Per Matteo Salvini, l’esperienza del Governo Gentiloni è “identica a quella di Matteo Renzi, ma ancora più appiattita sui diktat di Bruxelles”. E per questo il leader del Carroccio, parlando a Radio Padania, non esclude “che dietro l’angolo ci sia la Troika che potrebbe prepararsi a fare altri tagli con interventi sull’economia, le pensioni, l’Iva e le tasse”. Claudio Borghi Aquilini, Consigliere regionale della Toscana, nonché responsabile economico della Lega Nord, non è però tanto preoccupato, «perché mi sembra che già stiamo facendo da tempo quello che ci domanda l’Europa. Basta pensare che sull’ultima Legge di bilancio c’era uno scontro tra Renzi e la Commissione europea sullo 0,1% di Pil. Il che vuol dire che di fatto si stava facendo quel che Bruxelles chiedeva».
Non pensa quindi che arriverà la Troika in Italia?
Non è molto importante l’arrivo ufficiale della Troika, perché tanto in ogni caso chi è al Governo farà sempre tutto quello che gli è stato chiesto. Che tutela si può pensare di avere da Gentiloni, che ha regalato il mare alla Francia? Dare a una potenza straniera parte dello Stato, per me è qualcosa di assimilabile all’alto tradimento.
Dunque con Gentiloni siamo passati dalla padella alla brace?
Gli ultimi quattro Presidenti del Consiglio, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni – che ricordo non sono stati eletti dagli italiani -, dando l’illusione al cittadino di cambiare registro hanno in realtà portato avanti un progetto assolutamente coerente e preciso di smantellamento dell’Italia. Di fatto l’attuazione di programmi distruttivi da parte dell’Unione europea che, ricordiamo, non ha assolutamente interesse alla nostra prosperità, visto che siamo avversari economici per chi al momento è azionista di maggioranza dell’Ue, ovvero Germania e Francia. Il loro interesse è che noi chiudiamo bottega.
Questo programma distruttivo passa anche dalle banche?
Certo. E il bail-in ne è la prova. Io già da molto prima che il provvedimento venisse approvato mettevo in guardia dal fatto che fosse una bomba per il nostro sistema. Chiunque avesse voluto vedere avrebbe capito cosa c’era in arrivo.
Si spieghi meglio.
Sono state messe in campo politiche di forte austerità, che hanno portato a una recessione (13 trimestri in Italia, partendo con Monti) e alla chiusura di migliaia di imprese e alla perdita di tantissimi posti di lavoro. Cosa che ha fatto sì che molti prestiti non siano stati onorati. In questa situazione, cioè di austerità creata da politiche dello Stato che ha danneggiato il tessuto economico e le banche, è stato predisposto un sistema che azzera i debiti delle banche accollandoli ai risparmiatori. Una vera e propria vigliaccata, ma che era totalmente prevedibile.
Lo Stato però, come si vede nel caso di Montepaschi, salva poi i risparmiatori…
Padoan ha garantito che i risparmiatori saranno tutelati in toto. Tuttavia al momento i titoli di Mps, comprese le obbligazioni, sono sospesi dalle contrattazioni. Se fossi un risparmiatore di Montepaschi non sarei quindi del tutto convinto di essere salvato in toto. Altrimenti le contrattazioni dovrebbero essere aperte e i titoli in forte salita. Non vorrei fossimo di fronte a un messaggio della serie “#risparmiatorestaisereno”.
Come finirà secondo lei la vicenda di Mps?
Non possiamo pensare che a pagare siano i risparmiatori inconsapevoli, che anzi vanno tutelati integralmente. Per non dare soldi agli speculatori basta rimborsare il prezzo di carico delle obbligazioni acquistate. Visto che l’origine del disastro è nell’acquisizione di Antonveneta bisognerebbe far pagare chi ha avvallato quell’operazione, ovvero la Banca d’Italia. O la Bce, visto che in questo momento sono la stessa cosa. Il costo andrebbe messo sulle spalle non della collettività, ma di chi ha consentito questo disastro. Dovrebbe esserci poi un ingresso totale dello Stato nella banca e la creazione, in totale trasparenza, dell’elenco di chi non ha restituito i prestiti alla banca.
Con quale scopo?
In modo che si possano anche dare punizioni esemplari, che siano da avvertimento rispetto al temuto moral hazard, cosicché non si possa pensare che i profitti sono privati e le perdite pubbliche. Sistemato Montepaschi bisogna poi pensare alle altre banche.
Quali?
Quelle dove sono successi dei disastri per i risparmiatori: Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Non possiamo infatti pensare che ci possano essere delle differenze di trattamento tra risparmiatori inconsapevoli. E anche lì, poi, bisognerà far luce sulle responsabilità dei dissesti e agire di conseguenza.
(Lorenzo Torrisi)