IN BORSA CHIUDE A -0,56%
Mps chiude la giornata in Borsa con una perdita dello 0,47%, con le azioni che restano sopra i 4,65 euro. Pierluigi Piccini vede intanto con favore la possibilità che le strade di Montepaschi e Poste Italiane si uniscano. L’ex Sindaco di Siena, commentando l’ipotesi riportata da Affari & Finanza, ricorda che lui stesso qualche anno fa indicava questa strada per rilanciare la banca toscana. “In questo modo si incontrerebbero due soggetti complementari, capaci di mettere insieme sinergie commerciali: da un lato una realtà che punta a fare banca e che ha una grande capacità patrimoniale, dall’altro una banca storica, che esprime competenze ma che ha bisogno di liquidità”, spiega Piccini, aggiungendo che “una fusione tra Monte dei Paschi e Poste Italiane consentirebbe di rispettare le indicazioni dell’Unione europea sulla natura privata delle banche”. “Spero che, almeno da ora in avanti, vengano prese scelte logiche per restituire un futuro al Monte dei Paschi, e quindi a un pezzo importante della nostra comunità”, scrive poi Piccini.
POCHE ADESIONI ALL’OFFERTA DI SCAMBIO
Oggi in Borsa Mps cede l’1%, avvicinandosi alla soglia dei 4,6 euro ad azione. Procede intanto a rilento l’offerta di scambio avviata dal Tesoro e rivolta agli ex detentori di bond subordinati della banca toscana emessi per finanziare l’acquisto di Antonveneta. Secondo i dati della Consob, alla data di ieri le adesioni sono ferme a un numero di azioni pari all’1,81% dei titoli coinvolti. Siamo solo ai primi giorni dell’operazione e dunque è presto per tirare le somme. Nel frattempo Standard & Poor’s, dopo aver alzato il proprio rating sul debito pubblico italiano, l’ha fatto anche per le principali banche italiane. L’agenzia di rating prevede anche che l’esposizioni non performing scenderanno nei prossimi anni e dunque gli stock di crediti deteriorati potranno essere più facilmente smaltibili della banche italiane.
LA PREOCCUPAZIONE PER IL PATRIMONIO ARTISTICO
In questi giorni, oltre che del ritorno in Borsa di Monte dei Paschi, si continua a parlare del patrimonio artistico della banca toscana. Il Circolo Sena Civitas ha diffuso una nota per cercare di spiegare perché, nonostante le rassicurazioni arrivate, il rischio che si arrivi alla vendita di questi importanti beni esiste. Viene infatti ricordato che il patrimonio artistico sia soggetto ope legis alla tutela del ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. “Tutto questo però non impedisce che tale patrimonio possa essere alienato seppure mediante preventiva autorizzazione del Mibact e, concedeteci un grido di allarme, si affaccia il dubbio che le forze politiche attuali intendano ignorare se non proprio opporsi a che ciò avvenga”, si legge nella nota, che evidenzia pure che l’alienazione di beni e collezioni appartenenti a soggetti pubblici “è rilasciata a condizione che dalla alienazione non derivi danno alla conservazione e alla pubblica fruizione dei beni medesimi”.
Il Comitato ricorda anche per le opere acquistate dopo il 1995 (cioè dopo la privatizzazione) e quelle per cui non esiste uno specifico decreto di notifica non ci sarebbe bisogno nemmeno di rispettare tali norme. Dunque “appare urgente che la Soprintendenza di Siena chiarisca se, quante e quali opere della Banca siano ad oggi espressamente dichiarate (con Decreto) di interesse storico-artistico particolarmente importante”, è la richiesta del Comitato, che vorrebbe anche che fosse avviata d’urgenza la procedura per il vincolo di collezione ai sensi dell’art. 10 comma 3 lettera e), dichiarandone la pertinenzialità alla Banca Mps di Siena”.