MPS, IN BORSA CHIUDE A +0,17%

Termina in rialzo la terza giornata di Mps a Piazza Affari, con un +0,17, a quota 4,736 euro. In ogni caso l’andamento del titolo dopo il ritorno in Borsa ha stupito non poco gli esperti. Anzitutto perché i volumi degli scambi sono stati piuttosto limitati rispetto alle attese. Come segnala Il Sole 24 ore, le previsioni erano di flussi di vendita pari a circa 100 milioni di azioni. Invece ieri ne sono state scambiate circa 12 milioni. L’andamento della prima giornata di scambi, dove pare ci fossero stati anche problema negli ordini di vendita, potrebbe aver anche convinto chi era intenzionato a cedere i propri titoli ad aspettare un ulteriore rialzo. Senza dimenticare che qualcuno potrebbe anche aver deciso di attendere marzo, quando il ritorno di Mps nel listino principale porterà certamente a un aumento del titolo. Il 7 novembre è poi prevista l’approvazione dei conti trimestrali da parte del cda e forse con quei numeri in mano saranno prese le decisioni più importanti sul titolo.



MPS, IN BORSA A -1%. L’INTERROGAZIONE DI DELLAI (PD)

Le azioni di Mps in Borsa oggi cedono l’1%, attestandosi a 4,68 euro. Intanto Luigi Dallai ha presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata a Pier Carlo Padoan e Dario Franceschini a proposito della collezione artistica di Mps, che potrebbe in teoria essere messa in vendita secondo quanto previsto dal piano industriale approvato dalle autorità europee. Il deputato del Partito democratico ha chiesto una verifica sui possibili effetti di quanto contenuto nel prospetto informativo sulla ristrutturazione della Banca. Quindi ha richiamato il Governo a indicare quali provvedimenti intenda prendere “per tutelare l’integrità e la fruibilità pubblica di un patrimonio storico di valenza nazionale”. Dallai si è detto fiducioso del fatto che il Governo dia una pronta risposta, visto il suo impegno per “evitare la vendita all’estero di opere rilevanti del patrimonio artistico e culturale nazionale”.



LA PROCURA TORNA SUL CASO ROSSI

Monte dei Paschi affronta oggi la terza giornata in Borsa dopo la sospensione durata dieci mesi. Intanto continua a tenere banco il caso della morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi. La Procura di Siena ha infatti diffuso un comunicato stampa contenente “le risposte dei capi degli uffici giudiziari di Siena alle critiche di merito sull’indagine riguardante la morte di David Rossi”. Vengono quindi presentati alcuni chiarimenti su dieci elementi che sono stati oggetto di critiche. Per esempio, viene spiegato che gli indumenti di Rossi non sono stati sequestrati e quindi non sono stati distrutti dalla Procura. All’inizio delle indagini il sequestro “non appariva necessario all’accertamento del fatto”. O ancora, sulla questione dell’orologio che ha lasciato il segno sul polso dell’uomo, ciò potrebbe essere “l’impronta profonda lasciata per effetto della caduta dalla compressione del quadrante dell’orologio indossato dal Rossi”. Non ci sarebbe alcuna prova incontrovertibile, come già segnalato dal Gip Malvasi, che l’orologio stesso fosse stato lanciato dalla finestra dell’ufficio di Rossi dopo la sua caduta.



Viene anche spiegato che il numero 4099009 che si sostiene possa essere stato digitato sul telefono di Rossi due volte dopo la sua morte, in realtà è frutto di una deviazione di chiamata al numero di servizio Tim di autoricarica, in quanto “l’utenza della Orlandi aveva esaurito il credito durante la precedente chiamata”. Tra le altre cose viene anche evidenziato che nonostante gli accertamenti del Gabinetto nazionale di Polizia scientifica non è stato possibile identificare la persona che nel filmato della telecamera di sorveglianza si affaccia sul vicolo dove Rossi giaceva per via della “pessima qualità del filmato di videosorveglianza”.