L’economia delle piattaforme sta rivoluzionando il nostro mondo in generale e l’economia in particolare. L’avvento degli smartphone e delle connessioni internet veloci ha dato un impulso e ha permesso a molti settori economici, tra i quali quello del trasporto, di effettuare un cambiamento epocale. Da questa rivoluzione sono nate le piattaforme che hanno il merito di mettere in contatto in maniera efficiente la domanda con l’offerta. Esempi chiari che sono ben conosciuti anche in Italia sono Airbnb, Blablacar o Flixbus. Esempi meno conosciuti in Italia, perché alcune lobby hanno di fatto bloccato il servizio, sono Uber, Lyft o Grab.



Il successo di queste piattaforme è evidente su scala globale, dato che sono presenti in tutti i paesi. Solamente in pochi stati europei alcune di queste sono bloccate dalla politica perché alcune “caste” mantengono una capacità di pressione molto elevata. In Italia nelle ultime settimane si è parlato di Flixbus e di Uber. Bisogna precisare che Uber come la conosciamo in Italia è un servizio molto più limitato di quello che è possibile trovare in altre parti del mondo. Infatti, a causa della legislazione attuale scelta dalla politica, non si è sviluppato Uberpop, che mette direttamente in contatto tutta l’offerta e domanda di trasporto, ma si è limitato ad autorizzare solo l’applicazione con gli Ncc (noleggio con conducente).



La protesta dei tassisti era contro lo spostamento temporale a fine anno di una norma dichiarata illegale dalla Corte di giustizia europea, vale a dire quella di obbligare a fine di ogni servizio il rientro all’autorimessa degli Ncc. Una norma derivante da una legge del 1992, quando il telefonino non era ancora uno smartphone e internet aveva un suono strano (quello della connessione telefonica). I tassisti hanno vinto la battaglia anche grazie all’appoggio della politica, com’è stato il caso evidente del sindaco di Roma Virginia Raggi. Ma riusciranno queste caste a bloccare l’evoluzione della tecnologia?



L’economia delle piattaforme è già presente in molti settori e avrà sempre più successo. Gli italiani conoscono bene Airbnb, ma iniziano a conoscere anche Flixbus. Questo servizio di autobus low cost, messo in pericolo da una norma del Milleproroghe, agisce proprio come una piattaforma, non diversamente da come funziona Uber con gli Ncc ad esempio. Infatti, questa multinazionale di origine tedesca ha la capacità di riuscire a mettere in contatto l’offerta delle compagnie degli autobus con la domanda dei viaggiatori. Solo in Italia opera con oltre 50 compagnie di bus e Flixbus fornisce tutta la parte commerciale, con un ottimo revenue management (l’arte di sapere far variare i prezzi) e un ottimo marketing al fine di “trovare” la domanda.

Questa, volenti o nolenti, è l’economia del futuro perché è dannatamente efficiente come sanno bene gli italiani che utilizzano Airbnb. Questi cambiamenti non sono facili da “digerire”: i tassisti si lamentano, ma cosa dovrebbero dire gli hotel che hanno investito milioni di euro e si ritrovano la competizione di migliaia di piccoli affittacamere? Il modo migliore per difendersi sarebbe quello di creare piattaforme alternative che siano in grado di competere in maniera efficiente: ad esempio, a Singapore i taxi hanno sviluppato un’applicazione molto efficiente che riesce a fare un’ottima concorrenza a Uber o Grab. I tassisti italiani, invece di perdere tempo in proteste illegali, dovrebbero spingere verso l’innovazione tecnologica; tuttavia in Italia è più facile avere un ritorno dell’investimento elevato nella pressione a una classe politica debole piuttosto che nell’innovazione.

È chiaro che la politica ha la capacità di rallentare il futuro con norme restrittive, ma forse non dovrebbe essere il compito della Politica bloccare il futuro solo per favorire determinate caste. La cecità della classe politica italiana, che riflette quella dei cittadini, porterà a un duro scontro contro il muro della realtà.