Dalla Commissione europea potrebbe presto partire una nuova lettera indirizzata al Governo italiano per evidenziare la necessità di intervenire su deficit e debito pubblico, con un giudizio definitivo sulla Legge di bilancio che sarà dato solamente a maggio, quando con tutta probabilità ci saranno già state le elezioni. Non è da escludere, quindi, che prima ancora di nascere il nuovo esecutivo di Roma dovrà fare i conti con la richiesta di una manovra correttiva. L’Ue vuol evitare rischi rispetto al risultato del voto preparando una sorta di commissariamento per l’Italia? «Secondo me non si tratta di questo», ci dice Paolo Cirino Pomicino, ex ministro del Bilancio, «la verità è più semplice dell’acqua fresca».



E quale sarebbe?

Nessuno pensa a come affrontare e risolvere il problema del debito pubblico che in 25 anni si è triplicato, impoverendo il Paese. Se si fosse arricchito già sarebbe una cosa diversa, perché con una crescita, una ricchezza importante, il debito sarebbe sostenibile. Invece abbiamo un forte aumento del debito e una crescita modesta, visto che siamo gli ultimi in Europa. Questo problema richiede una manovra straordinaria per incominciare a ridurre il debito pubblico. Ci sono state diverse riflessioni sull’argomento, ma i governi sono stati silenti da ogni parte. 



Dunque il prossimo esecutivo dovrà fare i conti con questa manovra straordinaria?

Deve essere fatta, non c’è altro modo. Come si può pensare di ridurre un debito che in termini assoluti è di 2.300 miliardi di euro, avendo un ciclo economico internazionale positivo con il quale, se tutto andasse bene e volendo essere più ottimisti della previsioni, l’Italia crescerebbe del 2%? Ci vorrebbero 40 anni! C’è quindi bisogno di una manovra correttiva imperniata in particolare sulla ricchezza nazionale. La quale non può non farsi carico di salvare il Paese, perché facendolo salverebbe anche se stessa. Di certo non lo possono salvare i pensionati. 



Sta parlando di una patrimoniale?

I soldi si devono prendere laddove ci sono, ma non con la patrimoniale, che è un provvedimento recessivo. Già tempo fa ho avuto modo di avanzare delle proposte. Ci sarà il tempo di parlarne al momento opportuno.

Pomicino, c’è un altro punto critico nei rapporti tra Italia e istituzioni europee: le nuove regole sugli Npl. Lei che idea si è fatto?

Sugli Npl l’Europa sta commettendo errori drammatici, perché sta operando affinché una ricchezza importante venga trasferita dagli azionisti delle banche ai fondi speculativi nazionali e internazionali. E in casa nostra naturalmente la politica non sa neanche di che cosa si parla e avvengono cose che di qui a qualche giorno vedremo sui giornali.

C’è chi ha evidenziato la possibilità che ci siano importanti passaggi di proprietà delle banche. Lei a cosa si riferisce? 

In effetti un passaggio di proprietà l’abbiamo già visto con il caso di Unicredit. Ma arriveranno anche altre cose che colpiranno in maniera molto forte l’opinione pubblica. Avverranno cose intollerabili. Non posso dirle niente di più, ogni cosa a suo tempo…

(Lorenzo Torrisi)