Carlo Vichi, patron della Mivar, lo storico marchio di televisioni italiani, ha lanciato un appello alla Samsung, invitando gli imprenditori asiatici a produrre la componentistica elettronica nel suo complesso industriale. Le fabbriche che hanno prodotto il 20 dicembre 2013 l’ultimo televisore della Mivar sono state così offerte a Samsung e per di più gratuitamente. Ma non intende trattare: l’uso del complesso lombardo sarà gratuito, così come il suo sostegno, ma Samsung dovrà farsi carico dell’assunzione dei dipendenti per mandare avanti le fabbriche. Il colosso coreano produce i suoi televisori destinati al mercato europeo in Polonia, ma ora potrebbe prendere in considerazione l’Italia, del resto le fabbriche Mivar sono collocate in una posizione strategica, cioè vicino Malpensa. Samsung raccoglierà l’appello che il vulcanico 94enne ha pubblicato sul sito di Mivar? «Venite a rendervi conto dei vantaggi che potreste avere assemblando in Italia 3 milioni all’anno dei vostri televisori», recita uno stralcio della lettera. Secondo Vichi il governo italiano appoggerebbe la sua iniziativa: «Darà il benvenuto a una Industria costruttrice di televisori. Signor Presidente della Samsung». E poi invita il presidente della Samsung a inviare un suo incarico per verificare la bontà della sua proposta: «Non le costerà nulla». L’azienda, che un tempo fatturava 200 miliardi di lire e aveva 800 dipendenti, nel 2013 ha sospeso la produzione, mantenendo attiva solo la linea di manutenzione. Nel frattempo ha cominciato a valutare come trasformare lo stabilimento: l’ultima idea è di offrirlo alla Samsung



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