Da Bruxelles Pier Carlo Padoan ha confermato ai giornalisti di aver incontrato Margrethe Vestager e di aver parlato di Mps. Il ministro dell’Economia ha detto che l’incontro è andato molto bene e che si continua a lavorare sui dettagli tecnici relativi all’attuazione pratica della ricapitalizzazione precauzionale, che deve rispettare delle regole molto chiare. Quanto a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che hanno chiesto di poter accedere alla medesima misura, Padoan ha chiarito che “adesso starà innanzitutto alla Bce decidere la sostenibilità delle banche e poi si passerà al dialogo con la Commissione europea”. Il ministro non ha voluto parlare invece degli esuberi di Montepaschi, specificando che si tratta di uno di quei temi per cui a negoziare sono Commissione e la banca medesima.



La Banca centrale europea ha pubblicato la versione definitiva delle linee guida sui crediti deteriorati. Tali linee guida sono entrate in vigore con la loro pubblicazione, ma come spiega Milano Finanza, è stato chiarito che le indicazioni non sono vincolanti. Tuttavia l’autorità di vigilanza ha la facoltà di chiedere le ragioni per cui si è verificato uno scostamento rispetto a quanto richiesto. Secondo quanto aggiunto dal quotidiano finanziario, le banche italiane avrebbero espresso delle perplessità circa alcuni aspetti delle linee guida. Le quali tra le altre cose prevedono l’invio di nuove lettere alle banche con un alto livello di crediti deteriorati nell’ambito della normale attività di supervisione. Resta il fatto che quelle cui era già stato chiesto il piano operativo, dovranno inviarlo entro la fine di marzo.



In attesa di novità sul giudizio delle istituzioni europee riguardo il piano industriale di Mps, arrivano notizie non molto rassicuranti. Secondo quanto riporta l’Ansa, infatti, nel redarre il bilancio 2016 gli amministratori di Montepaschi hanno ritenuto “appropriato l’utilizzo del presupposto della continuità aziendale”. Tuttavia hanno anche evidenziato che esistono “elementi di rilevante incertezza” che potrebbero metterla in discussione. Tra queste anche “l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per l’accesso alla misura di ‘Ricapitalizzazione precauzionale’ che presuppone l’approvazione del Piano di Ristrutturazione”. Sempre nel bilancio si legge che il piano messo a punto da Mps è in grado di portare a “un ritorno a una ‘ordinaria’ redditività tale da consentire l’uscita dello Stato e il ripristino, post aumento di capitale, di livelli adeguati di patrimonializzazione nonché una riduzione dei crediti deteriorati nel pieno rispetto dei target richiesti dalla Bce”.



Se per Monte dei Paschi di Siena è in arrivo una ricapitalizzazione precauzionale, per Deutsche Bank si è tornati a parlare recentemente della necessità di un aumento di capitale di una certa entità. Le due banche, accomunate dalle loro difficoltà, sono anche oggetto di un’inchiesta realizzata dal Sole 24 Ore, in particolare per la disparità di trattamento a cui sono state sottoposte da parte del Single supervisory mechanism della Banca centrale europea, ovvero l’autorità cui fa capo la vigilanza unica bancaria. In un articolo di Claudio Gatti viene spiegato che “l’Ssm ha dato prova di severità nei confronti del Monte dei Paschi di Siena e d’indulgenza in quelli di Deutsche Bank”. Il quotidiano di Confindustria spiega che l’Ssm ha imposto condizioni patrimoniali a Monte dei Paschi di Siena con scadenze ben definite e condizioni patrimoniali, mentre con la banca tedesca c’è stato “un trattamento di favore esclusivo”. In particolare si fa notare che a Siena come capo ispettore la vigilanza europea ha scelto il severisimo Jan Hemmers, che un ex collega dice essere “andato a Siena con il mandato di non risparmiare alcun colpo”. Per Deutsche Bank è stato scelto invece l’italiano Emanuele Gatti, cui non è stato chiesto però alcun approfondimento sulle posizioni di livello 3, ovvero quelle relative ai derivati.

Ed è risaputo che è proprio qui che si dice la banca tedesca abbia il suo punto debole. “È legittimo oggi chiedersi se l’Ssm abbia guardato a Db come ha guardato a Monte dei Paschi di Siena. E non c’è dubbio che la difformità di approccio sia stata molto profonda”, ha detto al Sole uno dei consulenti della Bce. E anche ora, con la pressione su Mps per cedere gli Npl, si sta creando una disparità di trattamento, evidenzia il quotidiano di Confindustria.

ILe strade di Mps e delle due banche popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si incrociano ancora. Non solo perché sono gli unici istituti di credito in attesa di una ricapitalizzazione precauzionale con l’intervento dello Stato. L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera, ricorda infatti che mercoledì scade il termine per aderire all’Offerta pubblica di transazione per gli azionisti delle due banche venete. Se si dovesse raggiungere l’80% delle adesioni, “gli effetti potrebbero aprire all’intervento del Fondo Atlante nel capitale di Monte dei Paschi di Siena, magari dopo una ricapitalizzazione che veda anche la partecipazione di quegli istituti stranieri che fin qui si sono tenuti a margine dell’operazione gestita da Quaestio sgr”. In buona sostanza, con meno risorse da destinare a eventuali contenziosi con gli azionisti, Atlante potrebbe anche pensare di investire in Mps.

Il passato a Monte dei Paschi di Siena non sta giovando molto ad Alessandro Profumo, che è stato nominato amministratore delegato di Leonardo. Giuseppe Bivona, socio fondatore di Bluebell, hedge fund con sede a Londra, ha infatti scritto a Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan per esprimere il proprio dissenso sulla scelta effettuata dal Governo, proprio in virtù del passato di Profumo alla guida della banca senese. Il Sole 24 Ore ha pubblicato alcuni passaggi della missiva, in cui Bivona scrive: “Ricordo che sotto la leadership del dott. Profumo in quanto Presidente della banca, Mps ha consumato una distruzioni di valore che ha pochi precedenti (if any) nel sistema bancario italiano con due aumenti di capitale per un totale di otto miliardi di euro che si sono tradotti in un’equivalente distruzione di valore per i soci che li hanno sottoscritti”. Inoltre, si fa presente che Profumo rischia il rinvio a giudizio a Milano, anche se i Pm hanno chiesto l’archiviazione.