In merito a quanto riportato nell’articolo FINANZA&MERCATI/ Il maxi-dividendo e i sospetti su Iol, a firma di Sergio Luciano, pubblicato su queste pagine il 22 novembre 2017 ci giunge da Italiaonline S.p.A. richiesta di pubblicazione di una dichiarazione di rettifica di cui riportiamo il testo, seguito dalla replica dell’autore dell’articolo.
Ai sensi e per gli effetti dell’art.a Legge 8 febbraio 1948 n. 47, al fine di correggere le gravi inesattezze contenute nell’articolo in oggetto pubblicato il giorno 22 novembre u.s.. si chiede, in nome e per conto di Italiaonline S.p.A. (“IOL” o la “Società”), di voler procedere immediatamente alla pubblicazione, nella medesima sezione web del vostro quotidiano e con la stessa evidenza di caratteri, di una dichiarazione di rettifica che riporti quanto segue:
A) con riferimento alla distribuzione del dividendo straordinario, deliberata dall’assemblea dei soci convocata per il 27 aprile 2017, si segnala quanto segue:
il valore del dividendo deliberato non è in miliardi, bensì in milioni di Euro e consiste precisamente in Euro 79.419.475,38 , pari a Euro 0,692 per ciascuna delle azioni della Società;
la distribuzione del dividendo straordinario è stata approvata dall’assemblea della Società su proposta di alcuni azionisti IOL in stretta e rigorosa osservanza delle applicabili disposizioni normative e regolamentari;
all’atto della distribuzione di tale dividendo (ed anche attualmente) la quota di partecipazione detenuta Libero Acquisition S.a.r.I. in IOL non corrispondeva affatto all’89%, bensì al 58,82% del capitale sociale;
non vi è contemporaneità o alcuna consequenzialità tra il processo che ha condotto all’acquisizione della quota di controllo da parte della ex ltaliaonline, risalente all’autunno del 2015 e la distribuzione del dividendo straordinario, approvata dall’assemblea di IOL del 27 aprile 2017 (e . quindi, a distanza di quasi due anni !!);
il ricorso alla Cassa Integrazione straordinaria (“CIGS”), che peraltro coinvolge meno di 600 lavoratori (suddivisi tra Cassa a zero ore e Cassa a riduzione orario), è stato formalizzato in un accordo in sede ministeriale del dicembre 2016, antecedente quindi alla delibera da parte dell’assemblea di IOL sulla distribuzione del predetto dividendo straordinario. Anche tra questi due eventi non risulta alcun collegamento o consequenzialità logica o temporale. Al riguardo, giova anche ricordare che la deliberazione di distribuire il dividendo straordinario, oltre ad essere,come sopra indicato, del tutto legittima, è del tutto compatibile con l’awenuto ricorso alla CIGS, in quanto non incide sui presupposti di concessione della stessa né risulta ostativa rispetto alla capacità di IOL di adottare e perseguire gli impegni di investimento assunti nei confronti del Ministero e delle rappresentanze sindacali;
B) con riferimento all’andamento del titolo IOL, si rileva che, contrariamente a quanto riportato nell’articolo in oggetto [1] nel periodo successivo alla distribuzione del dividendo straordinario (in particolare nel periodo dal 10 maggio u.s. al 9 novembre u.s.) la media del prezzo ufficiale dell’azione IOL è stata pari a circa Euro 3,167 (valore rettificato in seguito alla distribuzione del dividendo straordinario pari a Euro 0,692 per azione). In particolare, nel periodo considerato, il prezzo è passato da Euro 2,934 (valore al 10 maggio 2017) ad Euro 3,22 (valore al 09 novembre 2017), con un massimo di Euro 3,44 (valore del prezzo di riferimento al 11 settembre 2017), registrando nel complesso una performance positiva del +9.7% rispetto al +5% dell’indice FTSE Italia All Share e al + 5.1% dell’Indice FTSE Italia Small Cap;
C) con riferimento a presunte indagini interne atte a verificare “irregolarità operative” nella gestione contabile, si specifica che ad oggi non è in corso alcuna verifica, ispezione o altra forma di controllo da parte degli organi societari IOL.
Considerando che la maggior parte delle informazioni sopra riportate sono state oggetto di comunicazioni al mercato o sono comunque pubblicamente note, risultano molto gravi gli errori commessi dal giornalista nell’articolo in oggetto; ancora più grave è la vena allusiva che traspare da ogni riga dello stesso.
Si confida pertanto nella pubblicazione della rettifica con ogni espressa riserva di valutare, in ragione della gravità degli errori compresi nell’articolo e dell’allusività del suo costrutto, la rilevanza penale della sua pubblicazione e ottenere adeguato ristoro dei gravi danni subiti all’immagine e alla reputazione di IOL, dei suoi managers e dei suoi azionisti.
Distinti saluti.
Italiaonline S.p.A.
[1] Il valore di Euro 3.60, cui si riferisce l’articolo è il prezzo di riferimento del titolo al 02 maggio 2017 non rettificato (tenendo in considerazione l’impatto del dividendo) e pertanto non utilizzabile per il confronto con l’andamento dei prezzi successivi alla data di stacco dello stesso dividendo. Tale confronto deve essere effettuato considerando il pezzo di riferimento rettificato (al netto del dividendo) che al 02 maggio 2017 era pari a 2.91 e che pertanto conferma il trend di crescita del titolo da maggio all’09 novembre 2017.
Prendiamo atto delle precisazioni, ma, vista l’opportunità, vale la pena ricordare anche alcuni dati di fatto.
A) Il maxidividendo ha certo gratificato tutti gli azionisti, ma i soci di controllo di Iol detengono comunque l’89% del capitale e quindi possono, sia pur lecitamente, decidere da soli: l’assemblea è un pro-forma. Il consiglio di Iol aveva in un primo tempo, approvando il bilancio, deciso di lasciare a secco i soci a dispetto dei 23 milioni di utile. I sindaci avevano elogiato, formalmente, la prudenza della scelta. Tutto è stato poi smentito in poche ore. La Cassa integrazione decisa sei mesi prima riguarda 700 lavoratori, di cui 420 a orario ridotto (su poco più di 1000 totali). Dopo sei mesi, è scattato il maxidividendo. Che sia un atto illecito, nel nostro ordinamento, non l’abbiamo scritto. Che sia un atto immorale è un’opinione, che si può invece ribadire. Tra l’altro la cassa della società, da cui sono state attinte le risorse per pagare il maxidividendo, era anche quella residua dall’accordo concorsuale di due anni prima. I vecchi fornitori e creditori della Seat hanno dunque firmato transazioni (alias rinunciato a parte dei loro diritti economici) destinate a finanziare un maxidividendo ai successivi soci.
B) Il titolo in Borsa ha risentito negativamente della novestrale. Da 3,37 euro è sceso a 2,82 e il 27 novembre ha chiuso a 3,05.
C) Fonti solitamente molto bene informate confermano l’esistenza di indagini amministrative tuttora in corso, ma in fase ancora riservata.
Sergio Luciano