L’Italia è osservata speciale in questo periodo, anche perché lo spread tra Btp e Bund si è alzato molto. C’è chi collega questo andamento alle tensioni sulle elezioni in paesi come la Francia, ma finanzaonline.com ricorda anche che Bretton Woods Research, società di strategia per gli investimenti, segnala il peso delle sofferenze bancarie e le incertezze che ancora ci sono sul destino di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. E si sa quanto stretto sia l’intreccio tra sistema bancario e debito pubblico italiano. Secondo Forbes, Montepaschi è una delle “banche zombie” e gli istituti di credito italiani non godono certo di ottima salute se Unicredit in Borsa in un anno ha perso il 49%.
Per risolvere la crisi di Mps pare che il Governo Renzi avesse cercato di esercitare anche delle pressioni sul management di Poste Italiane per un intervento, che non sarebbe però arrivato. Per questo, scrive trend-online.com ora l’amministratore delegato Francesco Caio potrebbe non essere confermato alla guida della società che ancora rimane sotto il controllo del Tesoro. Secondo Repubblica, l’ex Premier non perdonerebbe ai vertici di Poste anche il fatto di non essere riusciti a mettere le mani su Pioneer, la società di risparmio gestito finita poi ad Amundi. Per sostituire Caio, il quotidiano romano dice che si sta pensando a Matteo Del Fante, impegnato oggi in Terna, e a Domenico Arcuri, attualmente alla guida di Invitalia.
Per Mps, si sa, un problema non irrilevante sono gli Npl. Che a quanto pare stanno diventando molto appetibili come investimento di lungo termine. Secondo quanto riporta Milano Finanza, ieri Carlo Gentili, amministratore delegato di Nextam Partners, ha ricordato, in un convegno a MIlano, che i fondi specializzati sugli Npl stanno avendo ottimi ricavi, grazie anche al fatto di riuscire a comprarli dalle banche italiane a prezzi molto ridotti, non essendoci una grande quantità di dati sulle singole posizioni. Gentili ha spiegato che anche le fondazioni bancarie si stanno interessando a questo tipo di investimenti. Naturalmente può volerci del tempo per vedere dei ricavi, ma questi possono essere davvero ghiotti.
Dalle pagine de Il Fatto Quotidiano arriva una sorta di “appello” per far sì che Pier Carlo Padoan prenda di pugno la situazione di Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che ancora non sono state messe in sicurezza, viste che le autorità europee non sembrano andare all’unisono tra le loro e sembrano attente a non creare precedenti e applicare al meglio le norme piuttosto che a evitare il peggio per il 10% del sistema bancario rappresentato dai tre istituti di credito in questione. Giorgio Meletti ricorda che la situazione di stallo riguardante Monte dei Paschi di Siena è stata originata dalla Bce cui spetta la vigilanza unica. Infatti, l’Eurotower nell’arco di un mese ha ritenuto di dover alzare l’asticella della ricapitalizzazione necessaria per la banca toscana, portandola da 5 a 8,8 miliardi: un aumento certo di nono poco conto. “La banca può ottenere dallo Stato la ricapitalizzazione precauzionale solo ‘se rispetta i requisiti patrimoniali minimi’. Quindi a Monte dei Paschi di Siena serve l’intervento dello Stato per obbedire all’ordine della Bce di aumentare il suo capitale. Ma, per ottenere dalla Bce il permesso di obbedire alla Bce, deve dimostrare alla Bce di non avere bisogno dell’aumento di capitale che la Bce ordina. Non è uno scioglilingua, è il meccanismo infernale con cui rischiano di far fallire tre banche”, si legge nell’articolo del Fatto. Il quale ricorda che se questa è la posizione della Bce, quella della Commissione europea è che lo Stato italiano dovrebbe immettere meno capitale. In tutto questo caos, il ministro dell’Economia sembra essere assolutamente immobile. “Se il governo non si decide ad assumersi qualche responsabilità anziché spaventarsi di fronte ai burocrati di Bruxelles e Francoforte, per le tre banche malate la strada della risoluzione, o bail in che dir si voglia, è segnata”, è la chiusa di Meletti.
Klaus Regling, numero uno del fondo salva-Stati Ems, già intervenuto a sostegno del sistema bancario spagnolo, ha spiegato in un’intervista pubblicata da Affari & Finanza, l’inserto economico di Repubblica, che “in Italia non c’è una crisi del sistema bancario. C’è un numero limitato di banche che hanno problemi e il governo lavora con la Commissione per trovare soluzioni”. Chiaro il riferimento a Mps, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Per Rengling, dunque non occorre l’intervento del suo fondo. A una domanda in cui gli si chiedeva se fosse giusto permettere che gli azionisti italiani venissero sgravati dalle perdite, l’economista tedesco ha risposto “Questo non è esatto: gli azionisti del Monte dei Paschi di Siena hanno perso tutto. Abbiamo un’Unione bancaria con delle regole: per il momento queste regole vengono rispettate e il lavoro della Commissione è assicurarsi di questo”.
“La ristrutturazione delle banche europee offre molte opportunità. Mps sarà solo la prima. Ci saranno delle opportunità da sfruttare, ma non con la strategia buy and hold”. Lo ha detto Filippo Lanza, gestore di HI Numen Credit Fund. Secondo quanto riporta finanzaonline.com, l’esperto di mercati ritiene quindi che il caso di Monte dei Paschi di Siena non sarà isolato e che, soprattutto, potrà essere un’opportunità per gli investitori. Il fatto però che evidenzi che una strategia di conservazione di lungo periodo delle azioni non sarebbe vincente fa pensare che potrebbero non essere pochi gli operatori pronti a operazioni speculative di breve termine sui titoli. Che ancora restano sospesi dalle contrattazioni, in attesa di novità sul fronte del piano che porterà all’effettiva realizzazione della ricapitalizzazione precauzionale.