CHIUSURA IN BORSA A -1,9%

Mps chiude oggi in Borsa con un calo dell’1,9%, sotto quota 4,05 euro ad azione. Il piano di ristrutturazione di Montepaschi passerà dalla chiusura di alcuni filiali, cosa che preoccupa Giacomo Grazi, Sindaco di Torrita di Siena, visto che a rischio ci sono sia lo sportello di Torrita che di Montefollonico. “Sopprimere questi servizi sarebbe una grave perdita per la nostra comunità, una perdita di identità per le aziende e i cittadini che nella banca hanno sempre visto un punto di riferimento quotidiano ma anche per l’Amministrazione Comunale dato che proprio la filiale di Torrita Paese funge da Tesoreria Comunale”, ha evidenziato Grazi, che ha promesso di fare  tutto quanto è nelle sue possibilità per evitare che i cittadini restino privi degli sportelli, anche perché quello di Montefollonico rappresenta l’unica presenza bancaria nel borgo, che è centro turistico che gode della bandiera arancione del Touring club italiano.



CONSOB RISPONDE A CODACONS

Mps in Borsa cede l’1,2%, scendendo verso i 4,05 euro ad azione, dopo essere partita dai 4,1 raggiunti ieri. La Consob ha intanto informato Codacons di “aver preso nota della comunicazione i cui contenuti sono oggetto di considerazione ai fini dell’attività di vigilanza di questo istituto” e che quindi valuterà la richiesta di riesame dell’autorizzazione concessa a Montepaschi per il ritorno alla quotazione in Borsa. Come ricorda Agenpress, il Codacons aveva fatto presente che gli azionisti della banca si sono ritrovati con titoli molto svalutati, mentre chi si è visto convertire i bond subordinati si è trovato con un valore dimezzato rispetto alle aspettative. Dunque diversi risparmiatori si sono ritrovati con titoli dal valore fortemente ridimensionato e la Codacons ritiene sarebbe stato meglio che la banca impostasse una seria politica di rilancio prima di tornare a Piazza Affari.



LE PAROLE DI NOUY SUGLI NPL

Monte dei Paschi si prepara a entrare nel vivo del piano di smaltimento dei crediti deteriorati e Daniele Nouy ieri è tornata a parlare degli Npl, evidenziando che sono stati fatti dei passi avanti per risolvere questo problema, che riguarda tutta l’economia, e non solo le banche. La responsabile della vigilanza della Bce ha tuttavia sottolineato che la diminuzione degli Npl nell’Eurozona c’è stata, a livello medio, ma ci sono “parti del settore bancario nelle quali i prestiti in sofferenza sono ancora troppo alti”. Ha fatto quindi nuovamente accenno all’addendum messo a punto sugli Npl, che tante polemiche ha suscitato. Ha spiegato che “la bozza di addendum chiarisce le nostre aspettative di vigilanza in merito alla concessione di prestiti che diventeranno non performanti in futuro. Quindi, non stiamo parlando degli Npl esistenti”.



Un chiarimento importante, cui si aggiunge il fatto che Nouy ha specificato che la vigilanza discuterà “dell’approvvigionamento dei prestiti in sofferenza con ciascuna banca interessata e terremo debitamente in considerazione i chiarimenti e le circostanze specifiche degli istituti”. In caso le azioni delle banche non vengano tenuti sufficienti per coprire i rischi di credito, “potremmo prendere in considerazione misure prudenziali di vigilanza”. Nouy ha fatto anche un esplicito riferimento all’Italia, spiegando di aver letto che c’è stata un crescita del credito nel terzo trimestre dell’anno del nostro Paese, “quindi non c’e’ alcun rischio da questo punto di vista legato all’addendum”. Infine, ha spiegato che ci vorrà qualche mese in più per completare le nuove regole sugli Npl.