IN BORSA CHIUDE A +2,3%

Mps chiude questa giornata in Borsa con un rialzo dell’1,03%, sopra quota 4,7 euro ad azione. Si continua intanto a parlare del caso David Rossi. Davide Vecchi, il giornalista del Fatto Quotidiano che ha scritto anche un libro su questa vicenda, è stato ospite ieri della puntata di Agorà in onda su Rai 3, dove pure era in collegamento Daniela Santanché. Il giornalista ha detto che dai tabulati telefonici risulta che l’ex responsabile della comunicazione di Mps, la sera della sua tragica morte, abbia ricevuto una telefonata dalla parlamentare, quando era già deceduto. Tuttavia qualcuno avrebbe risposto alla chiamata. Santanché ha smentito in diretta questa circostanza, confermando invece di aver chiamato Rossi, senza però ricevere alcuna risposta. Vecchi ha spiegato che quanto da lui detto è quel che risulta dai tabulati acquisiti dagli inquirenti all’epoca della prima indagine.



PARTITA L’OFFERTA DI SCAMBIO PER I RISPARMIATORI

Mps in Borsa cede l’1,7%, scendendo sotto i 4,6 euro ad azione. Con l’approvazione del decreto da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze è finalmente partita l’offerta di scambio rivolta ai risparmiatori di Montepaschi che in cambio delle loro obbligazioni subordinate Upper Tier 2 emesse per finanziare l’acquisto di AntonVeneta hanno ricevuto delle azioni della banca toscana. Ora, fino al 20 novembre, potranno consegnarle allo Stato che le pagherà 8,65 euro l’una mediante l’assegnazione di bond senior di Mps. Alla fine quindi i risparmiatori si ritroveranno con in portafoglio delle obbligazioni. Anche se, com’era già stato chiarito nelle scorse settimane, se tutti dovessero aderire all’offerta non ci sarebbe la possibilità di convertire tutte le azioni in obbligazioni: quindi c’è la probabilità di ritrovarsi lo stesso con delle azioni in mano al termine del periodo di offerta.



IL FONDO ATLANTE CAMBIA NOME

Monte dei Paschi affronta oggi una nuova giornata in Borsa, sperando di poter risalire dopo il ribasso di ieri. La banca toscana è comunque riuscita a tornare la scorsa settimana a Piazza Affari dopo un’attesa durata dieci mesi. C’è voluto un po’ meno, ma comunque un periodo piuttosto lungo, per arrivare a trovare il modo di mettere in sicurezza la banca toscana attraverso la ricapitalizzazione precauzionale, che ha dovuto passare il vaglio delle autorità europee. Un tassello importante di questa operazione è stata la cessione dei crediti in sofferenza, che verranno ora cartolarizzati grazie all’impegno preso dal Fondo Atlante. Fondo che era intervenuto già su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, quando le due banche venete avevano lanciato un aumento di capitale provando anche a sbarcare a Piazza Affari. L’intervento di Atlante, alimentato dai contributi soprattutto di alcune banche italiane, ha evitato il peggio, ma l’investimento si è totalmente azzerato ora che le due banche venete sono passate a Intesa Sanpaolo.



Forse anche per questo l’assemblea degli investitori di Atlante 2 ha deciso di cambiare il nome del fondo in Italian Recovery Fund, che ormai si occuperà della cartolarizzazione degli Npl, avendo in essere quattro operazioni per un portafoglio complessivo pari al valore nominale di 31 miliardi di euro e un investimento pari a circa 2,5 miliardi. L’assemblea ha anche nominato il comitato degli investitori, composto da Francesco Ceci, Giovanni Gilli, Marina Natale, Ranieri De Marchis, Filippo Casagrande, Massimo Molinari, Edoardo Ginevra, Pierfrancesco Latini e Michele Crisostomo.