Pier Carlo Padoan ha partecipato a un forum organizzato nella sede londinese di Bloomberg e, secondo quanto riporta Radiocor, ha spiegato che l’intervento pubblico per la ricapitalizzazione delle banche, che potrebbe avvenire sia per Mps che per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si svolge dentro le regole e su questo è in atto un lavoro quotidiano con le istituzioni europee, in modo che sia sempre garantito il rispetto delle normative. Il ministro dell’Economia ha sottolineato che l’Unione bancaria, essendo ai suoi esordi, sta sperimentando sul campo come gestire delle situazioni critiche. Padoan ha anche voluto dare rassicurazioni sul fatto che l’intervento dello Stato non comporterà il ritorno al bail-out, cioè al salvataggio tout court delle banche.
Mps continua ad attendere novità dalle istituzioni europee in merito all’approvazione del piano che consentirà poi di dar vita alla ricapitalizzazione precauzionale. Nel frattempo la banca continua la sua attività e insieme a Sace e Confindustria Assafrica ha dato il via a un ciclo di sei incontri nelle principali città italiane indirizzato alle imprese che desiderano espandersi in Africa e in Medio Oriente. La banca toscana offre in particolare la propria competenza per realizzare investimenti all’estero riducendo i rischi connessi all’operatività in determinate aree che possono presentare criticità rilevanti sia a livello pratico che burocratico. “Le imprese, lavorando a stretto contatto con noi come partner, hanno l’opportunità di avere un supporto costruito su una solida conoscenza dei mercati esteri e massimizzare in questo modo i ritorni ingrandendo il proprio giro di affari”, ha detto Fabrizio Schintu, responsabile dell’Area estero di Montepaschi.
Azione Monte dei Paschi , associazione che riunisce piccoli azionisti delle banca toscana, ha incontrato Marco Morelli, cui ha potuto esprimere il malcontento degli associati per le perdite che i loro titoli subiranno con tutta probabilità a seguito della ricapitalizzazione precauzionale. Per questo hanno avanzato all’amministratore delegato di Rocca Salimbeni due proposte. La prima è quella di un aumento di capitale con quota riservata ai piccoli azionisti allo stesso prezzo che lo Stato si è riservato. La secondo è quella di attribuire agli attuali azionisti la quota junior dei crediti in sofferenza che verranno deconsolidati. Morelli non è tuttavia, secondo quanto riporta Azione Monte dei Paschi in una nota, entrato nel merito di queste due proposte, limitandosi a spiegare che l’attività del cda della banca si è incanalata su un binario rigidamente determinato dalle disposizioni di legge. L’associazione nella sua nota ha quindi evidenziato che “Monte dei Paschi verrà valutata al minore tra la media del prezzo di riferimento degli ultimi 30 giorni antecedenti la sospensione ed il valore attribuito da un esperto indipendente”. Questo vuol dire che il valore della banca verrebbe fissato in circa 600 milioni di euro e inevitabilmente gli azionisti vedranno svalutato il valore dei loro titolo. Inoltre, la ricapitalizzazione amplificherà queste perdite. Per Azione Monte dei Paschi , “volendo perseguire il piano governativo senza apportarvi modifiche, il rischio concreto è di sovracapitalizzare il Monte dei Paschi per qualche miliardo, defraudando i Piccoli Azionisti sia della loro quota di proprietà che del controvalore patrimoniale, tuttora esistente e conteggiato ai fini della Vigilanza Bancaria”.
L’intervento dello Stato in Monte dei Paschi mediante la ricapitalizzazione precauzionale, si è detto nei giorni scorsi, potrebbe avvenire a inizio giugno. Tuttavia non vi è certezza sui tempi in cui arriverà il via libera europeo al piano della banca toscana. Anche perché, come ha detto Margrethe Vestager, non è stata fissata una scadenza per arrivare a una decisione finale. “Lavoriamo in modo costruttivo con le autorità italiane, ma per ovvie ragioni non abbiamo fissato una scadenza”, ha detto il commissario europeo alla Concorrenza, secondo quanto riporta l’Ansa. Vestager ha anche aggiunto che ciò ha di per sé degli effetti positivi, proprio perché non si ha la pressione di dover arrivare a una decisione entro una certa data, rischiando magari di commettere un errore. Tanto più che il caso di Mps costituirà un importante precedente per altre vicende simili.
Se per Monte dei Paschi ormai la strada verso la ricapitalizzazione precauzionale sembra “senza ritorno”, per cui sarà lo Stato a farsi carico della sua messa in sicurezza, lo stesso non può dirsi ancora per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. E a questo proposito Marcello Esposito, in un articolo su Repubblica, ricorda che se l’Europa dovesse dire no alla richiesta delle due banche venete, si aprirebbe un problema di non poco conto per l’intero sistema bancario italiano. Infatti, verrebbero messe a rischio le risorse del Fondo Atlante, che sono state in prevalenza apportate dalle banche italiane. L’unico modo per evitare il peggio sarebbe quello di un ulteriore ricapitalizzazione a carico del Fondo, che qualcuno dovrebbe però alimentare. Di fatto, quindi, le banche potrebbero trovarsi di fronte a una scelta difficile.