I COSTI SOCIALI DELLE CRISI BANCARIE
La First-Cisl ha compiuto uno studio per conto di Mf-Dow Jones in cui ha analizzato i costi sociali delle crisi di Mps, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Carim, CariCesena e Carismi. Emerga che sul fronte occupazione l’impatto corrisponde alla perdita di 10.000 posti di lavoro su una platea di 40.000 occupati. Vi sono inoltre 1,6 miliardi di costi a carico dello Stato per gli esuberi, cui si aggiungono gli 1,2 miliardi messi dalle banche. “Al costo sociale delle crisi andrebbe aggiunto anche quello indiretto sopportato dalle economie locali a fronte della stretta creditizia e della gestione aggressiva degli Npl determinata dalla loro vendita massiva a societàche, in certi casi, operano secondo logiche speculative di breve periodo, due fattori che pesano certamente sulla ripresa economica”, ha aggiunto Giulio Romani, Segretario generale della First-Cisl.
SINDACATI PREOCCUPATI PER IL PATRIMONIO ARTISTICO
Cgil, Cisl e Uil di Siena non sono certo contente del fatto che il patrimonio artistico di Monte dei Paschi non è al sicuro e potrebbe finire per essere venduto. “Sarebbe oltremodo grave scoprire, a cose fatte, che la Bce avesse imposto al Monte dei Paschi di alienare un patrimonio artistico di così altissimo valore non solo da un punto di vista meramente economico, ma anche strettamente culturale, affettivo e simbolico che potrebbe andare disperso nel mondo attraverso asta. Reputiamo pertanto quest’atto un’ennesima ‘provocazione’ per la città e ci dispiace non sentire le voci scandalizzate e indignate dei tanti che dovrebbero rappresentare queste istanze”, sono le parole contenute in una nota dei sindacati riportate dal sito di Rassegna sindacale.
Per Cgil, Cisl e Uil, in gioco non c’è solo la difesa della banca toscana in senso stretto, ma di “tutto ciò che ne rappresenta l’humus e che ha fatto, nei secoli, di questa azienda un unicum in cui tutta la comunità senese e regionale si riconosce”. L’interesse dei sindacati a questo punto è quello di riuscire a “sollecitare un dibattito privo di strumentalizzazioni, e competente, a tutela di un patrimonio non solo appunto di campanile ma del Paese intero, patrimonio costruito e preservato grazie all’impegno ed alla sensibilità di chi ci ha preceduto”. Dunque il richiamo è quello di cercare di evitare “anche questo scempio a scapito dell’Italia, che ultimamente ci sembra aver pagato un prezzo altissimo in termini di immagine e non solo, a vantaggio di altri soggetti che evidentemente intenderebbero speculare sui nostri ‘gioielli’ come del resto già avvenuto nel passato”.