IN BORSA VICINA A QUOTA 3,75 EURO

Mps chiude la seduta in Borsa con un calo dello 0,84%, che porta il titolo vicino a quota 3,75 euro. Antonio Patuelli ha intanto ricordato che lo scorso anno sono stati chiusi mille sportelli bancari. E “nel 2017 arriveremo ad una cifra non minore”, ha aggiunto il Presidente dell’Abi, evidenziando come l’alto numero di sportelli nel nostro Paese sia “frutto di una storia antica”. Dal suo punto di vista non bisogna comunque considerare le banche qualcosa di “arretrato” o di “vecchio”, perché “non sono mai rimaste indietro. Quando c’è stata la trasformazione sia tecnica che tecnologica esse sono sempre state competitive”. Mf-Dow Jones riporta anche un suo appello affinché entro la fine della legislatura venga approvata la riforma della giustizia civile. “Sarebbe di grande rilevanza per la credibilità internazionale e per le potenzialità bancarie e finanziare”, ha spiegato Patuelli.



LE PERDITE DEI RISPARMIATORI

Mps continua a perdere terreno in Borsa. Il titolo cede infatti lo 0,9%, avvicinandosi ai 3,75 euro. In un articolo pubblicato sul sito di Michele Santoro, Gianni Dragoni analizza quanto Bruno Vespa ha detto nella puntata di Porta a porta del 6 dicembre a proposito dei risparmiatori di Mps. Il noto giornalista e conduttore tv aveva spiegato che, grazie all’intervento dello Stato, “i risparmiatori non ci hanno rimesso”. Per Dragoni “di sicuro Vespa non si riferiva alle azioni della banca di Siena. Dal 2010 al 2015 Mps ha fatto tre aumenti di capitale per 10 miliardi di euro. A fine 2016 in Borsa le azioni Mps sono state sospese. I 10 miliardi messi dai risparmiatori sono stati quasi azzerati dalle perdite della banca, perché le azioni hanno perso il 98% del valore”. Il giornalista ha ricordato che anche i possessori di bond subordinati con scadenza 2018 non sono stati tutti completamente “ristorati” con la conversione in obbligazioni senior, visto che il Tesoro ha fissato un esborso massimo per l’operazione di 1,5 miliardi di euro. “Per ogni mille euro spesi in obbligazioni subordinate di Mps ogni risparmiatore ha ricevuto nuove obbligazioni per 710 euro, quindi ha subìto una perdita di 290 euro, cioè del 29 per cento”, scrive Dragoni.



IL REPORT DBRS SULLE BANCHE ITALIANE

Dbrs ha diffuso un report dedicato al sistema bancario italiano, da cui emerge che nei primi nove mesi dell’anno le prime dieci banche italiane hanno registrato un utile netto complessivo di circa 11 miliardi di euro, contro gli 1,8 dello stesso periodo del 2016. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, l’agenzia di rating segnala però che il sistema è ancora alle prese con il peggioramento della qualità dell’attivo e la cessione degli Npl. “La riclassificazione dei crediti deteriorati ha un impatto sulla qualità dell’attivo e produce meno margine sugli interessi; il contributo degli interessi sui titoli di Stato è in calo; la concorrenza è in ascesa; l’attività di erogazione del credito resta debole; il costo del credito rimane elevato; dall’altro lato i ricavi da commissioni, per esempio la gestione della ricchezza della clientela e l’offerta di servizi assicurativi di protezione, stanno aumentando. Durante il 2017 per la prima volta in alcune banche i ricavi da commissione hanno superato il margine d’interesse”, sono le parole di Nicola De Caro, analista per le banche di Dbrs, riportate dal quotidiano di Confindustria.



Per Dbrs il sistema bancario italiano è al centro di una trasformazione che continuerà anche l’anno prossimo. Non bisogna però sottovalutare come la riduzione dei crediti deteriorati possa influire sulla redditività delle banche per via degli aumenti di capitale richiesti. Nelle prime dieci banche italiane, il rapporto Npl/impieghi è sceso dal 17,9% di dicembre 2016 al 15,7% di settembre 2017, ma entro il 2020 bisognerà arrivare sotto il 10%.