Il piano industriale di Mps, approvato il 9 marzo dal Consiglio di amministrazione, deve ancora superare il vaglio delle istituzioni europee. A questo proposito il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto che “i progressi continuano, ma il lavoro è  complesso dal punto di vista tecnico”. Padoan ha detto queste parole arrivando all’Eurogruppo in programma a Bruxelles, dove domani è in programma l’Ecofin in cui si discuterà delle sofferenze bancarie: un tema sicuramente importante per l’Italia. Il ministro, prima di congedarsi dai giornalisti, ha detto che su Montepaschi c’è “piena collaborazione” con le istituzioni europee. Non resta quindi che attendere qualche segnale da parte loro.



Come noto, la scorsa settimana Mps ha emesso una nuova obbligazione, con scadenza marzo 2020, con la garanzia dello Stato, per complessivi 4 miliardi di euro. I titoli sono ora in possesso della banca toscana, ma secondo quanto riporta Reuters, che cita un trader obbligazionario, “il mercato si è posizionato come se il nuovo 2020 dovesse arrivare sul secondario a breve”. Probabilmente già in settimana. Questo perché il 20 marzo arriva a scadenza un bond proprio da 4 miliardi di euro e dunque la banca toscana avrà bisogno di liquidità. L’agenzia di stampa finanziaria fa notare che la nuova emissione non è stata molto gradita dai possessori di un altro bond in scadenza a gennaio 2020 (ed emesso a inizio anno), poiché fa diretta “concorrenza” al rendimento del titolo in proprio possesso.



La scorsa settimana Mps ha emesso una nuova obbligazione con scadenza marzo 2020 e una cedola dello 0,75%: un titolo che ha la garanzia dello Stato. E proprio per questo motivo Dbrs ha deciso di fornire un rating BBB High. Qualche giorno fa era stata Fitch a valutare con un BBB+ il bond di Montepaschi, in linea tra l’altro che le emissioni di inizio anno. Finora, nei primi tre mesi dell’anno, la banca toscana ha emesso obbligazioni per 11 miliardi di euro. Quest’ultima tranche non è però ancora approdata sul mercato secondario. E potrebbe anche creare una sorta di “concorrenza” con il bond in scadenza a gennaio 2020.



Dopo Monte dei Paschi di Siena, anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno ufficialmente chiesto di poter accedere “al sostegno finanziario straordinario e temporaneo dello Stato”, ovvero la ricapitalizzazione precauzionale. Come segnala Repubblica, quindi, torna lo Stato banchiere e in istituti certo non di poco conto. In tutto le due banche venete dovrebbero far sborsare alle casse pubbliche circa 5 miliardi di euro. Sommati a 6,6 che andranno a Monte dei Paschi di Siena, si arriva a più di 11 miliardi che lo Stato utilizzerà pochi mesi dopo il varo del decreto salva-risparmio, che sul piatto ha messo ben 20 miliardi di euro. Secondo l’analisi del quotidiano romano, visto l’importo che c’è in ballo il Tesoro non potrà tenere un atteggiamento “timido”, ma dovrà cercare di essere incisivo, anche perché il suo ingresso nel capitale di queste banche deve essere temporaneo, con l’obiettivo di metterle in condizioni di tornare a essere profittevoli, così da mettere poi sul mercato la propria quota e rientrare della cifra stanziata. Viste le quote di capitale che avrà, al Tesoro spetteranno nomine importanti e sarà quindi bene che si facciano scelte congrue all’obbiettivo importante che si  vuole raggiungere. Secondo Repubblica, in ogni caso il rischio che si ha in queste situazioni e di vedere tagli agli organici piuttosto severi. Già nei giorni scorsi sono emerse delle indiscrezioni secondo cui dall’Europa sarebbe arrivata la richiesta di ulteriori esuberi e di una contemporanea diminuzione della quota di ricapitalizzazione a carico dello Stato. Non resta quindi che aspettare le mosse di Bruxelles, da cui dipenderanno poi quelle del Tesoro.

In questi giorni nel mondo finanziario non c’è attenzione solo sul destino di Monte dei Paschi di Siena, ma anche sulle nomine dei vertici della partecipate pubbliche, alcune delle quali quotate in Borsa. Questi due temi sembrano ora incrociarsi, dal momento che l’ex Presidente di Montepaschi, Alessandro Profumo, secondo alcuni rumors potrebbe prendere il posto di Mauro Moretti alla guida di Leonardo, la ex Finmeccanica. Le indiscrezioni non sembrano essere molto gradite agli investitori, tanto che il titolo a Piazza Affari sta cedendo oltre il 3%, dopo aver fatto registrare forti guadagni in virtù di un bilancio 2016 molto positivo. Il “disappunto” degli investitori sembra derivare dai precedenti di Profumo a Unicredit prima e Mps poi. Esperienze che vengono giudicate non proprio “brillanti”.