O Stato presto interverrà su Monte dei Paschi di Siena con una ricapitalizzazione precauzionale, il cui importo dovrà essere di complessivi 8,8 miliardi. L’intervento pubblico dovrebbe attestarsi intorno ai 6,6 miliardi di euro e la speranza del ministero dell’Economia e delle Finanze, spiega il quotidiano milanese, è riuscire a ottenere un guadagno com quello realizzato dal Governo americano, che dopo essere intervenuto a sostegno del suo sistema bancario ha ceduto le quote degli istituti di credito ricavandone qualcosa. “Quanto varranno due anni dopo la riammissione alle quotazioni le azioni del Monte dei Paschi di Siena, sospese alla vigilia di Natale 2016 a 15,080 euro?”, si legge sul Corriere. In effetti la domanda interessa anche gli attuali azionisti delle banca toscana, che sicuramente vorrebbe non veder scendere ancora il valore dei titoli dopo il tracollo già subito durante la parte finale dello scorso anno.
Il ministero della Giustizia ha detto no alla richiesta del Movimento 5 Stelle di inviare degli ispettori alla Procura di Siena per il caso di David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena morto in circostanze non del tutto chiarissime. Il sottosegretario Cosimo Ferri ha infatti risposto all’interrogazione M5S spiegando che gli elementi raccolti durante le indagini fanno ritenere ragionevole l’ipotesi del suicidio, tanto più che la Procura aveva già riaperto le indagini per verificare se vi fossero o meno elementi per poter parlare di omicidio. Tuttavia la Procura ha fatto sapere che è altamente improbabile che la morte di Rossi sia stata causata da qualcun altro. “Non appaiono, pertanto, allo stato ricorrere i presupposti per l’esercizio di alcuno dei poteri di sindacato sull’esercizio della giurisdizione che la Costituzione riserva al ministro della Giustizia”, ha spiegato Ferri.
Resta complicata la situazione di Monte dei Paschi di Siena, che sta mettendo a punto il nuovo piano industriale da sottoporre al vaglio di Commissione europea e Bce. Il Sole 24 Ore spiega infatti che le due istituzione comunitarie si trovano divise su un punto di non poco conto. L’Eurotower vorrebbe infatti una ricapitalizzazione di importo ampio, di modo che possa essere considerata “definitiva” e non solo una “tranche” in vista di un successivo aumento di capitale, soprattutto per via dei crediti deteriorati che, se non ceduti, potrebbero generare nuove perdite. Certo si potrebbe procedere, come sembra si voglia fare, alla cessione in blocco degli Npl. Ma ciò genererebbe delle svalutazioni da coprire e dunque servirebbero non poche risorse. Cosa che non piace molto a Bruxelles, che, vista la necessità di un intervento pubblico, vorrebbe limitare le risorse dello Stato da mettere sul piatto, anche per limitare il più possibile le accuse che potrebbero arrivare di aiuti di Stato. Non bisogna poi dimenticare che proprio l’Antitrust europea vieta di utilizzare le risorse pubbliche per coprire perdite già registrate o prevedibili. Quindi di fatto i soldi dello Stato non potrebbero essere usati per le svalutazioni derivanti dalla cessione degli Npl. Il che complica ulteriormente il quadro. Non sarà quindi facile trovare la quadra in questa situazione. Il piano industriale di Mps sembra quindi destinato a subire un nuovo rinvio, che potrebbe anche portare come conseguenza l’uscita delle azioni Mps dal Ftse Mib, dato che non è ancora chiaro quando potrebbero tornare a essere scambiate in Borsa.
L’intervento pubblico in Monte dei paschi di Siena potrebbe avere delle conseguenze anche per alcune operazioni relative alla banca toscana che si davano per “concluse”. Trend-online riporta infatti la notizia secondo cui il passaggio della piattaforma Juliet a Cerved potrebbe subire uno slittamento. A dirlo Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved, che ha spiegato che alla luce dell’intervento pubblico in Montepaschi è improbabile che l’accordo per Juliet si concluda negli stessi termini originariamente preventivati. Anzi, si sta proprio negoziando un accordo di natura diversa e non sarà quindi possibile immaginare che venga chiuso nel primo trimestre dell’anno. Resta da capire se anche la cifra concordata per l’operazione, 105 milioni di euro, subirà delle modifiche.