Ci voleva un bel democristianone toscano di 55 anni a rispolverare il vessillo dell’economia mista all’italiana, metà Stato padrone e metà padroni privati? Forse sì, se è vero che Antonello Giacomelli, sottosegretario di Stato allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni — piddino in quota ex-margherita — ha battuto un colpo due volte, dopo tre anni di relativa sonnolenza, per dire due cose giustissime e controcorrente. Ha detto che lo Stato non dovrebbe collocare in Borsa, come invece purtroppo Padoan sembra intenzionato a fare, una nuova tranche di Poste Italiane, finendo così col mettere in mai private e prevalentemente straniere il potenziale controllo dell’azienda più importante per la gestione del risparmio degli italiani; e poi ha detto che la fusione tra Ei Towers e Rai Way si può fare a condizione che il controllo del nuovo soggetto “rimanga pubblico”.
Giacomelli ha parlato, di fatto, di due grandi “reti strategiche” dell’economia del Paese: quella delle reti di trasmissione televisiva e quella dei 13mila sportelli postali, i più “capillari d’Italia” (si consideri che sono oltre il doppio di quelli della più grande banca italiana, cioè Banca Intesa). Non l’ha detto, ma si capiva dalle sue parole che a Giacomelli non sfugge l’esistenza, sotto il cappello a larga tesa della Cassa depositi e prestiti, di una “Cdp Reti” che controlla Snam, Italgas e Terna con la missione di farle, sì, crescere e rendere sempre meglio, ma tenendole pubbliche. Era a Cdp Reti che qualcuno pensava e ancora pensa per farle rilevare da una Telecom Italia ormai controllata dal francese Vincent Bolloré la rete fissa capillarissima che ha in tutta Italia (quell’idea, tornata in auge tre anni fa, è stata nuovamente accantonata, ma Giacomelli l’ha recentemente rievocata). Ed è infine nel capitale di Cdp Reti che è entrato col 35% del capitale lo State Grid, colosso pubblico cinese dell’investimento istituzionale, che ha investito lì i suoi soldi sicuro di ricavarne un ottimo e costante dividendo.
Perché non trasferire a Cdp Reti il controllo dell’eventuale società unica che dovesse nascere dalla fusione tra Ei Towers e Rai Way?
Tra l’altro, rilevando da Mediaset il controllo di Ei Towers, la si aiuterebbe forse a trovare le risorse per respingere l’assedio di quella stessa Vivendi di Bolloré che ha già arraffato il controllo di Telecom…
E le Poste? Rivediamo le argomentazioni contro la loro ulteriore privatizzazione.
Poste Italiane — dice Giacomelli — è la società che garantisce circa un quarto del debito pubblico italiano. È la cassa dei risparmi di una parte rilevante del Paese. Ed è vero che si sta affermando anche nei servizi finanziari, ma ha anche il dovere di mantenere un suo radicamento sociale e gli obblighi del servizio universale”. Sante parole.