In un articolo Maria Benvenuto ha fatto un punto della situazione di Monte dei Paschi, dove continua sotto traccia la trattativa tra Roma e Bruxelles per far sì che l’intervento pubblico nella banca toscana possa concretizzarsi. Viene ricordato, come segnalato da Federico Fubini e Fabrizio Massaro, che il “semaforo verde” di Bruxelles potrebbe non arrivare entro il mese prossimo, perché ci sono ancora degli importanti questioni da mettere a punto. Una riguarda i detentori di bond subordinati: quelli istituzionali avranno un rimborso pari al 75%, mentre per i piccoli risparmiatori la conversione in obbligazioni senior sarà al 100% del valore nominale. Tuttavia è difficile distinguere la tipologia di investitore solamente in base al titolo posseduto. Inoltre, pare che la Commissione europea voglia ci sia una penalizzazione maggiore per gli investitori istituzionali e gli azionisti della banca toscana. Ma c’è anche un problema relativo al prezzo delle nuove azioni di Montepaschi, che è certamente un punto importante, visto che la maggioranza dei nuovi titoli sarà in mano al Tesoro. Non bisogna poi dimenticare che Mps deve cedere 27 miliardi di crediti in sofferenza. A parte il fatto che l’ammontare di Npl potrebbe essere aumentato negli ultimi mesi, è difficile immaginare che ci siano investitori, anche specializzati nel settore, pronti a pagare più di 30 centesimi per ogni euro di sofferenze com’era disposto a fare Atlante. Dunque la banca toscana potrebbe dover far fronte a perdite maggiori di quelle preventivate su questo fronte. Insomma, la situazione è tutt’altro che semplice.



Le voci sulle richieste europee di tagli a personale e sportelli di Mps preoccupano Uniti per Siena, che ha quindi diffuso una nota per segnalare come la proposta di una Commissione d’inchiesta parlamentare su Montepaschi sia sostanzialmente sparita nel nulla, tanto più che l’ipotesi di elezioni anticipate non è remota e dunque sembra impossibile immaginare che, qualora venga costituita, possa portare a qualche risultato apprezzabile. “Uniti per Siena auspica pertanto un’accelerazione dei processi contro gli ex vertici della Banca e in particolare delle richieste risarcitorie effettuate in sede civile da Banca e Fondazione”, si legge ancora nella nota, in cui si ricorda anche come l’operato della classe dirigente locale del Pd, spesso d’accordo con il Pdl verdiniano all’opposizione, rischi di costare caro alla città di Siena, ai lavoratori di Montepaschi e alle loro famiglie.



La Procura di Siena ha chiesto di archiviare le indagini sulla morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi, che viene ritenuta frutto di un suicido. Il Movimento 5 Stelle vorrebbe che però fosse fugato ogni dubbio e i deputati Daniele Pesco e Giulia Sarti hanno presentato un’interpellanza urgente al governo chiedendogli di appurare, anche attraverso l’invio di ispettori, se la Procura di Siena stia facendo tutto il possibile per arrivare alla verità. Ci sono infatti delle cose che non convincono gli esponenti M5S, come i dati dei tabulati telefonici o l’acquisizione delle mail scambiate tra Rossi e l’ex amministratore delegato di Montepaschi Fabrizio Viola. Senza dimenticare che la dinamica della caduta dell’uomo dalla finestra del suo ufficio lascia diversi dubbi sul fatto che si sia trattato di un suicidio. Dunque per Pesco e Sarti “questa vicenda giudiziaria non può essere liquidata in modo così frettoloso e superficiale”.



Mps continua a lavorare al suo piano industriale, in attesa di conoscere i dati sui primi mesi del 2017, quanto meno per verificare se vi siano state altre fughe di depositi da parte dei correntisti. Dati che sono invece arrivati per le banche popolari e che sono positivi. Infatti, a gennaio c’è stata una crescita di quasi l’1% degli impieghi e di oltre il 3% per i depositi, vicina  al 7% per quelli in conto corrente. Inoltre, i nuovi finanziamenti alle Piccole e medie imprese sono stati di circa 2 miliardi di euro, mentre un miliardo è andato in mutui per l’acquisto della casa. Molto soddisfatto il Segretario generale dell’Associazione nazionale fra le banche popolari, Giuseppe De Lucia Lumeno, che evidenzia l’ennesima conferma dell’impegno del credito popolare nel sostenere l’economia reale. “Il ruolo delle Popolari che, come evidentemente mostrano i dati, continua ad essere apprezzato, assume una funzione decisiva per uscire dalla crisi economica proprio perché dal legame con i territori è naturalmente proiettato al sostegno dell’economia reale e delle famiglie”, ha aggiunto.