Giovanni Paglia critica il decreto salva-risparmio appena convertito in legge, spiegando che i 20 miliardi che lo Stato userà, cominciando da Mps, “serviranno a tamponare le voragini generate da credito facile a soggetti di cui non si vuole nemmeno rendere pubblico il nome”. Il riferimento è chiaramente alla mancanza nel provvedimento di una norma per stilare e rendere pubblica la lista dei debitori insolventi di una banca sottoposta a ricapitalizzazione precauzionale. Per il deputato di Sinistra Italiana, c’è anche un’aggravante, in quanto “probabilmente quanto fatto non basterà, perché in questi mesi di inerzia voluta da Renzi e Padoan la situazione si è deteriorata, al punto che già si sussurra di altri miliardi che serviranno alla stessa Mps”.



Mps, oltre che a creare qualche scompiglio nel Pd, a quanto pare ne ha portati anche nella Lega Nord. Maurizio Montigiani, consigliere comunale di Monteriggioni, paese della provincia di Siena, è stato infatti espulso dal partito di Matteo Salvini. Secondo quanto riporta Il Corriere Fiorentino, l’uomo era molto attivo sulle vicende di Montepaschi, tanto che si chiedeva: “Se la Lega sul territorio non intraprende battaglie politiche come su Mps, che cosa ci sta a fare?”. Inoltre, aveva anche segnalato che “su Mps è calato una silenzio preoccupante. In pochi hanno continuato a metterci la faccia. Il partito si è spostato a destra, accogliendone molti elementi. Così abbiamo regalato voti al Movimento Cinque Stelle”. Il quotidiano toscano ricorda che questa vicenda si innesta in una situazione non facile del Carroccio sul territorio, dato che la sezione senese è stata commissariata e l’unica sede provinciale è stata chiusa.



In settimana il Movimento 5 Stelle ha tenuto un flas-mob davanti alla sede di Mps a Siena, cui hanno preso parte anche diversi parlamentari pentastellati, che, nel caso dei deputati, hanno preferito essere in piazza a manifestare piuttosto che a Roma per votare il decreto salva-risparmio. Il Movimento 5 Stelle di Siena ha quindi espresso grande soddisfazione per il buon esito della manifestazione e ha diffuso una nota per ricordare che M5S è l’unica forza politica italiana che da anni chiede di far luce su quello che è accaduto a Montepaschi. “Sin da prima dell’esiziale acquisizione di Banca Antonveneta, da Siena erano arrivate voci di dissenso e preoccupazione sulla dirigenza della banca. Preoccupazioni che si sono poi avverate con le conseguenze dello sciagurato acquisto, effettuato senza le opportune verifiche e con l’avallo, inspiegabile, degli organi di vigilanza nazionali”, si legge nella nota, in cui si chiede non solo la verità su quello che è accaduto a Mps, ma anche sulla morte di David Rossi, “che più di tutti, forse perché troppo informato sui fatti, ha pagato le conseguenze del disastro”. La Procura di Siena ha chiesto l’archiviazione delle indagini, ma il Movimento 5 Stelle non sembra intenzionato a smettere di chiedere che si continui ad andare a fondo su un caso dove non mancano dei punti poco chiari. Con il flash-mob, quindi, i pentastellati hanno voluto chiedere alla città di Siena di non dimenticare quanto accaduto e “sollecitare istituzioni e Magistratura ad adoperarsi il più possibile nella ricerca della verità, e delle responsabilità”.



Mps continua a lavorare al nuovo piano industriale da sottoporre poi alle autorità europee per una loro approvazione. Secondo Il Corriere di Siena, però, ci dovrebbero essere più esuberi e più tagli di filiali rispetto a quelli previsti nel precedente piano, rispettivamente 2.900 e 500. Il quotidiano senese cita diverse indiscrezioni che circolano nella città, anche in ambienti vicini a Rocca Salimbeni. In particolare, riguardo agli esuberi ”c’è chi parla di 4mila, c’è chi sostiene che potrebbero essere molti di più, forse persino il doppio”. Se i lavoratori del Montepaschi allo scorso 30 settembre erano più di 25.000, potrebbero ridursi a circa 21.000: un taglio quindi molto importante. Vedremo se ci saranno delle smentite rispetto a questi rumors.