MPS IN BORSA RESTA SOPRA QUOTA 3,9 EURO
Mps chiude l’ultima seduta dell’anno in Borsa con un ribasso dello 0,46%, che consente comunque al titolo di restare sopra quota 3,9 euro. Con la fine dell’anno non solo è arrivato lo scioglimento delle Camere, ma è terminata anche l’attività della Commissione d’inchiesta sulle banche, chiamata a far luce sulle crisi bancarie, tra cui quella di Montepaschi. Paolo Gentiloni, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha detto di ritenere non utilissime le audizioni e non ha nascosto di aver provato un certo sollievo nel sapere che sono giunte al termine. Pare intanto che entro il 27 gennaio verrà varato il documento finale sul lavoro svolto. Non è da escludere che si arrivi però a più documenti, visto che le varie forze politiche rappresentate nella Commissione sembrano avere parere divergenti su quanto emerso dalle audizioni, ma si potrebbe anche arrivare a un sintesi unica, perlomeno su alcuni punti.
LA LETTERA DELLA BCE SULLA COMPOSIZIONE DEL CDA
Mps in Borsa cede lo 0,8%, attestandosi a quota 3,9 euro ad azione. Milano Finanza ricorda la compagine azionaria di Montepaschi, con il Tesoro al 68,25%, Generali al 4,32%, Blackrock allo 0,12% e altri fondi con meno dello 0,1% del capitale. Secondo quanto scrive Il Messaggero, la vigilanza unica bancaria europea, che fa capo alla Bce, avrebbe espresso a Rocca Salimbeni delle perplessità sulle modifiche che sono state apportate, nello statuto, al meccanismo di nomina del cda. “La Bce osserva che gli emendamenti proposti possono sollevare preoccupazioni di vigilanza sull’elevato numero di amministratori che provengono da una lista”. Considerato che su 14 consiglieri, 12 rappresentano il Tesoro, il riferimento dell’Eurotower alla forte presenza del ministero dell’Economia e della Finanze nei vertici della banca sembra essere poco velato.
IL RUOLO DEL PRIVATE BANKING PER IL RILANCIO
A quanto pare per il rilancio di Montepaschi il private banking avrà un ruolo cruciale. È quanto emerge da un’intervista che Class Cnbc ha realizzato a Federico Vitto, responsabile del Wealth Management di Mps, il quale ha spiegato che per il 2018 il trend del settore sarà ancora la diversificazione, con una parte del portafoglio dedicata ad asset poco volatili e facilmente liquidabili in tempi brevi. “Pensiamo che il prossimo anno potrà essere interessante anche per gli strumenti che offrono protezione: in caso di turbolenze sarà importante giocare di rimessa. Dall’altra parte, se si vuole costruire un rendimento medio interessante, bisognerà interessarsi ad asset class innovative”, ha aggiunto.
A contraddistinguere il private banking di Mps, secondo Vitto, sarà la capacità di offrire “vera consulenza”. “In un mondo in cui gli investitori hanno persino troppe informazioni, diventa fondamentale la sintesi, capire cosa orienta il mercato e distinguere le opportunità dai rischi”, ha sottolineato, ricordando come gli elementi premianti per attrarre e fidelizzare la clientela sarà la capacità di leggere le sue esigenze. Il manager ha anche evidenziato come la capacità di lavorare in situazioni difficili che i banker del gruppo Montepaschi hanno avuto nei mesi scorsi possa essere orientata “non più a difendere le nostre posizioni ma ad attaccare. Vogliamo fare sì che questo patrimonio di capacità, di lettura e di servizio al cliente possa accompagnarci verso un terreno nuovo. Partiamo quindi dalla consapevolezza per arrivare all’azione, che riteniamo possa darci i frutti di cui abbiamo bisogno e che sentiamo di meritare”.