Oltre ai dati su fiducia di imprese e consumatori, l’Istat in settimana ha diffuso quelli su fatturato e ordinativi dell’industria, che sono risultati positivi (il primo, in particolare, fa segnare un +3,9% su base annua). Tuttavia sono riferiti a novembre e riescono a dirci poco su come potrà andare l’economia quest’anno. Lo evidenzia anche Mario Seminerio, direttore del blog phastidio.net, secondo cui «da tutti gli indicatori congiunturali emerge che è in corso una ripresa economica, soprattutto manifatturiera, visibile. Non si può che prendere con soddisfazione questi dati, che però rischiano di essere “obsoleti” di fronte alla “variabile Trump”, che genera molta incertezza per i prossimi mesi, in attesa dei provvedimenti concreti della nuova Amministrazione americana».
Quale potrebbe essere, da questo punto di vista, il provvedimento più penalizzante per l’Italia?
Il nostro è un Paese che mantiene una forte vocazione manifatturiera all’export e quello americano è uno dei maggiori mercati di sbocco. Esistono poi delle interconnessioni, per cui i nostri produttori manifatturieri sono inseriti organicamente nelle catene di fornitura globali, in particolare della Germania. Quindi, qualunque iniziativa esplicitamente protezionistica dell’Amministrazione Trump, fosse anche volta a colpire solamente il surplus commerciale tedesco, avrebbe dei riflessi molto pesanti sull’economia italiana. Con buona pace di chi nel nostro Paese pensa che il protezionismo di Trump sarebbe una cosa buona e giusta per dare una lezione alla Germania.
Trump varerebbe davvero dei dazi doganali anche per l’Unione europea?
Finora Trump ha espresso una sostanziale antipatia nei confronti dell’Ue. Se questa antipatia verbale verrà tradotta in ostilità manifesta, penso che ci attenderanno dei momenti molto difficili, ma saranno tali anche per l’economia americana. Perché essa è relativamente chiusa, ma nessuno è autosufficiente sul pianeta. Non è chiaro se Trump procederà con provvedimenti tutto sommato simbolici, quindi accontentandosi per esempio del rimpatrio di alcuni impianti automobilistici negli Usa, oppure se attuerà alla lettera quelle che erano le promesse di campagna elettorale.
Le conseguenze quali potrebbero essere?
Nel primo caso, l’economia mondiale potrebbe restare intatta e illesa o potrebbero addirittura esserci dei benefici da un qualche stimolo fiscale americano. Nel secondo caso, invece, ci sarebbe il rischio di una recessione globale molto grave e profonda, conseguenza di una guerra commerciale. Senza contare che dopo l’uscita degli Usa dal Tpp, in Asia l’influenza regionale della Cina parrebbe destinata a estendersi anche all’ambito commerciale. Questo potrebbe creare dei seri problemi al Giappone e costringerebbe probabilmente gli americani a un atteggiamento più aggressivo, magari anche dal punto di vista militare.
Ponendo anche che Trump prenda le decisioni per noi più indolori, l’Europa è comunque di fronte ad appuntamenti elettorali che potrebbero metterla duramente alla prova, specie in Francia.
È difficile che in Olanda Wilders, pur potendo ottenere la maggioranza relativa, riesca a formare un Governo. Se Fillon dovesse diventare Presidente francese il grosso del rischio sarebbe disinnescato, si attenderebbero le politiche tedesche, che probabilmente daranno vita a una nuova grande coalizione. Se invece Marine Le Pen dovesse vincere, dovrebbe confrontarsi con una situazione di realismo politico: la sua idea di uscire dall’euro operativamente continua a essere piuttosto velleitaria e scarsamente realizzabile in maniera non traumatica. Per il futuro dell’Europa vedo comunque determinanti le decisioni di Trump.
In che senso?
Se l’economia globale continuerà a crescere con il passo che sta mostrando nelle ultime settimane e non ci saranno scossoni da parte di Trump, che forse potrà persino dare un impulso espansivo ulteriore, molte tensioni in Europa si attenueranno e si potrà riflettere in maniera più “tranquilla” su cosa fare di questa Unione europea. Se invece la situazione dovesse precipitare verso un aumento delle tensioni commerciali, e quindi la crescita economica dovesse risultare colpita o addirittura arrestarsi, è chiaro che Ue ed euro rischierebbero di implodere.
Trump potrebbe anche prendere decisioni importanti nei confronti della Russia. Queste potrebbero aiutarci?
Se la Russia verrà invitata a tornare al G-7 e se verranno allentate le sanzioni commerciali ci potrà essere una situazione di tranquillità, almeno di breve termine. Resta da capire quale sarà lo sviluppo della Nato, perché Mosca non vuole che stia ai suoi confini con un atteggiamento ritenuto aggressivo. Mattis, il nuovo responsabile del Pentagono, mi pare che porti avanti considerazioni molto “tradizionali” riguardo la politica estera. Tuttavia, avere al Dipartimento di Stato un petroliere come Tillerson, che è molto attento alle convenienze economiche, dovrebbe creare una situazione di distensione.
(Lorenzo Torrisi)