Le donne che hanno diritto al bonus mamme non hanno nulla da temere: il ministro della Famiglia, Enrico Costa, ha garantito il sostegno a coloro che hanno i requisiti per potervi accedere. Le polemiche, però, sono scoppiate per i ritardi nel lancio della piattaforma per la presentazione delle domande, nonostante i ripetuti solleciti all’Inps per rendere operativa la norma. Ne è nato un rimpallo di responsabilità, che ha dilatato ulteriormente i tempi: ora si lavora per sbloccare la “macchina” dei contributi nei primi giorni di maggio. Tutte le neo-mamme hanno diritto dal primo gennaio 2017 al bonus, ma devono pazientare per ricevere il contributo di 800 euro previsto dalla legge di Bilancio per le prime spese legate alla nascita del bebè. Per questo intervento comunque non è stato mai preso in considerazione il tetto Isee: «Abbiamo sempre detto che la misura sarebbe stata universale, per tutte le mamme, senza limiti reddituali», ha dichiarato il ministro della Famiglia.
Il caos attorno al bonus mamme è scoppiato il 5 gennaio, quando il presidente dell’Inps Tito Boeri chiede al ministro della Famiglia Enrico Costa di precisare i criteri per accedere alla misura. Il testo, però, è troppo generico per l’inps, che riceve la prima risposta del dipartimento Politiche per la famiglia il 25 gennaio. La replica, però, non spazza via tutti i dubbi dell’Inps, che chiede ulteriori delucidazioni: arrivano, però, solo a inizio marzo, insieme a nuovi particolari, come il raddoppio del bonus mamme in caso di parto gemellare. I nuovi dettagli costringono l’Inps a rivedere in corsa la piattaforma telematica, di conseguenza si registrano nuovi ritardi. Nessuna delle mamme coinvolte rischia di perdere il diritto al contributo, ma le domande potranno essere presentata dai primi di maggio, mentre i contributi dovrebbero sbloccarsi verso il 15. La possibile invasione di domande rimaste in sospeso, però, potrebbe rallentare il portale. Un nuovo ritardo all’orizzonte?