Complice il fallito aumento di capitale alla fine dello scorso anno, Mps ha perso diversi clienti, spaventati dall’ipotesi di un fallimento della banca che avrebbe potuto far scattare il bail-in. La situazione si sta però invertendo. Secondo Antonio Nucci, vice direttore generale di Montepaschi, da metà gennaio non si stanno più registrando deflussi. “La liquidità è stata rafforzata: da metà gennaio 2017 in poi i flussi che da metà del 2016 erano in uscita hanno invertito la tendenza. Sono tornate alcune aziende a portare denaro nel Monte”, ha detto durante un convegno organizzato dagli industriali di Brescia. Nucci ha quindi detto di considerare “risolto” il problema del deflusso di di depositi, mentre si continua a lavorare su altri fronti, in particolare quello dei crediti deteriorati, dove non mancano difficoltà.



Mps resta in attesa dell’effettivo avvio della ricapitalizzazione precauzionale, ma non sta con le mani in mano per cercare di recuperare clienti dopo la fuga di depositi registrata a fine 2016. Così la banca toscana ha deciso di lanciare un nuovo conto corrente, chiamato Mps Mio, strutturato in modulo a secondo del profilo di operatività, dall’uso dell’home banking piuttosto che della filiale, con un meccanismo di scontistica che può arrivare anche ad azzerare il canone. Lodovico Mazzolin, responsabile della direzione retail, ha spiegato che Mps Mio “è un conto modulabile che il cliente disegna sulle proprie esigenze, con la piena consapevolezza dei costi legati al numero dei servizi che sceglie di attivare. Dal giovane al primo impiego al pensionato, dai clienti orientati all’operatività on-line, grazie al nuovo servizio Digital Banking, a quelli che preferiscono lo sportello, il conto Mps Mio mette a disposizione un’ampia offerta di prodotti e servizi in grado di soddisfare sia le semplici esigenze di banca quotidiana che necessità più complesse come la gestione del risparmio”.



La Procura di Milano ha presentato richiesta di archiviazione nei confronti di Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, rispettivamente ex Amministratore delegato e Presidente di Mps, nell’ambito dell’inchiesta per le ipotesi di reato di falso in bilancio e manipolazione dei mercati per la presunta non corretta contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2011 al 2014. I Pm Giordano Baggio e Stefano Civardi hanno evidenziato che continua a non esserci evidenza di dolo. Il Gip Livio Cristofano si è riservato e non presentandosi in aula l Procura di fatto lascia la decisione al giudice, che non potrà poi più avocare l’inchiesta. Una decisione è attesa entro Pasqua. Gli avvocati difensori dei due manager continuano a sostenere che le accuse sono false e inesatte. Nella memoria difensiva hanno scritto che “Affermare che i bilanci e le altre comunicazioni sociali tra il 2011 e il 2014 abbiano esposto contrariamente al vero le due operazioni Alexandria e Santorini secondo la tecnica ‘a saldi aperti’ sarebbe cosa semplicemente inesatta e smentito dai fatti”.” “I bilanci e le relazioni infra-annuali hanno esposto i fatti secondo entrambe le tecniche di rappresentazione e di contabilizzazione, richiamando sul punto l’attenzione del lettore, ciò che in radice esclude la tipicità del fatto sul versante penale”, si legge ancora nel documento. Né Viola, né Profumo sono ora ai vertici di Mps. Il primo è alla guida di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, mentre il secondo è diventato Presidente di Equita sim.



Generali ha presentato i risultati 2016 e Philippe Donnet ha poi tenuto una conference call in cui ha affrontato diversi temi. Tra questi quello dei bond subordinati di Mps che il gruppo assicurativo detiene e che era pronto a convertire a dicembre 2016, se non fosse fallita l’operazione di ricapitalizzazione sul mercato. Il Ceo di Generali ha detto di attendersi una conversione, ma in realtà, finché non sarà noto il piano industriale di Rocca Salimbeni non si sa a quali condizioni avverrà. Finora le indiscrezioni hanno fatto ritenere che un bail-in “tout court” sia improbabili, quindi difficilmente Generali si troverà con “carta straccia” in mano dal valore azzerato. Resta però da capire se diventerà azionista di Mps piuttosto che detentrice di bond senior, ovviamente con un “haircut” rispetto al valore dei bond subordinati ora detenuti.

Mps ha emesso un bond con garanzia dello Stato per un controvalore di 4 miliardi di euro. La scadenza dell’obbligazione è stata fissata al 15 marzo 2020, con una cedola dello 0,75%. L’emissione è stata sottoscritta da Montepaschi e verrà successivamente rivenduta sul mercato obbligazionario o utilizzata come garanzia in operazione di finanziamento. Avendo la garanzia dello Stato è scontato che avranno lo stesso rating attribuito alle precedenti emissioni con le stesse caratteristiche effettuato alla fine di gennaio. Con questa nuova tranche, ammonta a un 11 miliardi il valore totale delle obbligazioni emesse da Mps in questo 2017.