L’arrivo del lungo raggio di Norwegian su Milano Malpensa, che dal prossimo giugno sarà collegata con 4 voli settimanali verso Los Angeles, è un punto importante per lo scalo lombardo. Norwegian ha sviluppato nell’ultimo quinquennio una strategia differente dalle altre compagnie low cost, essendosi focalizzata anche sullo sviluppo del lungo raggio grazie all’acquisto dei nuovi Boeing 787 Dreamliner. Il numero di questi velivoli in flotta raggiungerà il prossimo anno quota 28, evidenziando una forte crescita.



Questa grande forza di fuoco, in termini di aerei, è stata messa dapprima sugli aeroporti del Nord Europa, dove la low cost norvegese storicamente si è sviluppata e ha poi iniziato l’espansione europea (Londra, Parigi, Barcellona). La crescita è stata fin troppo veloce, tanto che la compagnia negli ultimi mesi ha evidenziato delle perdite di bilancio. Per adesso i costi operativi del vettore sono tenuti sotto controllo e sono più bassi anche di Easyjet, ma è chiaro che l’indebitamento deve essere ridotto.



Oltre a Norwegian, anche la rinnovata Meridiana, sotto il controllo di Qatar Airways, ha deciso di puntare sullo scalo di Malpensa. Negli ultimi anni anche Ryanair ha messo di base sullo scalo milanese diversi aeromobili, tanto che il traffico nel corso del 2017 ha registrato un +15% nei primi 10 mesi. Un dato importante, dopo anni di stagnazione o di crescita inferiore alla media nazionale e soprattutto arriva con una contemporanea forte crescita di Bergamo Orio al Serio che vede il suo rafforzamento in terza posizione a livello italiano.

Chi soffre in questo periodo è invece Roma Fiumicino che nei primi 10 mesi ha registrato un tasso negativo di crescita, dovuto alla crisi di Alitalia. La situazione non dovrebbe molto migliorare nel prossimo periodo poiché la situazione dell’ex compagnia di bandiera è molto grave, viste anche le perdite estive (giugno-ottobre) di 31 milioni di euro. Solo per raffronto, nel trimestre estivo Ryanair ha avuto un beneficio netto di quasi 900 milioni di euro, il gruppo Iag (British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus) e Lufthansa hanno chiuso con risultati positivi per ben oltre il miliardo di euro. Il punto chiave di Malpensa sono le connessioni point-to-point, dato che lo scalo dal 2007 non ha più un vettore hub and spoke di riferimento.



Malpensa non è un hub, come riportato erroneamente da molti politici, perché per “fare un hub”, ci vuole una compagnia aerea. Tuttavia l’arrivo di Ryanair, la forza di Easyjet e lo sviluppo di collegamenti diretti stanno finalmente portando lo sviluppo dello scalo lombardo.

Bisogna poi comprendere quale sia lo spazio di collaborazione tra vettori a lungo raggio e i low cost forti sul corto-medio raggio. Sarà possibile un accordo di Norwegian con Ryanair o Easyjet per lo scalo di Malpensa? È chiaro che da un punto di vista operativo è più facile raggiungere l’accordo con la compagnia irlandese che opera dallo stesso terminal di Norwegian. Per sviluppare il network a lungo raggio serve comunque un minimo di voli di connessioni. Norwegian, infatti, su Londra Gatwick o Barcellona ha sviluppato prima un network relativamente forte sul corto medio raggio per poi sviluppare anche il lungo raggio. Su Milano Malpensa la compagnia norvegese infatti non ha praticamente presenza sul corto-medio raggio (se non le rotte verso il Nord Europa) e dunque ha un forte bisogno di raggiungere degli accordi con altri operatori per poter resistere alla sempre maggiore concorrenza sullo scalo milanese.

L’attrazione del bacino di Milano rimane dunque molto forte. Le possibilità di crescita sono importanti per Malpensa e Bergamo, ma un punto essenziale è comprendere che difficilmente la Lombardia potrà avere un hub con una compagnia di riferimento. Questo è il momento in cui Milano Malpensa può però contare sullo sviluppo di alleanze grazie anche alle tecnologie già esistenti per cercare di avere anche una migliore connessione sul lungo raggio con voli diretti.