La messa a punto del piano industriale di Monte dei Paschi Siena deve fare i conti, secondo alcune indiscrezioni, con le divergenze esistenti tra Banca centrale europea e Commissione Ue. Sui rapporti tra le due istituzioni, la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha detto che c’è una collaborazione “molto buona” tra Commissione e Bce, che però “hanno compiti differenti” Questo vuole dire che “lavoriamo insieme a contatto molto stretto, perché abbiamo ruoli diversi: il Single Supervisory Mechanism ha la responsabilità della vigilanza, e devono fare le loro cose, perché noi possiamo fare la nostra parte, che è alla fine guardare al versante degli aiuti di Stato. Penso che abbiamo una cooperazione molto buona, ma facciamo cose diverse”, ha spiegato la danese.
Mps continua a mettere a punto il piano industriale e negli ultimi giorni è emersa un’indiscrezione secondo cui le autorità europee vorrebbero imporre maggiori tagli a dipendenti e sportelli rispetto a quelli preventivati da Rocca Salimbeni a dicembre. Tuttavia la Fabi, organizzazione sindacale dei bancari, ha presentato dei dati che parlano chiaro: tra il 2012 e il 20126 Montepaschi ha già operato un taglio pari al 22% dei dipendenti, corrispondenti a circa 7.000 unità, ponendosi al primo posto tra i principali gruppi italiani. Banco Popolare ha infatti tagliato il 10% dei posti, Ubi Banca il 7,9%, Unicredit il 3,5%, mentre Intesa Sanpaolo ha sfoltito di sole 90 unità il suo organico. Se vi fosse quindi un ulteriore taglio degli organici, quindi, Mps raggiungerebbe un non certo invidiabile primato.
È saltato l’accordo tra Mps e Cerved per la cessione della piattaforma Juliet. “Le condizioni sospensive previste contrattualmente per il perfezionamento di Project Juliet non si sono verificate entro il termine previsto del 28 febbraio e, pertanto, l’accordo è da intendersi privo di efficacia”, hanno fatto sapere le due società in una nota. Cerved sembra però disponibile a estendere il termine fino al 30 giugno. Nell’attesa di una decisione in merito, le due aziende hanno comunque deciso di confrontarsi per “esplorare forme alternative di partnership industriale nel settore della gestione dei crediti in sofferenza”, un tema che interessa molto Montepaschi, specialmente in questo periodo in cui gli Npl sono uno dei punti principali del piano industriale da mettere a punto.
Il cammino verso una piena messa in sicurezza di Monte dei Paschi di Siena incontra un nuovo ostacolo. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, alla banca toscana potrebbe non essere riconosciuta la solvibilità, pre-condizione importante per la ricapitalizzazione precauzionale, poiché il Total Cet 1 non risulterebbe almeno all’8%. Del resto Montepaschi rispettava il requisito alla fine del 2016, ma è verosimile pensare che con la prima trimestrale del 2017 possa non essere raggiunta la soglia richiesta. Il quotidiano romano segnala quindi che i tempi per il risanamento della banca toscana rischiano di allungarsi ancora, anche perché restano dei nodi da sciogliere, mediante dei negoziati non semplici con le autorità europee. Le quali non sono nemmeno concordi tra loro sull’ammontare della ricapitalizzazione. Per la Commissione europea, se lo Stato mettesse 6,6 miliardi di euro si ritroverebbe in mano una quota del 70% circa del capitale, difficile poi da rivendere. Per questo Bruxelles vorrebbe ridurre la cifra di almeno 1 miliardo di euro, incontrando però l’opposizione della Bce. Non bisogna poi dimenticare il nodo dei rimborsi ai detentori di bond subordinati o quella della cessione dei crediti deteriorati. Ci sono poi indiscrezioni che parlano della richiesta dell’Ue di maggiori tagli a sportelli e personale. Probabilmente il consiglio di amministrazione in programma oggi servirà a fare un punto complessivo, tenendo sempre aperti i canali di comunicazioni con il ministero del Tesoro, per un trattativa tra più parti che rischia di andare davvero per le lunghe.
I vertici di Monte dei Paschi di Siena sono al lavoro per approvare il piano industriale nel corso del consiglio di amministrazione convocato per il 9 marzo. Già giovedì ci sarà una riunione del board, dove però verrà fatto un punto sul progetto di bilancio 2016. Se la prossima settimana il piano verrà definito, la bozza verrà poi inviata al ministero dell’Economia e delle Finanze, che a sua volta lo farà pervenire alla Commissione europea per verificare che sia compatibile con le normative sugli aiuti di stato. Sembrerebbe quindi che vi possa essere un’accelerazione dei tempi visto che recentemente le indiscrezioni di stampa dicevano che il piano industriale non sarebbe stato pronto prima di aprile. Tuttavia non è da escludere che una volta ricevuto il piano Bruxelles non chieda delle modifiche e quindi i tempi potrebbero tornare ad allungarsi.
Sembra che la strada verso la definizione del nuovo piano industriale di Monte dei Paschi di Siena si stia complicando e non poco. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, la Commissione europea ha ricordato che i 6,6 miliardi che arriveranno dallo Stato non potranno essere utilizzati dalla banca toscana per coprire le perdite generate dalla svalutazione dei crediti in sofferenza. Per questo scopo dovranno essere utilizzate risorse proprie o raccolte mediante l’emissione di obbligazioni. Per il quotidiano di Confindustria non sarà quindi facile riuscire a trovare la soluzione giusta da inserire nel piano definitivo e per questo sarebbero in corso degli approfondimenti che potrebbero allungare i tempi per la definizione del piano e del suo esame da parte delle autorità europee. Di fatto, scrive Il Sole 24 Ore, potrebbe essere difficile vedere lo Stato entrare nel capitale di Rocca Salimbeni prima dell’estate.