In una delle risposte scritte inviate alla commissione Finanze del Senato, i vertici di Mps evidenziano come nel capitale sociale sia aumentato il numero degli azionisti retail. Questo perché nel corso del 2016 “gli investitori istituzionali di lungo termine hanno progressivamente venduto le loro azioni”. Basti pensare, a questo proposito, al fatto che anche la Fondazione Mps ha ridotto ai minimi termini la sua partecipazione in Rocca Salimbeni. Inoltre, la banca sottolinea che “i compratori sono stati investitori istituzionali e retail che agivano principalmente con un’ottica di breve termine, il che ha determinato un aumento della volatilità del titolo”. Quindi a novembre 2016 la percentuale del capitale sociale in mano ad azionisti retail ha raggiunto il 55%. Ora non resta che vedere se dopo l’intervento dello Stato gli investitori istituzionali torneranno ad acquistare le azioni di Montepaschi.



IDaniele Nouy, responsabile della vigilanza bancaria in capo alla Bce, ha rilasciato in un’intervista a Repubblica in cui ha parlato anche di Mps, spiegando che a suo modo di vedere concedere un altro mese alla banca toscana per portare a termine la ricapitalizzazione di mercato, così com’era stato chiesto da Rocca Salimbeni, non avrebbe migliorato la situazione, “bisognava procedere verso il passaggio successivo, la ricapitalizzazione precauzionale”. Tonia Mastrobuoni le ha anche ricordato che “il ministro dell’Economia Padoan e altri hanno accusato la Vigilanza europea di ‘opacità’ riguardo a Mps in particolare, ma anche ad altri casi” e la francese ha quindi spietgato che “le informazioni sulle singole banche sono di proprietà dei singoli istituti che devono potersi fidare del fatto che restino confidenziali. L’unica cosa che posso dire su quel caso specifico è che chi doveva sapere degli sviluppi riguardo alla banca aveva tutte le informazioni a disposizione. Di fatto, il caso è stato discusso molto nel nostro consiglio di vigilanza. E la Banca d’Italia vi è rappresentata”.



Mps ha emesso due bond per complessivi 7 miliardi di euro e secondo un tesoriere di una banca italiana, “sul mercato interbancario c’è grande fame di rendimenti. Qualsiasi cosa possa offrire tassi di interesse interessanti sarà certamente bene accetta”. Dunque le obbligazioni di Montepaschi dovrebbe riscuotere un certo successo, tanto più che godono delle garanzia pubblica, una volta che andranno sul mercato. Infatti, per ora sono ancora nelle mani della banca toscana, che le ha subito comprate dopo l’emissione. Ora potrà scegliere se usarle come garanzia per ottenere dei prestiti da controparti bancarie, oppure venderne una parte (o la totalità) sul mercato obbligazionario. In entrambi i casi Monte dei Paschi di Siena otterrebbe la liquidità che le serve. “Secondo un operatore del settore obbligazionario, Mps potrà trovare investitori disposti a comprare i suoi titoli, ma dovrà venderli forse a prezzi inferiori a quelli di emissione”,  scrive il quotidiano di Confindustria. Di fatto, quindi, la banca toscana dovrà pagare più della cedola dello 0,5% (bond annuale) e dello 0,75% (bond triennale) nominale dei titoli. Il Sole 24 Ore cita un altro addetto ai lavori, secondo cui Mps dovrà “offrire un premio compreso tra 50 e 70 punti base”. Questo anche nel caso voglia usare le obbligazioni come garanzia per prestiti interbancari. Il quotidiano ricorda anche che i bond, diversamente da quanto avveniva in passato, non potranno essere usati come collaterale per prestiti da parte della Banca centrale europea.



Scatenato Renato Brunetta contro Renzi e il governo sul fronte Mps durante un convegno “Banche e tasse, la sinistra uccide il risparmio” organizzato da Forza Italia questo pomeriggio a Firenze. Secondo il capogruppo FI alla Camera, “È stato ignobile usare Monte Paschi di Siena per la strategia del terrore. Si poteva salvare Mps 6-8-10 mesi fa, il Parlamento era pronto. Renzi ha voluto tenere in piedi la soluzione di mercato, che non esisteva, per drammatizzare la situazione a fini referendari”, riporta Brunetta, prendendo a mira l’ex premier Matteo Renzi. Secondo uno dei leader azzurri, sulla banca di Siena sono stati commessi molti pasticci, l’ultimo dei quali il decreto del Governo. «vediamo se Padoan lo cambierà tenendo in considerazione anche le posizioni di Forza Italia», andando cioè a salvare altre quattro banche oltre a Mps. «Salvataggio mps? Benissimo, ma salviamo anche le altre quattro banche in crisi. Non ci devono essere figli e figliastri. E la colpa della crisi del nostro sistema bancario è ascrivibile a Renzi, alla sua fallimentare politica economica. Gentiloni deve cambiare verso, serve discontinuità», ha chiuso Brunetta.

Con un focus specifico su Mps, si scopre che il Monte dei Paschi di Siena si apre alle prossime settimana su tre fronti, ovviamente tutti legati tra loro: il salvataggio dello stato alla prova della Bce, la cessione dei Npl e la prova del “nove” per la garanzia pubblica, con l’emissione del primo bond post- salvataggio della banca di Siena. Secondo l’analisi del quotidiano economico, Mps è al lavoro per l’emissione del primo bond con garanzia pubblica: «le attese sono per un taglio da 1-2 miliardi, da collocare entro un paio di settimane». Resta comunque il perno di tutta l’operazione sula cessione dei Npl, circa 27 miliardi di euro con ipotesi assai diverse sul tavolo del board Monte dei Paschi come potete verificare nell’approfondimento qui sotto.