I vertici di Mps continuano a mettere a punto il piano industriale da sottoporre alle istituzioni europee, che dovrà contenere anche le indicazioni sui crediti deteriorati. Complice anche il buon esito dell’aumento di capitale di Unicredit, pare che l’idea sia quella di ricalcare il piano messo in atto da piazza Gae Aulenti. Secondo quanto riporta Milano Finanza, gli advisor Mediobanca e Lazard starebbero ora studiando la possibilità di allargare l’operazione oltre le sole sofferenze, comprendendo anche gli incagli. In questo modo, lo stock complessivo che dovrebbe andare sul mercato sarebbe superiore ai 45 miliardi di euro. Si tratta di una cifra importante, ma che potrebbe consentire a Montepaschi di liberarsi di una zavorra importante.
Si continua a lavorare per il piano industriale di Mps e, secondo quanto riporta Milano Finanza, gli advisor Mediobanca e Lazard si stanno concentrando in particolare sulla cessione dei crediti deteriorati. Ancora non è chiaro se Montepaschi potrà essere o meno azionista del veicolo cui verranno ceduti gli Npl. In caso positivo, verrebbe ricalcato il progetto di Unicredit, dove di fatto la banca potrà avere dei vantaggi da un possibile realizzo sui crediti deteriorati superiore al prezzo di cessione, proprio in virtù del fatto di partecipare al capitale del veicolo finanziario condiviso con operatori specializzati del settore Npl. Certamente, però, la cosa più importante sarà riuscire a soddisfare le richieste della Commissione europea e della vigilanza unica che fa capo alla Banca centrale europea.
Oltre che su Montepaschi, il Movimento 5 Stelle critica il Partito democratico anche per la Fondazione Mps. A Siena, infatti, M5S ha chiesto di poter tenere un consiglio comunale straordinario per parlare proprio dell’ente di palazzo Sansedoni, che ormai ha “mollato il colpo” su Rocca Salimbeni, facendosi prima diluire e cedendo poi gran parte della propria quota prima del fallimento dell’aumento di capitale alla fine dello scorso anno. I pentastellati chiedono che la politica costringa la Fondazione “a un drastico cambio di passo”, giudicando insufficiente l’atto di indirizzo che la maggioranza ha messo a punto. L’obiettivo del Movimento è quello di far sì che la Fondazione Mps sia realmente a servizio della comunità senese.
Il decreto salva-banche ha stanziato 20 miliardi che serviranno anche per la ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi di Siena. Il provvedimento è stato commentato da Cristian Libardi, membro del Movimento Nazionale Trentino-Alto Adige. Le sue dichiarazioni sono state riprese dal Secolo Trentino e tra di esse spiccano quelle in cui fa notare che i 20 miliardi “bastavano per soccorrere i terremotati dell’Emilia; e, se è per questo, risolvere almeno parzialmente i guai degli esodati”. Il punto è che in una banca ci sono i depositi dei cittadini e dunque un suo fallimento avrebbe conseguenze vaste, anche perché “tutto il sistema è interdipendente. Se una banca crolla, crollano tutte o quasi, come appunto avvenne con Lehman Brothers: e i cittadini che perdono i loro soldi diventano milioni”. Per questo si rende necessario il salvataggio di una banca, ma resta un problema aperto: “Dunque le banche vanno salvate. Ma quelli che le hanno gestite male? Quelli che ci si sono arricchiti? Quelli che hanno regalato soldi ai politici? Quelli che li hanno presi? Ecco, tutti questi non devono essere dimenticati. E invece non solo non gli succede niente ma nella migliore delle ipotesi restano al loro posto; e, nella maggior parte dei casi, sono trasferiti ad altri incarichi; sempre di vertice, si capisce, dovrebbero pagare con beni propri”. Per Libardi, quindi, più che prendersela con le banche e con il Governo che le salva, occorre ricordarsi di chi le ha amministrate in modo così disastroso. E si potrebbero e dovrebbero avviare azioni legali per far sì che queste persone subiscano le conseguenze delle loro azioni, che alla fine hanno un peso decisamente importante sulla vita di tutti i cittadini.
Il decreto salva-risparmio ha ricevuto diverse critiche, ma Agostino Megale lo ha difeso ai microfoni di RadioArticolo1. Il Segretario generale della Fisac-Cgil ha infatti ricordato che il provvedimento tutela e garantisce i risparmiatori, oltre a salvare i posti di lavoro dei dipendenti delle banche in situazioni critiche come Monte dei Paschi di Siena, Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. “Sia pure in ritardo, il decreto del governo fa un’operazione di credito pubblico, che va salutata positivamente, per risanare, rilanciare e rimettere in prospettiva sul mercato le banche interessate, dando soluzioni stabili e strutturate”, ha aggiunto Megale, criticando la scelta di chi, come il Movimento 5 Stelle, ha deciso di votare contro, perché l’intervento pubblico era necessario a evitare il caos che si sarebbe potuto generare sul sistema bancario, oltre a salvare circa 28.000 posti di lavoro che diversamente sarebbero andati perduti. Il sindacalista ha poi spiegato di non voler certo dimenticare le responsabilità di chi ha mal amministrato le banche finite sull’orlo del fallimento, ricordando che chi ha sbagliato dovrà pagare e per questo sono già state avviate delle indagini da parte della magistratura. Megale ha parlato anche delle prospettive occupazionali non certo rosee del settore bancario, ricordando che non manca molto alla presentazione dei nuovi piani industriali degli istituti in maggior difficoltà. Tra di essi anche quello di Monte dei Paschi di Siena, a proposito del quale ha spiegato che non verrà accettata una nuova richiesta di sacrifici da parte dei dipendenti, che già hanno dovuto subire un taglio di oltre 8.000 unità.