Il Prodotto Interno Lordo del Mezzogiorno d’Italia, tra il 2015 e il 2016, è cresciuto dello 0,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord. Pur trattandosi di punti decimali, come ci segnala il Rapporto Ismea-Svimez, si tratta di un’importante inversione di tendenza che non si verificava da decenni. Crescono il valore aggiunto ma anche le esportazioni e, soprattutto, crescono investimenti e occupazione. Il dato positivo, come evidenziato nel rapporto, è dovuto soprattutto all’agricoltura interpretata in maniera innovativa e sostenibile grazie all’aumento di produzioni fortemente legate ai singoli e diversi territori.
Le Banche Popolari conoscono molto bene questo tessuto produttivo ed imprenditoriale grazie ad una presenza capillare che si compone di 2.171 sportelli (il 35% del totale delle dipendenze presenti nell’area) e superiore al 40% in 17 province meridionali. La quota di mercato degli impieghi alle piccole e medie imprese risulta pari al 27,2%, 2,5 punti percentuali al di sopra del dato medio nazionale.
“Questi risultati – ha commentato il Segretario Generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Giuseppe De Lucia Lumeno – confermano come la sinergia tra imprese e banche può rendere più resiliente e più reattivo l’intero sistema. Una sinergia che viene garantita soprattutto da chi, per sua natura e origine, conosce il territorio ed è in grado di dare fiducia e quindi finanziare una nuova imprenditoria fatta di aziende di dimensioni contenute, fatta di giovani che riscoprono il valore della terra e si concentrano sulla qualità e sull’esportazione dei prodotti ma anche su attività affini, come agriturismo ed energie rinnovabili. Questo sistema, che può essere protagonista del rilancio dell’economia italiana, è da salvaguardare e incoraggiare. Può rappresentare un esempio di lotta alla disoccupazione giovanile e alla stagnazione dell’economia per ridurre i divari ancora esistenti in termini occupazionali, di coesione sociale e di sviluppo tra le varie aree del Paese”.