Il Reddito di Inclusione avrà un proprio progetto personalizzato e indirizzato alla singola persona/famiglia che potrà usufruire del provvedimento atto a contrastare il grave livello di povertà presente nel nostro Paese. Non ci sarà infatti la componente economica visto che il ReI, per come è stato concepita, si concentrerà anche sull’occupabilità della persona che lo richiede, di fatto la vera causa di origine di tale povertà. Verrà analizzata la situazione personale del singolo richiedente del ReI 2018 attivando proprio un progetto personalizzato che lo seguirà nel tempo: «qualora i componenti della famiglia non dovessero rispondere alle convocazioni inerenti al progetto, il sussidio verrà decurtato o addirittura sospeso», il forte nota bene lanciato dal Governo ieri durante la presentazione del Reddito di Inclusione.
CGIL REPLICA A BOERI, “REI NATO ANCHE GRAZIE AI SINDACATI”
Arriva – e piccata – la risposta della Cgil dopo le parole provocatorie lanciate da Boeri sul Reddito di Inclusione (che potete leggere qui sotto, ndr): il sindaco di Susanna Camusso non accetta “lezioni” sul fronte povertà e rivendica in parte la paternità del provvedimento messo in atto dal Governo per il 2018. «Il presidente Inps dimentica che il Reddito di inclusione nasce da una proposta costruita e avanzata dall’Alleanza contro la povertà in Italia, di cui Cgil, Cisl e Uil sono soggetti promotori». Secondo la Cgil, attaccata da Boeri come altri partiti e sindacati, il fronte della povertà è tenuto sotto stretto giro e controllo dai sindacati: «ci battiamo quotidianamente contro la povertà anche sul versante del diritto al lavoro, principale strumento di contrasto all’esclusione sociale». Ultimo sassolino dalla scarpa tolto dai confederati riguarda proprio il Fondo per la povertà: «ricordiamo a Boeri che lo scorso 2 ottobre i segretari generali Camusso, Furlan e Barbagallo hanno rivolto un appello a Governo e Parlamento per chiedere l’incremento delle risorse per il Fondo per la lotta alla povertà in legge di bilancio e la definizione del Piano pluriennale».
BOERI VS SINDACATI, “PENSINO DI PIÙ AI PROBLEMI DELLA POVERTÀ”
È scontro forte sul Reddito di Inclusione tra il presidente dell’Inps e i sindacati (e anche i partiti) dopo le parole al vetriolo dette da Boeri in riferimento al provvedimento storico lanciato ieri e in partenza il prossimo 1 gennaio 2018. «Il reddito di inclusione è una svolta epocale ma è solo un primo passo. Bisognerà impegnarsi in Italia, in futuro, per aumentare la dotazione delle misure di contrasto alla povertà»: la premessa serve a Boeri per lanciare un attacco per nulla “soft” a tutte le sigle che da mesi spingono sulle Pensioni e pretendono nuovi investimenti da Inps e Governo. «Il ReI sia un monito per alcuni partiti politici e forze sindacali che chiedono ancora più risorse per le pensioni quando già nella legislazione vigente siamo destinati a superare il 18% di spesa pensionistica sul Pil. E invece non sembrano preoccuparsi di potenziare le misure di contrasto alla povertà».
PLATEA A 2,5 MILIONI DI PERSONE
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si dice sicuro: entro luglio la platea potenziale del ReI potrebbe arrivare a circa 2,5 milioni di persone. A quel tempo infatti la misura messa in atto dal Governo (in partenza il prossimo 1 dicembre con le iscrizioni aperte per la richiesta del Reddito di Inclusione) potrebbe essere arrivata a circa 700 mila nucleari familiari sul nostro territorio. «Si tratta di bacini potenziali, dipende da quanti ne riusciremo a raggiungere perché’ la povertà è un fenomeno sociale complesso e delicato dove spesso vanno cercate le persone che hanno bisogno di sostegno», illustra il ministro, garantendo che comunque con il processo finalmente avviato le novità potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Per poter monitorare l’attività del Reddito di Inclusione, il Governo ha stabilito un «report trimestrale in modo tale che tutta la comunità sappia che cosa sta accadendo»: il ReI è stato finanziato con risorse di 1,8 miliardi del Fondo Povertà ma nei prossimi anni dovrà per forza di cose legarsi alla Legge di Stabilità (300 milioni di euro dal prossimo anno, 700 nel 2019, 900 dal 2020, fonte Ministero del Lavoro). Facendo un rapido calcolo, il costo totale del provvedimento vanta quasi 3 miliardi di euro, non una “bazzecola” insomma e che dovrà essere mantenuto anche dai prossimi governi, sempre che grillini o centrodestra condividano la misura.
