IN BORSA CHIUDE ANCORA SOTTO I 4 EURO

Mps chiude la seduta in Borsa con un rialzo dello 0,77%, che non basta al titolo per tornare sopra la soglia dei 4 euro. La Commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche torna intanto a essere al centro delle polemiche politiche. Pier Ferdinando Casini ha detto che non vede il bisogno di convocare Mario Draghi, come chiesto dal Movimento 5 Stelle, “perché abbiamo tutti gli atti su Monte dei Paschi di Siena, durante gli anni in cui lui era Governatore della Banca d’Italia”. Intervistato da La Stampa, il vicepresidente della Commissione, Mauro Maria Marino, ha detto che le pressioni, dovute a giuste preoccupazione, delle istituzioni europee sui crediti deteriorati “possono aver indebolito il peso contrattuale di alcune banche nei momenti di difficoltà. Durante le audizioni ho avuto la sensazione che qualche investitore ne abbia approfittato”. Alla domanda su quali casi pensasse in particolare, il Senatore dem ha risposto: “Sia a Etruria che Monte dei Paschi”.  



LANNUTTI CRITICA PADOAN

Mps oggi in Borsa guadagna lo 0,5%, ma resta ancora sotto i 5 euro ad azione. Elio Lannutti ritiene che Pier Carlo Padoan stia “applicando in Italia ricette fallimentari di austerità imposte da Troika e Fmi. Per completare l’opera iniziata dal 2011 da Mario Monti e dagli ultimi 4 governi (non eletti)”. E che il ministro dell’Economia sia “il massimo responsabile di una narrazione fraudolenta di un sistema bancario pieno di buchi spacciato per solido dalla Banca d’Italia, come delle condizioni economiche dell’Italia, un ministro che in maniera irresponsabile, divulga fake news istituzionali”. Così ha deciso di stilare un “decalogo delle fake news del ministro Padoan”, pubblicato su Affararitaliani.it. Il punto numero 8 si intitola “Mps, la cacciata di Viola, il ritorno di Morelli”. Il Presidente dell’Adusbef ricorda le vicende che hanno portato, nel 2016, alla sostituzione di Viola con Morelli. “Col ritorno a Siena dell’uomo che ha aiutato Mussari a sfasciare Mps il cerchio si chiude. Renzi ha detto che sulla crisi bancaria la colpa è dei giornali che hanno dormito. Su una cosa ha ragione: sulle banche il più sveglio è lui”, è la frase di Giorgio Meletti, pubblicata il 9 settembre sul Fatto Quotidiano, che chiude questo punto del decalogo di Lannutti.



M5S ALL’ATTACCO DEL PD

Il Movimento 5 Stelle va all’attacco del Partito democratico. “Il Pd prima usa le banche per coltivare potere e clientele. Poi, quando le ha definitivamente scassate, lascia sul lastrico i risparmiatori. Succedeva con la nomenclatura ex Ds prima di Renzi (vedi Montepaschi) ed è successo anche dopo (vedi Banca Etruria e non solo)”, è l’incipit di un post pubblicato sul sito di Beppe Grillo. Nel quale si parla del fatto che Pier Luigi Boschi risulta indagato per falso in prospetto e accesso abusivo al credito. “Il MoVimento 5 Stelle aveva subito definito surreali le esultanze degli ‘yes men’ del Pd pochi giorni fa, a seguito dell’audizione del procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, in commissione di inchiesta sul sistema bancario.



Oggi, alla luce delle notizie che abbiamo, gli starnazzamenti festanti appaiono addirittura grotteschi”, si legge nel post. Dove viene ricordato che Rossi è stato consulente del Governo quando Renzi era Premier e che nella sua audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche “si è soffermato sugli elementi a carico di Boschi padre e ha ribadito che gli accertamenti avevano escluso una sua responsabilità per la bancarotta, spostando poi il mirino su Bankitalia. Ai renziani non è sembrato vero di ricevere un assist del genere, ma alla fine è tremendo per loro andare a sbattere contro il muro della realtà. Gli scomposti strepiti di gioia hanno lasciato il posto a un silenzio assordante. Il silenzio di chi non ha la coscienza a posto, visto l’impasto di potere che le banche, soprattutto quelle del centro Italia, hanno rappresentato per decenni”.