L’Istituto Opere di Religione (IOR) ha avviato un’azione civile a Malta per investimenti dannosi. È indirizzata a più soggetti terzi, che sono ritenuti responsabili da parte della Banca del Vaticano di averla danneggiato significativamente con alcune attività di investimento. Nel mirino è finito un investimento di 17 milioni di euro che è stato effettuato a Malta agli inizi del 2013. Lo ha spiegato Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. I giudici dovranno dunque quantificare i danni subiti dallo IOR, che così denuncia presunte irregolarità e si dice disponibile ad adottare ogni misura utile per tutelare i propri interessi economici e reputazionali, anche al di fuori dei confini della Città del Vaticano. Di queste perdite dello IOR avevano parlato nel giugno 2014 l’Espresso e nel 2016 il Fatto Quotidiano, sostenendo che il fondo Ad Maiora avrebbe inghiottito notevoli quantità di denaro con investimenti sbagliati e attraverso altissime commissioni e consulenze.
IOR, IL MODELLO DI FINANZA CON LA NUOVA GESTIONE
Ma la vicenda relativa agli investimenti sbagliati e alle perdite legate al fondo Ad Maiora aveva fatto cenno indiretto nel 2014 anche il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia. Come ricostruito da La Stampa, l’investimento era stato stabilito dal vecchio management dello IOR. Infatti la nuova dirigenza, dopo l’arrivo del presidente Ernst von Freyberg, nel 2013 decise di sganciarsi da questa intermediazione, ritenendo troppo rischioso quel tipo di investimento. Il costo dell’operazione di bonifica è stato individuato nel rendiconto annuale 2013, alla voce «risultato netto di negoziazione» che segnava una perdita pari a 16,5 milioni di euro. L’Istituto presieduto da Jean-Baptiste de Franssu e diretto da Gianfranco Mammì ha assunto un’iniziativa molto forte. Del resto lo IOR ha ridisegnato il proprio modello di investimento dei quasi 6 miliardi di fondi amministrati e dei 636 milioni di mezzi propri all’interno di linee guida ben precise, basate – come ricorda Il Sole 24 Ore – sulle richieste di Papa Francesco. «L’Istituto deve servire la Chiesa cattolica con moralità ed efficienza, ma senza ricercare il massimo profitto», aveva detto Giorgio Majorano, cfo dello Ior, in un seminario a porte chiuse. I criteri ora sono conservativi, le prospettive di medio termine, c’è un controllo dei rischi e maggiore oculatezza nella scelta degli investimenti. Nuovi principi che hanno portato all’azione civile a Malta.