La Banca centrale europea ha tenuto la quarta e ultima asta di liquidità Tltro, assegnando più di 233 miliardi di euro a quattro anni e a tasso zero agli istituti di credito europei, di cui circa 63 finiti alle banche italiane. Mps non ha potuto partecipare e questo non per particolari impedimenti legati alla sua ricapitalizzazione precauzionale, ma perché nelle precedenti aste aveva già raggiunto il tetto di fondi a disposizione per ogni istituto. Come ricorda il sito del Fatto quotidiano, è Unicredit ad aver ottenuto la somma più alta tra i gruppi italiani, con 24,4 miliardi di euro, seguito da Intesa Sanpaolo (12 miliardi) e Iccrea, che riunisce le Bcc (9 miliardi). Hanno partecipato all’asta anche Bper (4,1 miliardi), Popolare di Sondrio (3,5 miliardi), Banco Bpm (3,1 miliardi), Ubi Banca (2,5 miliardi), Mediobanca (1,5 miliardi), Creval (1 miliardo), Ifis (700 milioni), Carige (500 milioni) e Credem (500 milioni).



Dopo l’incontro tra Pier Carlo Padoan e Margrethe Vestager riguardo Mps, il ministro dell’Economia ha spiegato ai giornalisti che il numero degli esuberi dipende dal piano industriale della banca stessa, il quale è oggetto di negoziati tra Bruxelles e Siena. Il Governo, quindi, si “chiama fuori dalla vicenda”, ma Agostino Megale è perentorio nel dire no ad altri tagli occupazionali, sia per Mps che per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. “Nessuno può pensare di riversare le difficoltà sull’anello più debole della catena, e cioè sulle lavoratrici e sui lavoratori, ricorrendo ai licenziamenti e peggiorando le condizioni di lavoro, poiché troverebbe la risposta unitaria di tutto il sindacato con la mobilitazione e lo sciopero”, ha detto il Segretario generale della Fisac-Cgil.



A Siena c’è chi guarda con sospetto ai nuovi incarichi ricoperti dagli ex vertici di Mps. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha diffuso una nota per evidenziare come Fabrizio Viola, “dopo aver intascato in 4 anni circa 10 milioni di euro tra compensi e liquidazione – mentre i piccoli azionisti hanno visto azzerarsi tutti i loro risparmi e i dipendenti hanno subito enormi mortificazioni economiche e professionali – è stato riciclato prima nel consiglio del Milan Calcio di Berlusconi e poi come Ceo della Banca Popolare di Vicenza, altro istituto in grosse difficoltà”. È poi fresca la notizia della nomina di Alessandro Profumo al vertice di Leonardo. Notizia su cui non si risparmia un commento piuttosto ruvido. “Ignorando le responsabilità avute nel disastro di Banca Mps, e in attesa sia dell’assurda richiesta di archiviazione del caso Rossi, che getta un inquietante alone di mistero sulla gestione ‘Profumo’, oltre al suo possibile rinvio a giudizio per l’accusa di falso in bilancio e manipolazione del mercato in merito ai bilanci di Banca Mps, il Governo Renziloni, e soprattutto il grande ‘manovratore di banche’ Padoan, non hanno avuto alcun indugio a proporlo alla nomina di Leonardo-Finmeccanica, una delle aziende partecipate dallo Stato più importanti e strategiche”. I pentastellati hanno quindi un dubbio: non è che Profumo e Viola erano arrivati a Siena “per tenere tutti i cassetti chiusi e non fare alcuna chiarezza” e ora, “portato a termine il loro compitino, è arrivata la ricompensa”? Così da “impedire loro di raccontare verità scomode nei confronti dei Governi, di Banca d’Italia e della Consob”?



Il negoziato tra Governo italiano e Commissione europea sulla ricapitalizzazione precauzionale di Mps va avanti, ma Margrethe Vestager nega che i tempi si stiano eccessivamente prolungando. Il commissario Ue alla Concorrenza, secondo quanto riporta Milano Finanza, dopo l’incontro avvenuto ieri con Pier Carlo Padoan, ha spiegato che tra le parti continua a esserci cooperazione e che sia continua a fare in modo che il Governo italiano possa raggiungere il suo obiettivo nell’ambito delle regole fissate dall’Ue. La Vestager ha anche ricordato che gli investitori istituzionali di Mps dovranno subire delle perdite come previsto dal burden sharing, mentre i piccoli risparmiatori potranno essere compensati. Il Commissario non ha voluto parlare invece di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le altre due banche italiane ad aver chiesto l’accesso alla ricapitalizzazione precauzionale.

Già si è detto di come il passato alla guida di Mps non abbia rappresentato un buon “biglietto da visita” per Alessandro Profumo al suo approdo a Leonardo. Ora però arriva una notizia non certo positiva per l’ex Presidente di Montepaschi. Secondo quanto riporta l’Agi, infatti, Salvatore Bloise, gup del Tribunale di Lagonegro (PZ), ha deciso di rinviarlo a giudizioper usura bancaria. Il processo si aprirà il 23 maggio e insieme a Profumo risulta imputato anche Raffaele Picella, ex Presidente della Banca della Campania. La vicenda risale al 2014, quando Profumo era ancora a Rocca Salimbeni: un imprenditore ha infatti denunciato l’applicazione da parte delle due banche di tassi usurari. A quanto pare la decisione del gup risale all’inizio di marzo.