L’Italia è in deflazione: lo rileva l’Istat dopo gli ultimi studi sul 2016, rilevando una novità clamorosa che non avveniva nel nostro Paese addirittura dal 1959. Da mezzo secolo non avveniva infatti che l’Italia avesse un calo generale medio dei prezzi rispetto all’anno precedente, piccolo segnale di una possibile ripresa che ovviamente dovrà avere seguito, come il corrispondere dell’aumento degli stipendi, che purtroppo ancora non avviene. «Nel 2016 i prezzi al consumo, secondo i dati provvisori dell’Istat, hanno registrato infatti una variazione negativa dello 0,1% come media d’anno. È dal 1959 (quando la flessione fu pari a -0,4%) che non accadeva», rileva l’istituto di statistica nel ripor presentato oggi a Roma. L’inflazione di fondo, calcolata al netto degli alimentari freschi e dei prodotti energetici, è rimasta invece in territorio positivo (+0,5%), pur rallentando la crescita da +0,7% del 2015. Per i meno esperti, in termini di macroeconomia, la deflazione è quel particolare fenomeno di diminuzione del livello generale dei prezzi. Il fenomeno opposto si definisce inflazione. La deflazione non va confusa con la disinflazione, che descrive semplicemente un rallentamento del tasso di inflazione. Giù i prezzi, anche se interessante risata vedere sotto quali settori questo accade e con quali invece si ha ancora un aumento esponenziale rispetto al 2015.



Se l’Italia è stata rilevata dall’Istat in deflazione lo si deve sopratutto al settore energetico dove si sono registrati diminuzioni dei prezzi di abitazione, combustibili, elettricità e acqua, con un positivo -1,7% rispetto ai costi del 2015: bene anche i trasporti, con i prezzi calati del 1,5%, mentre «Per entrambe le divisioni di spesa questo andamento è causato in primis dalla componente riconducibile ai beni energetici, che hanno chiuso il 2016 con un marcato arretramento rispetto al 2015». Sono però ben nove le divisioni di spesa che invece vengono date in aumento rispetto all’anno precedente: tra questi, i prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi) sono aumentati dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di dicembre 2015. Secondo l’Istat, la ripresa dell’inflazione è legata alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,6%), degli energetici non regolamentati (+2,4%) e degli alimentari non lavorati (+1,8%).

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