MPS IN BORSA TORNA SOTTO I 4 EURO

Mps chiude in Borsa con un calo del 4,62%, che riporta il titolo sotto la soglia dei 4 euro. Domani scade il termine per la presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Montepaschi e ancora la riconferma di Alessandro Falciai pare essere in bilico. Secondo quanto riporta Milano Finanza, il ministero dell’Economia e delle Finanze avrebbe pensato di candidare Vincenzo La Via, direttore generale del Tesoro con un passato in Banca mondiale, il quale però non sarebbe stato molto propenso all’idea di traslocare. Occorrerà quindi vedere se questo favorirà la riconferma di Falciai o se invece verrà fatto un altro nome. Pare invece scontata la conferma di Marco Morelli alla carica di amministratore delegato. Con i nuovi equilibri nel capitale, il Mef potrà nominare 10 dei 13 consiglieri, mentre due dovrebbero essere scelti da Generali, secondo azionista della banca.



IL TESORO SALE AL 68% DEL CAPITALE

Mps in borsa cede il 2,3%, restando comunque sopra la soglia dei 4 euro. I dati definitivi arriveranno domani, ma sono state portate più di 198 milioni di azioni Montepaschi in adesione all’offerta di scambio riservata agli ex titolari di bond subordinati Upper Tier 2 in scadenza nel 2018, pari a circa l’83% delle azioni totali risultati dal burden sharing. Questo vuol dire che le richieste sono state superiore alle disponibilità del Tesoro e per questo verrà applicato un riparto, con un coefficiente provvisorio del 92,3%. Ciò vuol dire che solamente tale percentuale delle azioni portate in adesione verrà effettivamente convertita in bond senior. I risparmiatori resteranno quindi con una piccola quota di azioni e dovranno decidere se tenerle in portafoglio o cederle sul mercato. Dopo questa operazione la quota pubblica del capitale di Mps salirà al 68%.



LE INDAGINI DELLA GDF

Monte dei Paschi oggi in Borsa è chiamata a cercare un altro rialzo importante dopo quello di ieri, superiore al 15%. Intanto la Commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche si appresta a tornare ad affrontare il tema Montepaschi. La scorsa settimana è stato ascoltato anche Pietro Bianchi, colonnello della Guardia di finanza che è stato responsabile del Nucleo di Polizia Valutaria nell’indagine sulla banca toscana. Formiche.net riporta dei passaggi significativi del suo intervento, nel quale ha spiegato che è stato il Procuratore di Siena, alla fine del 2011, a chiedere l’intervento del Nucleo perché c’erano dei dubbi sullo stato di salute della banca e della Fondazione. “Era un momento in cui il debito pubblico era in forte salita, lo spread sui ‘credit default swap’ era salito al 12%, e Monte dei Paschi aveva perso il 63% del valore del titolo nell’anno, il 2011, e il 55% negli ultimi 6 mesi. Per converso i credit default swap erano saliti di oltre il 105%, evidentemente segnalando una rischiosità maggiore”, ha detto.



Bianchi ha raccontato che le indagini svolte avevano fatto emergere che anche Bnp Paribas aveva presentato un’offerta per AntonVeneta, mettendo però sul piatto 7 miliardi di euro. Tra l’altro Rothschild lo aveva riferito a Giuseppe Mussari, allora Presidente di Monte dei Paschi. La banca toscana acquisì Antonveneta, poi, senza svolgere alcuna due diligence e nemmeno una perizia sul prezzo. Dalle parole di Bianchi si evince anche che riguardo le decisioni strategiche sull’operazione AntonVeneta, è emersa “un’assoluta predominanza della banca sulla fondazione”.