Sulla partita Generali Assicurazioni-Intesa Sanpaolo ci sarà una stretta, come richiedono i mercati finanziari e la stessa Piazza Affari, oppure ci vorrà ancora qualche settimana per arrivare alla morsa finale dell’accordo tra le due compagnie? Interviene, per avvalorare la seconda “tesi” anche Giuseppe Guzzetti (presidente della Fondazione Cariplo), uno dei principali azionisti di Banca Intesa con il 4,836% del Capitale Totale. In un intervento riportato da Milano Finanza, Guzzetti commenta come «abbiamo tempo per la partita Intesa-Generali, nessuna fretta»: tutto questo nonostante la scorsa settimana si vociferasse di un conclamato appoggio di quest’ultima da parte sia della Fondazione Cariplo sia della Compagnia San Paolo (azionista con il 9,34%, stando ai dati al 26 gennaio 2017). 



Sulla partita di Generali Assicurazioni potrebbe essere decisivo il ruolo di Leonardo Totaro: ne è convinto Andrea Giacobino, collaboratore di Milano Finanza e autore del blog FinanzaDietroLeQuinte. Secondo l’esperto di finanza e giornalista, l’ad di Intesa Sanpaolo per assicurarsi la partita senza rischia con Generali, avrebbe assoldato il managing director Mediterranean Complex di McKinsey, l’advisor Leonardo Totaro per predisporre al meglio dell’acquisizione di Generali Assicurazioni. «Totaro è uno che in Intesa è di casa: è lui, infatti, che ha seguito il piano industriale che ha dato vita al matrimonio tra Fideuram e Intesa Sanpaolo Private Banking dal quale è nata la prima private bank italiana con asset in gestione per circa 200 miliardi di euro», riporta il collega Giacobino sul suo blog. Stile aspro, pragmatico e che bada al sodo: l’uomo giusto, secondo Messina, per poter domande il Leone assicurativo.



Mentre l’apertura di Borsa questa mattina del titolo di Generali Assicurazioni torna positivo e in attesa delle decisioni a “corto raggio” dei vertici di Banca Intesa per l’operazione che tutto il Mercato finanziario attende ormai da inizio 2017, arriva dalla Svizzera un’indicazione utile per comprendere meglio cosa bisogna condurre per evitare per una cattiva operazione sull’asse Intesa-Generali. Il report di Credit Suisse ieri sera informava come l’acquisizione delle Generali Assicurazioni da parte del gruppo di Carlo Messina non deve assolutamente essere diluitiva, per l’utile per azione del gruppo bancario; l’integrazione tra i due colossi, continua il report del broker svizzero, deve produrre «almeno 900 milioni di sinergie dopo le tasse, se l’offerta verrà promossa ai prezzi attuali». Come riporta il Sole 24ore questa mattina, «Serviranno invece almeno 1,2 miliardi di sinergie se si ipotizza una valutazione del Leone vicina a 17 euro». 



Si apre un’altra giornata importante per Generali Assicurazioni, la grande company assicurativa al centro delle dispute finanziare con la stretta di Intesa Sanpaolo che cerca di scalzare la presenza ingombrante di Unicredit all’interno del gruppo con il Leone. Mentre un’alta giornata di saliscendi è prevista in Borsa, proseguono le mire dell’ad della banca triestina, Carlo Messina, che mentre si guarda dall’allarme annunciato dal Financial Times (vedi qui sotto) prova a studiare il passo giusto da compiere nelle prossime settimane. Intesa SanPaolo starebbe preparando un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Generali, mista carta e cash, con l’intenzione di creare un colosso del risparmio gestito e del private banking. Secondo il Sole 24ore, l’offerta partirà in tempi brevi e potrebbe essere deliberata nel corso di un Cda straordinario nel weekend, che seguirà il board di venerdì che invece servirà ad analizzare i risultati del 2016 della banca Mi-To. Un altro grado di allerta arriva dagli analisti riportati da Repubblica, secondo cui Messina deve osservare per bene le Assicurazioni Generali: «La compagnia ha una capitalizzazione bassa rispetto ai suoi competitor, penalizzata dalla diffidenza dei mercati nei confronti dei gruppi finanziari italiani soprattutto quando hanno in portafoglio una settantina di miliardi di titoli del Tesoro e non hanno una redditività brillante. Il secondo punto di debolezza di Trieste è l’azionariato, con Mediobanca che ha il 13%, Caltagirone, Del Vecchio, De Agostini e pochi altri che mettono insieme un altro 10-12%. Una minoranza rilevante ma con le spalle deboli, non in grado di sostenere un eventuale assalto».

Se il buon giorno si vede dal mattino… per Generali Assicurazioni, la considerazione dei prossimi step da parte degli analisti economici e finanziari europei non è esattamente delle migliori. E usiamo un eufemismo. Il titolo di Generali in Borsa prosegue nella sua fase di stabilità “leggera” con gli ultimi giorni in altalena a Piazza Affari; intanto sul Financial Times ieri è arrivato l’allarme con una considerazione assai negativa per quanto riguarda il piano di fusione Intesa-Generali Assicurazioni. «Il piano per la fusione Intesa–Generali “riporta alla memoria il disastro Abn Amro“, cioè “l’accordo finanziario più tossico della storia. Ci sono alcuni sgradevoli parallelismi con uno dei peggiori accordi di fusione della storia, quello tra Abn Amro e la Royal Bank of Scotland nel 2007». Così un editoriale del Financial Times lancia l’allarme sui rischi della possibile acquisizione della compagnia di assicurazione da parte della banca guidata da Carlo Messina. Un domino di disastri negli scorsi anni, che portò con una serie di passaggi il gruppo Antonveneta a Mps (inizio della crisi per la banca di Siena), ricevuta proprio da quel Banco Santander che entrò nel salvataggio pubblico di Royal Bank of Scotland.