, però, rimane un problema persistente delle sofferenze, particolarmente pronunciato in Italia. Abbiamo lavorato con le vostre autorità su tutto questo. È in corso il processo di ristrutturazione del Montepaschi e si stanno consolidando gli altri istituti. Vediamo che il governo sta affrontando le questioni aperte. Questo aiuterà la stabilità finanziaria e assicurerà il pieno ritorno delle banche al loro ruolo di finanziatrici dell’economica», afferma il vice presidente della Commissione Europea.

Si apre una nuova settimana importante per Mps. La banca toscana dovrebbe infatti in questi giorni annunciare ufficialmente la prima emissione di bond dell’anno, che sarà garantita dallo Stato, per un valore compreso tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro. Una nuova tranche di ugual importante dovrebbe poi essere varata tra febbraio e marzo. L’obiettivo, infatti, è quello di raccogliere quest’anno ben 15 miliardi, che andranno a rimpinguare le casse di Montepaschi. Secondo quanto riporta l’Ansa, durante il fine settimana a Rocca Salimbeni si è lavorato molto sulle nuove obbligazioni dopo che nei giorni scorsi il ministero dell’Economia e delle Finanze aveva comunicato di aver varato il provvedimento necessario a fornire la garanzia pubblica alle nuove obbligazioni. Garanzia pubblica che è necessaria per proporre al mercato il titolo. E sarà interessante anche vedere come sarà accolto e quale cedola Rocca Salimbeni dovrà garantire e con quale scadenza. Da un certo punto di vista il tutto servirà anche da “test” per la fiducia degli investitori su Mps in vista del ritorno alle contrattazioni dei suoi titoli a Piazza Affari. I vertici di Monte dei Paschi di Siena dovranno poi continuare a lavorare al piano industriale. Da Davos, Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ha sollecitato la banca italiana a far arrivare presto la documentazione a Bruxelles, di modo che possa essere esaminata ed eventualmente approvata. Probabile che prima ci sarà un nuovo scambio tra Rocca Salimbeni e il Tesoro per far sì che il documento possa essere il più preciso possibile e anche il più confacente alle direttive comunitarie. Farsi bocciare il piano, infatti, potrebbe rappresentare un nuovo danno di immagine per una banca chiamata a recuperare fiducia.

Giuseppe Vegas ieri è tornato sul caso Mps a ribadire quanto riferito già di recente durante l’audizione davanti alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. Il Presidente della Consob, infatti, ha spiegato che non ha senso fissare una data per riammettere alla contrattazioni presso la Borsa Italiana i titoli di Mps. Questo almeno finché non sarà ultimato e presentato il piano industriale cui Rocca Salimbeni sta lavorando e che, secondo le previsioni, dovrebbe essere pronto per l’inizio di febbraio. “Quando si saprà il piano industriale che dovrà essere avvalorato anche dagli organi della Bce ripartiranno le contrattazioni”, ha detto Vegas. Bisogna ricordare che altre alle azioni, anche le obbligazioni sono sospese dalle contrattazioni e su di esse si attendono dettagli particolari in merito alla conversione dei bond subordinati già annunciata dal Governo.