Troppo esposti sul mattone per poter tornare indietro: meglio trovare una strategia per andare avanti. Se due terzi della ricchezza degli italiani sono confluiti nell’immobiliare, è arrivato il momento di fare il punto della situazione: è vera ricchezza oppure una zavorra ereditata dalle generazioni che ci hanno preceduto? Inutile nascondersi dietro un dito: il cosiddetto “patrimonio” immobiliare spesso è costituito da edifici di bassa qualità, oppure residui di siti produttivi che hanno cessato la loro funzione, in quasi la totalità dei casi si tratta di costruzioni che necessitano di importanti interventi di riqualificazione, se non addirittura di riconversione, per riportarli a una redditività che per la prima volta, dopo un decennio, comincia a tornare ai livelli pre-crisi, con i grandi centri urbani, Milano in prima linea, a trainare il mercato: dal 2016 il numero delle compravendite nel capoluogo lombardo è salito dell’8%, con una vivacità che ha coinvolto tutti i settori, dal residenziale al commerciale, fino ad arrivare al lusso come dimostrano i grandi progetti urbanistici che stanno cambiando il volto delle aree di CityLife, Porta Nuova e Gorla. Peccato, però, che questa vivacità non venga accompagnata da una ripresa dei prezzi: nonostante un timido +0,3% nei primi 6 mesi dell’anno, restano ancora molto lontani dai livelli pre-crisi e fanno registrare forti differenze anche all’interno di uno stesso quartiere.
Come fare, allora? Cosa si può apprendere dal modello-Milano e come si possono riportare non solo i volumi, ma anche i prezzi, ai livelli pre-crisi? Per fare il punto della situazione lunedì 20 novembre si sono riuniti al Palazzo delle Stelline alcuni tra i protagonisti del settore, alla tavola rotonda “Tutela del patrimonio e valorizzazione del real estate” organizzata da Banca Generali: il Direttore Generale di Santandrea, Fabio Guglielmi, il CEO di GVA Redilco, Giuseppe Amitrano e il Managing Director di Duff&Phelps-REAG, Simone Spreafico. Perché Banca Generali? Perché lo scorso anno ha lanciato un nuovo servizio di advisory evoluta, BG Personal Advisory, e servizi di wealth management pensati ad hoc per aiutare le famiglie nella realizzazione dei loro progetti di vita, siano essi legati al passaggio generazionale o all’approfondimento di tematiche legate agli investimenti in arte e immobili. Un progetto che riscontra crescente successo tra la clientela come dimostrano i numeri della banca. Da inizio anno la raccolta ha toccato i 5,7 miliardi e gli utili sono cresciuti del 24% su base annuale al giro di boa dei 9 mesi.
«Per molti anni, i risparmiatori milanesi hanno visto nel mattone, sia esso di tipo residenziale o commerciale, l’investimento migliore possibile», ha esordito Alessandro Mauri, Area Manager di Banca Generali in Lombardia e Liguria, aggiungendo che «oggi il mercato ci dice che questo paradigma non funziona più ed è importante adottare un approccio che consideri il patrimonio familiare nella sua interezza, ottimizzando le posizioni anche a livello immobiliare». E quindi? Finita l’epoca del fai-da-te e dello sfruttamento dell’immobile a costo zero, senza alcun investimento in migliorie, è arrivato il momento di guardarsi intorno per capire quali sono i modelli che funzionano. La scelta migliore? Mettersi in mano a consulenti di comprovata esperienza, che nel proprio carnet abbiano case history di successo. Così, per esempio, Banca Generali, lungi dal vendersi come esperta di real estate, si è affidata al leader di mercato dell’ asset management e property management del logistico industriale GVA Redilco, ma anche a Deloitte con i suoi servizi di real estate business consulting, finanza immobiliare e debt advisory, financial modelling e business planning, market assessment e studi di fattibilità per iniziative di valorizzazione immobiliare, M&A advisory e due diligence. E poi Reag (del gruppo Duff and Phelps) e in Yard, full provider del settore.
Sul residenziale, la scelta di Banca Generali non poteva cadere che su Engel & Völkers, leader a livello mondiale nell’intermediazione di immobili di altissima qualità, e su Gabetti, il gruppo che con oltre sessant’anni di attività ha scritto la storia dell’intermediazione e dei servizi immobiliari nel nostro paese, con la sua branca luxury houses Santandrea. Un pool di partner in grado di individuare la soluzione migliore per ridare redditività e ottimizzare un patrimonio immobiliare ormai stantio. «Stiamo ricevendo molte richieste di analisi del patrimonio immobiliare per inquadrare in modo oggettivo le caratteristiche delle proprietà dei nostri clienti», ha aggiunto Mauri: «il nostro obiettivo è quello di aiutare le famiglie a trattare gli immobili nella stessa maniera di un asset finanziario, valutandone costi, benefici, rendimenti e criticità, così da essere nelle condizioni per compiere le migliori scelte per soddisfare i bisogni di vita».