BOERI, “200 EURO A PERSONA NON BASTANO”
Tito Boeri ha già posto alcuni limiti e vincoli di questo importante provvedimento proposto dal Governo: «Le risorse in dotazione per il reddito di inclusione sono insufficienti (il limite è 200 euro a persona), e c’è molto da fare», ha spiegato allarmato il presidente dell’Inps nella conferenza stampa di presentazione del ReI 2018, assieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «Basti pensare che la soglia di povertà nelle grandi città del nord è superiore agli 800 euro a persona mentre quella nazionale è attorno ai 600»; la stima sui poveri, ha ancora ricordato Boeri, è attorno ai 4,5 milioni e dunque il progetto del Reddito di Inclusione non potrà ovviamente soddisfare tutti, specie nel breve periodo. Allo studio modalità per poterlo incrementare nei prossimi anni, resta il complesso calcolo sulle cifre e la mancanza di forti risorse cui attingere: «Cinquecentomila in partenza, destinate a diventare settecentomila a luglio», è questa la platea di persone immaginate da Poletti che potrebbe usufruire in questi primi mesi della prima forma di Reddito d’Inclusione.
ASSALTO AI CAF PER IL CALCOLO ISEE
Mentre questa mattina c’è stata la prima conferenza stampa di presentazione del ReI 2018 con il ministro Poletti e il direttore dell’Inps Tito Boeri, proseguono le indagini per scoprire più da vicino come si riesce ad ottenere il Reddito di Inclusione spiegato nel dettaglio nei paragrafi qui sotto. Un punto da sottolineare è certamente la condizione base per poter avere dal 2018 il ReI: si tratta della presentazione dell’Isee, l’indicatore della situazione economica. Proprio per questo motivo, è previsto un notevole afflusso di persone ai Caaf che possono calcolarlo e far ottenere la certificazione fondamentale per accedere al Reddito di Inclusione: «Ci aspettiamo un vero e proprio assalto. Ci faremo trovare pronti, anche se è bene ricordare che operiamo, dal mese di novembre, senza percepire il pur minimo rimborso previsto dal Governo, a causa dell’esaurimento della cifra a livello nazionale», lo spiega spiega Marco Frezzati, direttore del Caf Acli di Savona, a Il Secolo XIX.
ARRIVA IL REI 2018
Dal 1 dicembre scatta, come molti già sanno, il Reddito di Inclusione (ReI) la prima forte misura di contrasto alla povertà lanciata da Renzi ma voluta poi fortemente dal Governo Gentiloni. Si tratta sostanzialmente di un beneficio in denaro da un minimo di 187 euro per una singola persona fino al massimo di 485 euro mensili per tutte le famiglie composte da 5 o più persone. La nuova erogazione che scatterà tra pochi giorni vede 12 mensilità fino al tetto massimo di 5.824,80 euro: per capire come ottenere il ReI basta osservare la circolare Inps diffusa a questo indirizzo: la domanda di richiesta va presentata in Comune o presso altri punti di accesso identificati dai comuni stessi, che hanno poi 15 giorni di tempo dalla ricezione della domanda per comunicare all’Inps le informazioni ricevute. Entro cinque giorni l’Inps verifica i requisiti e, in caso di esito positivo, approva la richiesta e concede la misura, a patto che venga sottoscritto il progetto d’inclusione personalizzato. Va ricordato, come spiega la stessa Inps, che la misura potrà essere erogata per un massimo di 18 mesi, non è rinnovabile per più di 12 mesi, a patto che siano passati sei mesi dal godimento della prestazione. Clicca qui per il modello di domanda per richiedere il ReI.
CHI PUÒ FARE DOMANDA?
In primo luogo, il Reddito di Inclusione è dedicato a tutte quelle famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati. Il funzionamento è molto semplice: il ReI prevede un beneficio economico erogato attraverso l’attribuzione di una carta prepagata emessa da Poste Italiane ed è subordinata alla valutazione della situazione economica e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Il beneficio economico sarà erogato per un massimo di 18 mesi, dai quali saranno sottratte le eventuali mensilità di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) percepite. In quella carta di Poste Italiane verranno caricati tutti i soldi per fare gli acquisti e sarà possibile utilizzarla come un bancomat prelevando fino a metà dell’importo erogato ogni mese dall’Inps. La misura a pieno regime scatterà dal 1 gennaio 2018 e dunque è utile fare tutte le domande di richieste per tempo durante il mese di dicembre, in modo da scattare con tutti i requisiti e le cifre esatte per il nuovo anno. Da ultimo, ricordiamo che il Reddito di Inclusione è incompatibile con la fruizione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali da parte di qualsiasi membro della famiglia. Questa deve attenersi al progetto personalizzato preparato dall’Inps, pena la decurtazione o decadenza della prestazione, in base a quante volte non ci si presenta alla convocazione. Clicca qui per tutti i requisiti utili della circolare Inps.