IN BORSA CHIUDE A +2,24%

Mps chiude la seduta in Borsa con un rialzo del 2,24%, che consente al titolo di ritornare sopra la soglia dei 4 euro. Secondo Renato Brunetta la vicenda di Montepaschi è la dimostrazione che l’Italia “è un vaso di coccio in mezzo ai tanti vasi di ferro nella finanza internazionale. Grandi banche internazionali scorrazzano nel nostro Paese, vendono titoli o sono partner di operazioni come abbiamo visto in questo caso di Mps di dubbia legittimità, ma poi anche sono partner del Tesoro per comprare i nostri titoli del debito pubblico e poi magari con l’altra mano fanno operazioni speculative sempre sui nostri titoli”. Queste parole il capogruppo di Forza Italia le ha dette in commissione d’inchiesta sulle banche, di cui è vicepresidente, al termine dell’audizione di Angelo Apponi, Direttore generale della Consob, proprio sul caso relativo a Mps svoltasi ieri. 



VERSO CONFERMA DI MORELLI E FALCIAI

Mps in Borsa guadagna l’1,9%, riavvicinandosi alla soglia dei 4 euro ad azione. Scade oggi il termine per la presentazione delle liste per il rinnovo del cda di Montepaschi. Secondo quanto scrive Repubblica, il Tesoro parrebbe intenzionato a confermare Alessandro Falciai e Marco Morelli come Presidente e amministratore delegato, insieme a circa metà degli attuali consiglieri, in particolare le donne. Diventa meno probabile, quindi, la sostituzione dell’attuale Presidente con Vincenzo La Via o Antonino Turicchi. Anche per via di veti incrociati e la voglia di mantenere un profilo basso. Resta da capire se tra i 13 membri del nuovo board ce ne sarà uno espressione dei fondi d’investimento o se invece Generali, secondo azionista della banca, avrà tre consiglieri contro i dieci del Tesoro. 



LE ACCUSE AGLI EX VERTICI

La commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche ha ripreso ad affrontare il caso Monte dei Paschi e interessanti dichiarazioni sono state fatte da Angelo Apponi, Direttore generale della Consob. Anzitutto, ha evidenziato come ci sia stata una forte collaborazione con la Banca d’Italia, la Guardia di Finanza e le procure di Siena e Milano nelle attività di vigilanza. Lo stesso non può dirsi per quel che riguarda i rapporti tra Consob e Bafin, l’autorità tedesca di vigilanza del mercato. Apponi ha infatti spiegato che non sempre si è riusciti ad avere le risposte alle richieste fatte in Germania (per via del coinvolgimento di Deutsche Bank nell’operazione Santorini). Riguardo l’andamento gestionale di Monte dei Paschi, dal suo punto di vista ci sono stati diversi fattori che hanno fatto la differenza, in particolare la forte esposizione ai titoli del debito pubblico italiano e l’aumento dei crediti deteriorati.



Da Apponi sono arrivate accuse agli ex vertici di Rocca Salimbeni, che “hanno messo in atto un insieme di attività dolose, hanno fatto di tutto per occultare le operazioni che avevano realizzato”. Il Direttore generale della Consob ha quindi spiegato che Monte dei Paschi “ha tentato di celare al mercato e alle Autorità di vigilanza gli effetti di transazioni non riuscite attraverso complesse operazioni di finanza strutturata”. Solamente “a seguito di lunghe e complesse analisi istruttorie, analisi che si sono avvalse di una forte collaborazione con la Banca d’Italia e, soprattutto, utilizzando elementi probatori che solo l’Autorità Giudiziaria aveva il potere di raccogliere”, è stato possibile scoprire la verità.