IN BORSA CHIUDE A -0,26%
Mps chiude la giornata in Borsa con un calo dello 0,26%, che avvicina il titolo a quota 3,85 euro. Forse non tutti sanno che Emilio Giannelli, noto vignettista del Corriere della Sera, ha lavorato a Montepaschi come responsabile dell’ufficio legale. Intervistato da La Provincia Pavese, ha raccontato che quel lavoro gli fece scartare l’ipotesi di lavorare per il Giornale di Montanelli. “Ero attento a escludere quei giornali che facevano capo a imprenditori che erano anche clienti del Monte dei Paschi, tanto Berlusconi quanto Romiti con la Stampa, visto che ero capo dell’ufficio legale di Mps. E poi le mie idee all’epoca mi facevano preferire Repubblica. Con il Corriere la scelta è caduta sul giornale credo più imparziale”, ha detto. A una domanda su come ha vissuto le vicende legate alla banca toscana, Giannelli ha risposto: “Sono andato via nel 2000 assieme al presidente perché non condividevo quanto previsto dal nuovo statuto: era chiaro che le mani della politica si stavano allungando su Mps”.
I DATI BANKITALIA SULLE SOFFERENZE
Mps in Borsa sale dello 0,3%, restando comunque sotto i 3,9 euro ad azione. La Banca d’Italia ha intanto pubblicato il supplemento al bollettino statistico “Moneta e banche”, da cui emerge un nuovo calo delle sofferenze bancarie nel mese di ottobre, pari al 5,5% su base annua. A settembre la diminuzione era stata più marcata (-6,1%), ma il trend resta comunque discendente. Sono cresciuti i depositi bancari del 4,9%, sempre su base annua, così come i prestiti al settore privati, con un aumento dell’1%. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,8% su base annua, mentre si è registrato un calo dello 0,5% in quelli alle società non finanziarie. Palazzo Koch ha fatto anche sapere che i tassi di interesse sui mutui per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 2,4%, mentre per il credito al consumo il dato è pari all’8,46%. Per le imprese non finanziarie, i tassi sono invece stati pari all’1,5%.
ADUSBEF CERCHERÀ LA VERITÀ
La sentenza della Corte d’Appello di Firenze che ha assolto l’ex Presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex Direttore generale Antonio Vigni e l’ex responsabile della finanza Gianluca Baldassarri dall’accusa di ostacolo alla vigilanza per la ristrutturazione del derivato Alexandria continua a far discutere. Per Elio Lannutti, la decisione della Corte evidenzia il fatto che le autorità di vigilanza “erano in grado di conoscere i rischi nascosti nei contratti”. Per il Presidente dell’Adusbef, in ogni caso “ci sono troppe cose che non quadrano nel crac della più antica banca”. Parole che non si riferiscono solo all’autorizzazione concessa all’acquisto di AntonVeneta con il ricorso a un aumento di capitale e “senza la due diligence (doverosa verifica degli attivi, dei passivi e dei debiti) per una banca con i conti non proprio in ordine”.
Qualcosa non torna, secondo Lannutti, anche “nel ritrovamento, forse ad orologeria, nella famosa cassaforte dall’ex A.D. Fabrizio Viola insediatosi nel gennaio 2013 nell’ufficio dell’ex direttore generale Antonio Vigni, ma scoperta soltanto nell’autunno 2013, del famoso accordo con la banca giapponese del “mandate agreement”, il contratto per la ristrutturazione del derivato Alexandria stipulato con Banca Nomura, che ha finito di affossare definitivamente Mps, mettendo a rischio i risparmi investiti, molti posti di lavoro, disseminando una lunga scia di sangue di 8 morti, oltre David Rossi ‘ufficialmente suicidato’”. Per questo, promette Lannutti, Adusbef continuerà a cercare la verità, “con l’auspicio che i veri responsabili di uno dei più gravi disastri bancari degli ultimi decenni, possano essere individuati e perseguiti”.